Il ricorso al Tar rovina i piani di Airiminum (che vuole gestire o farsi comprare?)

Il ricorso al Tar rovina i piani di Airiminum (che vuole gestire o farsi comprare?)

Col tempo e con la paglia maturano le nespole, dice la saggezza popolare. Bisogna saper aspettare e la maturazione arriva. Intorno alla comparsa impro

Col tempo e con la paglia maturano le nespole, dice la saggezza popolare. Bisogna saper aspettare e la maturazione arriva.
Intorno alla comparsa improvvisa, inattesa per molti ma non per tutti, di Airiminum nel panorama aeroportuale italiano, si è scritto molto. Noi abbiamo contribuito ad alzare qualche velo a suon di visure e intrecci societari.
I dubbi di tanti hanno sempre riguardato – solo per limitarsi all’ultima fase – le caratteristiche della società Airiminum (nata giusto in tempo per partecipare al bando Enac, sottocapitalizzata, formata da personaggi da anni coinvolti coi destini di Aeradria e addirittura con la regia di un personaggio che a lungo ha svolto un ruolo chiave nell’ente Provincia, cioè in seno al socio di maggioranza di Aeradria e che dunque avrebbe quantomeno dovuto farsi da parte con l’ultimo atto, quello del fallimento, mentre invece comanda ancora), e il bando Enac, che ha potenzialmente aperto le porte dello scalo di Rimini anche a soggetti privi di qualunque esperienza e competenza nella gestione di aeroporti.
Si, però, a Rimini si è soliti fare le pulci a tutto. Sempre contro. Criticoni a non finire. Disfattisti e in preda al garbino (e sarà per questo che la banalissima trovata della “botta d’orgoglio” deve avere avuto tanto successo). E quindi molti hanno pensato: si starà esagerando anche stavolta. Vedrete che Enac ha “scelto” bene e Airiminum farà volare il Fellini come mai era successo prima.
Airiminum svelò la compagine societaria coi famosi sette soci, rassicurò sul socio finanziario, compresa “Rimini partecipazioni” (che però ad una semplice occhiata alla Camera di Commercio mostrava coop sociali, centri culturali intestati a Gramsci e così via), testa di ponte con “una serie di eccellenze imprenditoriali espressione del territorio” (ad oggi ancora nascoste nella nebbia). Via via da Airiminum sono arrivate rassicurazioni a mezzo stampa e date di riapertura (dicembre, gennaio, febbraio…), incontri vari col prefetto. La sostanza dell’operazione è sempre stata uccel di bosco, compreso il piano industriale di Airiminum.
Si è anche ascoltato che Airiminum avrebbe partecipato al bando non per gestire l’aeroporto di Rimini ma per passare la mano ad altri. Un corposo condizionale è d’obbligo. Come andrà a finire è presto per dirlo ma cominciano già a circolare indiscrezioni al riguardo. Il Corriere di Rimini oggi scrive dell’interesse di una società finanziaria francese, con base in Svizzera, “pronta a rilevare da Airiminum un’importante quota dello scalo di Miramare”.
Rimini 2.0 è in grado di anticipare che ad Airiminum è già arrivata da tempo la proposta di un altro investitore straniero, disponibile addirittura a rilevare ben più di una quota importante del pacchetto azionario.
Airiminum che fa? Sta valutando queste proposte? A bloccare i piani è arrivato forse il ricorso al Tar promosso dal Consorzio per lo sviluppo dell’aeroporto? E’ evidente che vendere Airiminum con un ricorso pendente e dall’esito incerto non è proprio possibile.
E’ sempre di oggi la notizia che il Consorzio, che si è rivolto al Tar del Lazio per chiedere la nullità della procedura di gara e l’illegittimità del provvedimento di aggiudicazione per mancata esclusione di Airiminum 2014 srl, ha ottenuto per ora un risultato per nulla irrilevante, e che anzi addensa ulteriori nubi sul futuro del Fellini: “Il TAR del Lazio ha esaminato in via preliminare l’istanza di sospensione della gara e si è ritenuto non competente territorialmente, indicando nel TAR Emilia Romagna l’organo giurisdizionale competente; questa decisione evidenzia un ulteriore aspetto problematico del bando di gara, che indicava espressamente nel TAR Lazio l’organismo responsabile delle procedure di ricorso. Risulta peraltro, da altre fonti, che la anche curatela fallimentare di Aeradria ha in corso una procedura di impugnazione del bando di gara, in questo caso presso il TAR Emilia Romagna, motivata dalla mancata valorizzazione nel bando stesso degli asset di Aeradria”. Lo annuncia lo stesso Consorzio, il quale fa sapere che “l’istanza di sospensione sarà pertanto ri-presentata entro i 30 giorni di legge al TAR Emilia Romagna da parte del Consorzio, chiedendo che “si adottino le cautele indispensabili ad evitare il compimento di gravi abusi, come la formalizzazione e costituzione di un rapporto concessorio invalido, illegittimo, insidioso per l’interesse pubblico”. Chiaro verso cosa si sta andando?
Ora, mentre per il futuro dell’aeroporto diventa davvero difficile fare previsioni e di certo la riapertura non sarà vicina (ai tanti problemi sul tappeto si è aggiunto quello, pesantissimo, della crisi del rublo), l’ipotesi di una vendita della società che si è aggiudicata il bando apre scenari tutti da indagare, che è difficile non collegare alla politica, al fallimento di Aeradria e alle inchieste aperte. (c.m.)

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