Il sindaco passa da 68.700 a circa 132mila euro annui. La vice sindaca da 51.538 a 99.360, ogni assessore da 41.230 a 79.488 euro. Questi ultimi sono otto, uno in più rispetto al decennio Gnassi, mentre ne basterebbero cinque. Lettera.
Oggi le amministrazioni comunali (ma il discorso va esteso ai decisori politici dal livello statale centrale a quello periferico) si comportano come il Marchese del Grillo: io so’ io e voi… E’ così che girano le cose.
E quando si dice che occorre fare sacrifici, questo vale solo per i cittadini e non anche per i politici. Alla faccia della politica al servizio!
Si è mai visto un comune lavoratore che di punto in bianco si vede aumentare lo stipendio del 45%? Certo farebbe comodo di questi tempi, con le bollette alle stelle e la benzina venduta a peso d’oro, e un po’ tutti i prezzi che s’impennano. Ma nessuno regala niente. Nel settore pubblico invece gli amministratori comunali ci sono riusciti.
Nel silenzio generale, senza il minimo dibattito pubblico, con la legge di bilancio 2022 è stato deciso l’aumento delle indennità degli amministratori locali.
Vediamo a Rimini cosa succede.
Volano le indennità dei componenti la Giunta Comunale. Si tratta di un aumento considerevole che raddoppia gli importi percepiti, cosi suddivisi:
+45% per l’anno 2022;
+68% per l’anno 2023;
per arrivare poi per i successivi anni 2024, 2025 e 2026 al 100% di aumento.
A regime quindi (al 100%) si avrà quanto segue:
il sindaco passerà da € 68.700 a circa € 132.480 annui;
il suo “stipendio” mensile passerà da € 5.700 a € 11.040;
il Vice Sindaco passerà da € 51.538 a € 99.360 annui;
ogni Assessore (sono otto) passerà da € 41.230 a € 79.488.
Un bel “gratta e vinci” a spese della collettività.
Quindi a regime avremo una spesa annua così modificata: dagli attuali circa € 450.000 a oltre € 860.00, più € 410.000.
Per tutta la legislatura (cinque anni) la spesa aumenterà di circa € 1.760.000.
Attualmente la Giunta Comunale di Rimini è formata da Sindaco, Vice Sindaco e da otto Assessori.
Andando a vedere le deleghe di ogni singolo componente si nota che, come minimo, quelle di tre assessori potrebbero essere facilmente ridistribuite agli altri senza creare disservizi, portandoli quindi a cinque. Così facendo si avrebbe almeno € 1.100.000 di risparmio e nessuno sentirebbe la mancanza degli assessori “superflui” e delle loro dichiarazioni stampa, quasi sempre inutili. Nessuno tranne partiti o liste di riferimento, naturalmente.
Il problema è infatti tutto politico in quanto i singoli componenti della Giunta sono in quota delle formazioni che hanno sostenuto l’elezione del Sindaco. Può la politica comportarsi nell’interesse dei cittadini, non buttando via soldi pubblici? La risposta è sì, potrebbe farlo. Ma sul piatto della bilancia fra l’interesse dei cittadini e la sopravvivenza dei partiti (e un posto di lavoro per i politici), vince la seconda ed è per questo che per evitare i “mal di pancia”, o meglio le fibrillazioni che metterebbero in difficoltà la maggioranza tanto da rischiare di mandarla a casa, e ancora prima di non vincere le elezioni (perché ogni sigla è disposta a portare un po’ di acqua per macinare il risultato finale del candidato sindaco, ma poi in cambio vuole una poltrona) si ingrossa la lista degli assessori. Nel passaggio da Gnassi a Sadegholvaad la Giunta si è appesantita di un assessore in più, semplicemente perché c’erano più pretendenti da sistemare, più bocche da sfamare.
Così abbiamo che ai cittadini si chiede di fare sacrifici in questo momento di crisi e la politica si aumenta gli stipendi. Addirittura in giunta ci sono due assessori che nel 2020 dichiaravano redditi pari a zero: un bel salto da € 0 a € 79.488. Certo che questi non sarebbero felici se si dovessero diminuire gli assessorati.
Mi sa tanto che la simbolica scatoletta di tonno , così come le istituzioni, che doveva essere aperta a favore dei cittadini non si sia mai trovata perché il tonno ha sempre nuotato liberamente nel suo habitat naturale, Palazzo Garampi.
Giulio Grillo
Fotografia di Angelo Luca Iannaccone da Pixabay
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