La Fondazione Cassa di Risparmio investirà nel 2014 nell’area provinciale riminese 1.900.000 euro sotto forma di erogazioni per il sostegno di progett
La Fondazione Cassa di Risparmio investirà nel 2014 nell’area provinciale riminese 1.900.000 euro sotto forma di erogazioni per il sostegno di progetti ed iniziative proprie o di altri soggetti privati e pubblici. È quanto stabilito nel Documento programmatico previsionale 2014 approvato questo pomeriggio all’unanimità dal Consiglio Generale, che è l’organo di indirizzo della Fondazione, mentre ieri l’assemblea dei soci si è quasi divisa in due (con 25 astenuti) e non sono mancate voci molto critiche.
“La cifra di 1,9 milioni di euro conferma l’investimento in corso nel 2013”, fa sapere la Fondazione. “Cinque i settori che saranno affrontati: arte, attività e beni culturali; educazione, formazione, istruzione; assistenza agli anziani; volontariato, filantropia, beneficenza; sviluppo locale”.
In particolare, la Fondazione si farà garante della continuità di alcuni prioritari interventi che rivestono specifico rilievo per la comunità locale. “Tra questi, la gestione di Castel Sismondo a Rimini, che nel 2014 ospiterà importanti manifestazioni espositive, confermandosi luogo d’incontro e di riferimento per il pubblico locale e per visitatori proveniente da fuori territorio; il sostegno al Campus di Rimini dell’Università di Bologna, attraverso la società di gestione Uni.Rimini, di cui la Fondazione è azionista di maggioranza; la gestione del servizio di assistenza domiciliare per anziani non autosufficienti, che si rivela sempre più prezioso in un contesto di contenimento delle politiche sociali; la partecipazione al percorso del Piano Strategico di Rimini e del suo territorio, nel cui ambito potrebbero maturare, proprio nel 2014, alcuni importanti progetti operativi; l’impegno per la business plan competition ‘Nuove idee, nuove imprese’ volta a stimolare le start up”.
“Si tratta” – osserva il Presidente della Fondazione, Massimo Pasquinelli (nella foto) – “di interventi di valore strategico nei rispettivi settori. Per fare un esempio: se Rimini perdesse l’Università, ne risentirebbe non appena l’ambito studentesco, ma anche il tessuto culturale e la stessa economia del territorio. Allo stesso modo, se non riuscissimo a dare concretezza alla progettualità del Piano Strategico l’area riminese non resterebbe ferma ma farebbe addirittura un passo indietro. Ecco perché riteniamo prioritario concorrere a sostenere questi capisaldi”.
La Fondazione investirà anche in altri programmi d’intervento, soprattutto nell’area del disagio e delle nuove povertà, dell’educazione e dello sviluppo, alla luce delle istanze e delle urgenze che emergono dalla comunità locale, specie in una fase che risente ancora pesantemente degli effetti della crisi economica generale.
Al comparto della cultura andrà il 20,5% degli investimenti, al comparto dell’educazione il 45,7%, all’area sociale e di sostegno allo sviluppo il 33,8%.
“Siamo convinti” – afferma ancora Pasquinelli – “che l’area provinciale, al pari del resto del Paese, abbia bisogno di stabilità per la ripresa e uno degli obiettivi della Fondazione, per quanto possibile, è proprio quello di contribuire a crearne le condizioni attraverso la sua specifica attività d’investimento sociale”.
In questo senso, il recente rinnovo dell’organo amministrativo, l’immissione di nuovi soci nell’Assemblea ed il completamento della composizione del Consiglio Generale, avvenuto nella odierna seduta con l’insediamento di quattro nuovi membri (Fabio Bonori, Patrizia Mini e Massimo Panozzo designati dall’Assemblea dei soci, ed Elisa Marchioni designata dal presidente della Provincia) consentono alla Fondazione di operare con piena rappresentatività e rinnovato impegno sia rispetto ai profili strategici, sia rispetto alle linee dell’attività istituzionale.
Dal Documento programmatico emerge anche fiducia nel percorso di ripresa imboccato da Banca Carim, di cui la Fondazione detiene la partecipazione di controllo, unitamente all’auspicio di poter vedere presto soddisfatte anche le attese degli azionisti.
“Un anno e mezzo fa abbiamo scelto di puntare sulla Cassa di Risparmio sostenendone fortemente l’aumento di capitale. Questo ha permesso di poter continuare ad avere sul territorio, nel settore del credito, un interlocutore forte ed autonomo per l’economia locale”, commenta Pasquinelli. “Mi sembra che in questo primo anno di attività, i nuovi vertici amministrativi e manageriali della banca abbiano offerto segnali importanti circa il ruolo che la Cassa può continuare ad assolvere in termini di sostegno alla crescita dell’ambito riminese”.
Ma se il quadro è così ottimistico, da dove nascono le riserve che hanno portato 25 soci componenti dell’assemblea ad astenersi sul bilancio previsionale 2014? Solo “sgambetti” o qualcosa di più?
La Fondazione Carim investe 1,9 milioni di euro a favore del territorio, ma per il suo funzionamento (inclusi gli oneri diversi) spende la bellezza di 1.520.000 euro.
Nella classifica dei compensi dei cda delle fondazioni bancarie, pubblicata di recente dal Sole 24 Ore, quella di Rimini non si piazza troppo bene. Fa infatti registrare una incidenza dello 0,17% del costo degli organi gestionali, quando le più virtuose si attestano allo 0,02% (Compagnia di San Paolo), 0,03% (Fondazione Cariplo). Praticamente ha una quarantina di Fondazioni davanti (comprese quelle di Cesena e Forlì) e 26 dietro (compresa la Fondazione Carim di Ravenna con lo 0,32%).
Alla voce “proventi” attesi nel 2014, poi, ci sono 1.210.000 euro di “proventi straordinari” legati ad una prevista (ma al momento non meglio definita) cessione di assets patrimoniali non strategici. Si tratta di patrimonio immobiliare e partecipazioni azionarie. In passato si parlò anche di Villa Mattioli fra i tesori da vendere.
Non va infatti dimenticato che la Fondazione ha acceso un finanziamento di 10 milioni di euro per sottoscrivere l’aumento di capitale di Banca Carim, finanziamento che dovrà essere rimborsato in buona parte (7,25 milioni di euro) già nel 2014, e per la somma restante nel 2017. Inoltre, stando ai risultati economici di Carim relativi al primo semestre di quest’anno, non sono previsti dividendi alla Fondazione per il 2014.
La cessione degli assets-dismissione delle azioni della banca, è dunque un passaggio obbligato e non più rinviabile.
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