Fondazione Carim svetta in negativo nel rapporto oneri-erogazioni

Fondazione Carim svetta in negativo nel rapporto oneri-erogazioni

E' un dossier dei Radicali a mettere il coltello nella piaga. Secondo questo studio la Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini deterrebbe quasi un rec

E’ un dossier dei Radicali a mettere il coltello nella piaga. Secondo questo studio la Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini deterrebbe quasi un record nazionale: secondo i dati elaborati dal movimento politico di Pannella e riportati da “Il Fatto quotidiano”, la Fondazione presieduta da Massimo Pasquinelli si colloca al terzo posto in Italia nel rapporto oneri-erogazioni per l’anno 2013. Dopo CariFerrara (1583,7%) e CR Loreto (963,4%) si piazza la Fondazione di Rimini: 650,1%. Dalla quarta in classifica (CR Alessandria) il distacco è notevole perché si scende a 298%. Il prospetto è stato pubblicato da Il Fatto quotidiano.
Il dossier dei Radicali ha un titolo eloquente: “Sbanchiamoli”. E punta il dito contro il circolo vizioso: “Le Banche decidono come distribuire il credito. Le Fondazioni bancarie scelgono gli amministratori delle Banche. Enti locali e Regioni nominano chi guida le Fondazioni. I Partiti, attraverso Enti locali e Regioni, controllano le Fondazioni, quindi controllano le Banche”. Da qui l’appello: “Fuori i partiti dalle banche”. Un obiettivo che i Radicali vogliono concretizzare raccogliendo il maggior numero possibile di firme e con un disegno di legge che preveda la completa cessione delle azioni bancarie in possesso delle Fondazioni di origine bancaria e la separazione tra banche e Fondazioni.
“Il rapporto tra oneri e soldi distribuiti al territorio è fondamentale, in un ente normale dovrebbe essere intorno al 15%, altrimenti esisti solo per mandare avanti la baracca”, spiega il tesoriere dei Radicali, Valerio Federico. Una baracca che costa troppo in stipendi, consigli di amministrazione e spese varie.
“I cittadini, siano essi imprenditori, lavoratori dipendenti, artigiani, professionisti, pensionati, studenti, sono tutti
titolari del diritto costituzionale di accesso al credito, diritto il cui effettivo esercizio è divenuto sempre più incerto a causa della crisi economica in atto”, si legge nella proposta di disegno di legge. “A queste cause contingenti altre se ne aggiungono. Sono le antiche barriere artificialmente innalzate da un capitalismo familista e amorale per rendere difficoltoso l’accesso al credito. Barriere innalzate, a nostro avviso, anche grazie ad una normativa opaca, inefficace, inefficiente,
sicuramente antieconomica, che ha consentito il formarsi e stratificarsi nel tempo dell’anomalia italiana”, tuonano i Radicali.

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