Fondazione Carim punta sulla bellezza e mette in mostra due capolavori del 600

Fondazione Carim punta sulla bellezza e mette in mostra due capolavori del 600

Non sono molto note le due raffigurazioni di San Giuseppe da domani e fino al 18 luglio esposte nella Basilica Cattedrale di Rimini. Ma i dipinti di Guido Reni e del Guercino, il primo di proprietà della Fondazione che ha sede a palazzo Buonadrata e il secondo della diocesi, incantano per la loro purezza e raffinatezza.

Siamo in un momento in cui si ha fame di bellezza. La pandemia e le relative restrizioni ci hanno resi tutti più solitari ed egoisti. Per cui ben venga l’iniziativa della mostra di due capolavori del ‘600 che saranno esposti nella Cattedrale di Rimini da domani 28 maggio al 18 luglio (negli orari di apertura della chiesa e cioè dalle 8,30 alle 12 e dalle 15,30 alle 18,30). Si tratta di due capolavori seicenteschi che raffigurano il padre di Gesù. Il San Giuseppe col Bambino attributo a Guido Reni di proprietà della Fondazione della Cassa di Risparmio di Rimini e il San Giuseppe con bastone fiorito del Guercino (Giovan Battista Barbieri), scovato da Massimo Pulini anni fa nella chiesa di Trarivi, di proprietà della diocesi.
L’iniziativa è stata promossa dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Rimini presieduta dall’estate scorsa da Mauro Ioli che ha accolto un suggerimento di Marco Ferrini, che sottolinea: “E’ vero c’è desiderio di bellezza e quindi, nell’anno che papa Francesco ha voluto dedicare a san Giuseppe, ho proposto alla Fondazione la possibilità di rendere fruibili al pubblico questi due capolavori dell’arte pittorica seicentesca che sono a Rimini. Sono felice che la proposta sia stata accolta volentieri”.
La mostra, che aprirà ufficialmente con una presentazione domani, è stata curata da Alessandro Giovanardi e Marco Ferrini. In un comunicato stampa degli organizzatori, Alessandro Giovanardi descrivendo l’opera di Guido Reni (un bellissimo San Giuseppe col Bambino del 1640) invita ad “apprezzare la pittura pura e velata, delicatissima in ogni suo molteplice passaggio di colore”, soffermandosi “sulla finezza della tela e sulle qualità estetiche e linguistiche”. Mentre a proposito del Giuseppe con bastone fiorito del Guercino realizzato più o meno negli stessi anni del quadro del Reni, Massimo Pulini descrive la tela come “raffinata e quanto mai intensa”, cogliendo da un lato il “sentimento della prima maturità insieme alla rinnovata calma aggiuntasi”.
Le schede critiche dei due dipinti sono inserite nella pubblicazione curata per l’occasione dal settimanale Il Ponte in cui compaiono fra l’altro le presentazioni di Mauro Ioli, presidente della Fondazione della Cassa di Risparmio, di Johnny Farabegoli, responsabile dei beni culturali della Diocesi, del vescovo Francesco Lambiasi, di Piergiorgio Pasini. Come una preziosa chicca c’è anche una meditazione sulla figura di San Giuseppe di Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme. Quest’ultimo ha un forte legame con Rimini, avendo trascorso i suoi anni di studio nel santuario delle Grazie e nel convento francescano di Villa Verucchio e infatti ha colto l’invito ad inserire uno suo scritto con inusuale sollecitudine.

Giovan Francesco Barbieri detto il Guercino, San Giuseppe col ramo fiorito, olio su tela, 1641 circa.

Il presidente Mauro Ioli avrà modo di spiegare più dettagliatamente le ragioni dell’iniziativa domani nella cerimonia inaugurale, approfondendo il ruolo della Fondazione, il valore e l’utilizzo del suo patrimonio. Ora che si sta uscendo dalla fase più critica della pandemia, l’impressione è che palazzo Buonadrata voglia imprimere una impronta culturale originale e autonoma, partendo proprio dal tesoro di quelle opere affidate temporaneamente ai Musei comunali. “C’è un patrimonio artistico importante, ancora poco noto al grande pubblico, che merita di essere valorizzato perché è parte integrante della nostra comunità”, osserva intanto Ioli. “L’impegno della Fondazione, con questa ed altre iniziative in programma nei prossimi mesi, è teso a favorire l’incontro tra i riminesi e la bellezza che traspare dai tanti beni artistici disponibili, parte dei quali di sua stessa proprietà”.

Fotografia d’apertura: Scuola di Guido Reni, San Giuseppe col Bambino, ante 1642, olio su tela.

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