Italia Nostra, Fai, Rimini città d’Arte, Associazione Ambiente & Salute riuniti in una conferenza stampa: preoccupazione e concreti rilievi sui due interventi. Appelli anche alla Soprintendenza, a Palazzo Garampi e ai riminesi.
La cronaca, per chi se ne interessa, riporta in tutta Italia frequenti casi di blocco dei lavori edilizi per permessi negati dalle varie Soprintendenze. Sono autorizzazioni paesaggistiche o tutele del patrimonio storico architettonico culturale e riguardano sia progetti di privati cittadini, che opere pubbliche, ivi compresi ospedali.
Rimini al solito sovverte l’ordine prestabilito. Nella prima legislatura Gnassi fu la ruota panoramica, abuso edilizio sanato in fretta e furia, sovvertendo l’ordine del giorno del Consiglio Comunale, a non creare però alcun dubbio sull’opportunità paesaggistica. Ricordiamo che il tendone dei libri al porto, cinquanta metri più sotto, fu fatto sgombrare perché turbava l’orizzonte.
Nel secondo mandato d’Augusto Gnassi, a potere consolidato, la Soprintendenza sembra non essere più un problema per nessuna ambizione in Cortén. L’esempio più eclatante sono i lavori al Ponte di Tiberio che, fino a pochi mesi fa, sembravano essere accolti nel silenzio più assoluto, a parte qualche robusta voce levatasi su questo foglio online, a partire da quella del prof. Rimondini.
Da questa mattina le cose sono un po’ cambiate, anche se certo non si può dire in maniera risolutiva. Tra le colonne della Vecchia Pescheria, Italia Nostra, Fai (col capo delegazione di Rimini Andrea Serrau in veste di uditore) Associazione Rimini Città d’arte, e alcuni esponenti della cultura riminese si sono riuniti per fare il punto della situazione e per lasciare futura memoria del fatto che sì… qualcuno ha visto. Italia Nostra ha anche prodotto due appelli (qui in basso) sottoscritti dai presenti: uno sul Ponte di Tiberio e uno sul fossato della Rocca Malatestiana.
In sintesi. Dei lavori al Ponte (comparto 4 – Canale) si contesta la spregiudicatezza con cui si cambia il panorama rispetto ad un bene architettonico millenario, fino al punto di travisarne la veduta. In secondo luogo si denuncia l’invasività dal punto di vista strutturale delle passerelle e del guado, tutto agganciato alle mura storiche che seguono il canale da entrambe i lati. Soluzione che non è ritenuta valida alternativa alla pedonalizzazione del Ponte, elemento su cui ci si dovrebbe concentrare. Altri appunti non sono stati risparmiati nemmeno all’altro comparto, quello lato parco, per cui si sta risagomando la riva e costruendo, di fatto, una nuova massicciata.
Per quanto riguarda il fossato della Rocca Malatestiana, tramite l’appello, si chiede di aprire un tavolo di confronto con esperti della questione, giacché si ravvisano straordinarie possibilità di recupero totalmente ignorate.
Questi i temi degli appelli, ma si è parlato anche di altro. La presenza di Davide Frisoni, presidente della quarta commissione consiliare permanente “Cultura, formazione, istruzione, sport e turismo”, ha stimolato la richiesta di maggiore possibilità di partecipazione rispetto a certi progetti. Frisoni, che ha dichiarato di parlare solo a nome suo, a dispetto della sua Presidenza (!), si è detto disponibile a riaprire la discussione sul tema.
Dall’altra parte l’onorevole Ennio Grassi non ha lesinato in pungolature indirizzate al ruolo e all’effettiva utilità della Soprintendenza. Ci si è chiesti in particolare quanto peso potesse avere a disposizione rispetto a iniziative come quelle dei set felliniani, nelle riprogettate sale di Castel Sismondo. I set, lo rileviamo per la precisione, non sono istallazioni temporanee, ma permanenti. Neanche King Kong in scala 1:1 steso sui pavimenti di Fiabilandia nel ’76 è riuscito ad essere permanente e oggi riposa presso un ristorante di Cingoli (MC). Tra l’altro Grassi non ha nascosto di essere pronto a servirsi degli strumenti che la legge gli consente per verificare la regolarità di certi iter.
Presenti, tra gli altri, il saggista e storico Moreno Neri, Giulio Zavatta del Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, Roberto Mancini, il prof. Rimondini, la presidente di Italia Nostra Rimini Sonia Fabbrocino, la vice presidente Alessia Gattei e Marina Foschi, vice presidente regionale di Italia Nostra. Tutti ovviamente a favore di una riapertura della discussione sul destino dei beni architettonici e culturali di Rimini.
In conclusione, rispetto a quello che sta succedendo al patrimonio monumentale riminese, qualcuno si è fatto sentire e la presenza, autodefinita informale, di Davide Frisoni, nella maggioranza con Patto Civico (che porta il Ponte di Tiberio nel simbolo) ha dato segno che qualcuno ha ascoltato. Fiducia nelle aperture dell’Amministrazione riminese tra le righe se ne legge poca, ma perlomeno gli intervenuti hanno lasciato il segno di una volontà di partecipazione assente da qualche tempo. Assenza che facilita molti degli atteggiamenti visti in questi due ultimi mandati del primo cittadino.
Appello alla città per il fossato della Rocca Malatestiana
Negli ultimi mesi, con una azione risoluta, l’amministrazione comunale ha decretato lo spostamento del mercato al fine di liberare la Rocca Malatestiana dal manto di asfalto e dal parcheggio che la soffocava fin sotto le mura. Una decisione condivisibile, per molti aspetti epocale e ormai insperata. Soprattutto, una grande possibilità per la città: riscoprire e valorizzare il castello di Sigismondo Malatesta nella sua essenza di straordinario monumento del Quattrocento. Gli scavi realizzati nella parte verso il mare hanno restituito interessanti scoperte, e svelato notevoli potenzialità. In particolare, nella zona della Torre 4, è emerso il muro di costroscarpa del fossato. In quel settore, dunque, e solo in quello, sarebbe possibile ripristinare un angolo del fossato originale, con i margini interni ed esterni. Per questo Italia Nostra Rimini chiede che siano fatti i dovuti approfondimenti e si persegua una strategia filologica, di verità storica, di scavo scientifico. Nella stessa zona, infatti, è prevista, nel secondo stralcio dei lavori, la cosiddetta “arena del bastione”, una cavea che non consente di scoprire la controscarpa e che occupa lo spazio del fossato con un volume tale da non consentire di comprenderne la grandezza e la funzione. Ci sembra un intervento, in questo caso, non condivisibile, poiché impedisce la straordinaria possibilità di recuperare filologicamente elementi originali del castello. Il fossato, infatti, ne era parte integrante, non semplice contorno o corredo. Inoltre, considerato che uno spazio per spettacoli è già in uso nella corte del soccorso, ed un altro è previsto all’esterno del teatro, ci pare che il contesto non giustifichi la necessità di un nuovo spazio per eventi all’aperto. Per questo, chiediamo che sia aperto un tavolo di confronto con esperti sulla questione: la Rocca Malatestiana non solo è un monumento identitario, ma anche uno dei più importanti castelli italiani. Un patrimonio non solo riminese. Ci piacerebbe fossero coinvolte professionalità di alto livello: storici, docenti universitari, professionisti del restauro di monumenti, e, ultimo ma non per ultimo, che venga preso in considerazione il lascito di Dino Palloni, una ricchezza di studi, ma anche di relazioni internazionali strette attraverso l’Istituto Italiano dei Castelli. Ci appelliamo anche alla Soprintendenza affinché prenda in considerazione la questione, valutando se uno scavo parziale e l’immissione di un’arena storicamente ingiustificabile possa essere conforme in un progetto di ripristino della zona circostante il castello di Rimini. Italia Nostra Rimini ritiene che per garantire le migliori possibilità alla rinascita del castello sia necessario non risolvere le questioni all’interno degli uffici tecnici del Comune, ma che l’importanza del monumento meriti una più ampia apertura e, sotto numerosi aspetti, i migliori e più qualificati approfondimenti.
Italia Nostra Rimini
Sottoscrizioni Associazioni: Italia Nostra Rimini, Rimini città d’arte, Associazione Ambiente & Salute
Sottoscrizioni degli storici e archeologi: Giovanni Rimondini, Giulio Zavatta, Attilio Giovagnoli, Marcello Cartoceti
Sottoscrizione dei cittadini:
Rimini, 30/05/2017
Appello alla città per il Ponte di Tiberio
Negli ultimi mesi, con una azione risoluta, l’amministrazione comunale ha decretato operativo una serie di interventi riguardanti il millenario Ponte di Tiberio. Errori passati che speravamo non dovessero ripetersi, che anzi necessitano di risarcimenti e interventi sostenibili nel tempo con opere di consolidamento e restauro. Il PROGETTO TIBERIO – COMPARTO 4 – CANALE già approvato nel maggio 2016 dall’AC prevede la realizzazione di una “passerella”galleggiante pedonale e ciclabile (larga 4 metri) sull’invaso del porto canale davanti al ponte di Tiberio, una rampa ciclo pedonale di collegamento al borgo San Giuliano e una passerella pedonale lungo il bastione meridionale. Vediamo oltre alla passerella che taglia la principale visuale del ponte, banchine sospese alle mura ai lati del canale che travisano completamente uno spazio storico unico. L’idea di affiancare un guado al ponte è intervento lesivo per il patrimonio e per il disegno del paesaggio, oltretutto con strutture “invasive” sia dal punto di vista della percezione che dal punto di vista strutturale, dato che la struttura metallica verrà agganciata alle mura storiche che costituiscono l’argine del porto. Il Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 , Codice dei beni culturali e del paesaggio ben descrive le tutele e le caratteristiche dei luoghi nei quali è necessario porre dei vincoli di tutela al fine di preservare oltre che la storia anche l’aspetto tipico del paesaggio costituitosi nel corso dei millenni oltre che per la sua unicità e bellezza (vedi anche articolo 20, articolo 170 del codice dei beni culturali). Perché un’amministrazione decide di modificare l’aspetto e la funzione di uno spazio identitario millenario, riconosciuto e percepito dalla comunità come rappresentativo? Una decisione non condivisibile, per molti aspetti: in particolare, perché il Ponte di Tiberio è un patrimonio culturale, artistico e storico pubblico, cioè di pertinenza dei cittadini, e non una risorsa da sfruttare per altri scopi, sotto il pretesto di migliorarne la fruibilità turistica ma del tutto avulsa alla corretta conservazione e manutenzione del luogo che richiederebbero innanzitutto: a) la pedonalizzazione del ponte ; b) la sistemazione delle banchine del tratto dal Ponte di Tiberio al Ponte dei Mille, reintegrare i particolari compromessi o deteriorati delle mure con un buon restauro che ne assicuri la conservazione rimettendole nelle condizioni originali. Per questo Italia Nostra Rimini e tutti i firmatari chiedono che non siano realizzati interventi che si configurano come un’ indebita e inaccettabile manomissione. Ci riferiamo a valle del Ponte, al ballatoio a sbalzo, all’abbattimento di porzioni delle mura ottocentesche e alla perforazione delle mura medievali-malatestiane parzialmente restaurate nel Settecento, alla passerella tra le due sponde non priva di rischi idraulici (stagnazione e corrosione) e necessitante di piani per la protezione civile, la passerella sopraelevata sulla sponda meridionale che fa scempio di un notevole patrimonio compromettendo la straordinaria visuale del ponte. Italia Nostra Rimini non dice no, ma dice sì al restauro, a ciò che va tutelato, conservato e valorizzato e a ciò che serve al monumento a al buongoverno del territorio che lo circonda. Non chiede di non fare, ma di fare le cose giuste. Per tutto questo, chiediamo che l’importanza del monumento, che non è solo un patrimonio riminese ma che dovrebbe essere considerato un patrimonio dell’umanità, meriti interventi adeguati alla sua statura storico-artistica e non ispirati alla estemporaneità. Italia Nostra chiede: che sia aperto un tavolo tecnico permanente di confronto con i Lavori Pubblici e la Soprintendenza e il coinvolgimento di professionalità di alto livello (storici, docenti universitari, professionisti del restauro di monumenti, e associazioni di tutela del patrimonio storico artistico paesaggistico e naturalistico ecc.) sulla questione del Ponte di Tiberio e in generale su tutte le questioni che riguardano la salvaguardia del patrimonio nella nostra città.
Italia Nostra Rimini
Sottoscrizioni Associazioni:
Italia Nostra Rimini
Rimini città d’arte
Associazione Ambiente&Salute Riccione e dintorni
Sottoscrizioni degli storici, archeologi:
Giovanni Rimondini
Attilio Giovagnoli
Marcello Cartoceti
Giulio Zavatta
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