Cosa succede intorno al bando per l’affidamento in concessione del servizio di distribuzione del gas naturale

Cosa succede intorno al bando per l’affidamento in concessione del servizio di distribuzione del gas naturale

Mentre i lavoratori continuano a chiedere garanzie sulla tutela della occupazione, facciamo il punto su una vicenda che vede in gioco una partita molto delicata e tanti soldi. Con qualche paradosso: l'assessore Brasini risponde ai sindacati che il Comune deve applicare «leggi e normative non aggirabili in alcun modo». Ma l'Agcm ha fatto polpette del bando uscito da palazzo Garampi perché contenente «una serie di elementi suscettibili di penalizzare i potenziali concorrenti diversi dagli incumbent». Vedi alla voce incumbent.

L’assessore Brasini ai primi di maggio se ne è uscito con una lezione da “maestrino”: «Il settore della “distribuzione del gas” è disciplinato, in Italia, da leggi e normative molto specifiche e non aggirabili in alcun modo». Lo ha detto a manifestazione di protesta della Cgil ancora calda, organizzata davanti a palazzo Garampi. In faccia ai sindacati (è del 1 aprile anche una presa di posizione delle tre sigle sindacali che hanno denunciato «troppe falle nel Bando di Gara per il GAS») e ai lavoratori direttamente coinvolti, e sono tanti (attualmente 127), che chiedono da tempo che il Comune modifichi il bando di gara, in primis garantendo «il mantenimento del personale per la durata della nuova concessione all’interno del territorio provinciale», il Comune di Rimini risponde sventolando il ferreo rispetto della legge. Ma davvero?
Qui si può leggere per intero quale giudizio abbia espresso Agcm sul bando e il disciplinare di gara per l’affidamento in concessione del servizio di distribuzione del gas naturale nell’ambito territoriale minimo (A.T.E.M.) di Rimini, elaborato dal Comune e pubblicato nel dicembre del 2020. In sintesi, Agcm ravvisava «numerosi aspetti suscettibili di confliggere con i principi di libera concorrenza, parità di trattamento e non discriminazione». Li elencava uno per uno, fino ad arrivare ad un aspetto alquanto preoccupante: «In sostanza, gli atti di gara prevedono, per l’attribuzione del punteggio dell’offerta tecnica, una serie di sub-criteri che richiedono la conoscenza di dati e informazioni allo stato in possesso dei soli gestori uscenti». Sosteneva che «tanto il bando, quanto il disciplinare di gara, nel discostarsi dai corrispondenti atti tipici previsti dalla normativa e dalla regolamentazione vigente, contengono una serie di elementi suscettibili di penalizzare i potenziali concorrenti diversi dagli incumbent, sia in termini di valutazione tecnica delle offerte concorrenti che di asimmetrie informative a discapito dei primi, pregiudicando le possibili dinamiche competitive per l’attribuzione della concessione». Alla faccia delle normative non aggirabili.
Sul tema ha fatto la voce grossa anche la Cgil: «Il bando presenta gravi criticità, con lo sciopero i lavoratori ribadiscono le richieste già avanzate in passato e non ancora recepite: la tutela dell’occupazione e la tutela delle condizioni economiche e normative previste. In particolare, il regime di tutela contro i licenziamenti illegittimi e il mantenimento del personale per l’intera durata della nuova concessione all’interno del territorio provinciale. I Servizi Pubblici Locali sono strategici per lo sviluppo economico, sociale, ambientale e occupazionale del territorio, che passa necessariamente dal mantenimento delle competenze e delle professionalità dei lavoratori e dalla garanzia che la sede sia locale, perché si possa assicurare ai cittadini continuità, qualità del servizio e sicurezza degli impianti», ha spiegato Francesca Lilla Parco, segretario generale Filctem Cgil Rimini.
Questa mattina in piazzale Boscovich si è svolto lo sciopero dei lavoratori del gas ed è stata ribadita ancora una volta la necessità di cambiare il bando di gara alla luce delle rivendicazioni che si possono leggere nel volantino qui sotto:

Il Comune è stato costretto a modificare ampiamente il bando iniziale (che, va ricordato, arriva fuori tempo massimo) che ha un valore stimato di quasi 320 milioni di euro e la durata della concessione di 144 mesi. Il servizio al momento è in capo a quattro realtà: Adrigas SpA, che fa la parte del leone, Infrastrutture distribuzione gas SpA, InRete Distribuzione Gas e Marche Multiservizi SpA.
Più di recente l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato è tornata sul bando contestato e ha fatto sapere di aver deciso di non impugnarlo davanti al Tar territorialmente competente, sostanzialmente per due ragioni: «Preso atto di quanto successivamente esposto dal Comune di Rimini in relazione al predetto parere motivato, e in particolare delle modifiche e integrazioni degli atti di gara pubblicate il 12 aprile u.s. sulla GUCE e il 14 aprile sulla GURI, nonché della circostanza per cui gli atti contestati risultano già, nell’ambito di un giudizio di prossima definizione, oggetto di impugnativa presso il TAR Emilia Romagna per profili analoghi a quelli contestati».

Oggi prende posizione con una lunga nota anche il consigliere comunale Davide Frisoni, impegnato in vista delle elezioni di ottobre con la lista civica “Con Rimini”. Fa notare che quello che secondo Brasini sarebbe impossibile da attuare nel bando riminese, altri Comuni l’hanno applicato senza colpo ferire. Si tratta «del bando fatto a Trieste dove c’è stata più onestà intellettuale e sono stati inseriti tutti i regolamenti a difesa dei lavoratori» e cita dal bando: “Obbligo di assunzione del personale: l’Allegato C riporta per ogni singolo Gestore l’elenco del personale del gestore uscente, che il gestore subentrante ha l’obbligo di assumere, salvo espressa rinuncia degli interessati, in conformità con il decreto 21 aprile 2011 del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro del lavoro e delle politiche sociali ai sensi dell’articolo 28, comma 6, decreto legislativo 23 maggio 2000, n. 164, sulla tutela dell’occupazione del personale…” eccetera eccetera. Sarebbe quindi smentito, sottolinea Frisoni, quanto sostenuto dall’assessore Brasini, ovvero che tutti i bandi di gara per il servizio di distribuzione del gas finora pubblicati confermerebbero la bontà della strada seguita da Rimini. «Prenda esempio da Trieste», replica Frisoni a Brasini, «una città governata da un altro colore politico, che probabilmente non ha problemi a stare dalla parte dei propri cittadini, dei lavoratori e non si nasconde dietro un dito o dietro una certa suscettibilità che gli impedisce di ammettere che si poteva fare meglio». E fa notare anche «la questione della esternalizzazione dei servizi senza nessun limite (Art.14)»: «Pur essendo culturalmente liberale, noto in questo passaggio una specie di garanzia lavorativa per cooperative che da sempre mangiano attorno al tavolo degli appalti pubblici. Diciamo che è un sistema consolidato ma che conosciamo. Non vogliamo pensare male cari Assessore e Sindaco. Vogliamo sapere però da che parte sta questa giunta. La legalità è garantita dalla legge e dai regolamenti. Quindi cosa c’è che non dite pubblicamente? C’è qualcosa da nascondere? Perché questo ostruzionismo?»

Fotografia di Steve Buissinne da Pixabay

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