La presenza di cinque divinità (Giove Capitolino, Apollo, Nettuno, Venus Genitrix e Domiso-Toro) ne fanno un tempio come quello di Giano a Roma, ma senza porte. Una specie di scatola orgonica di Wilhelm Reich, che tradotte le divinità in fuoco, aria, acqua, terra e nella Costellazione del Toro, ci restituiscono dell'Arco una rappresentazione della Terra e del Cosmo, una Porta che dalla Terra apre sul Cosmo, uno Stargate romano che apriva da Ariminum la strada per Roma e per l'Universo.
PRIMA VISITA: UN ARCO DI 2007 ANNI FA IN ONORE DELL’IMPERATORE. LO STARGATE DI AUGUSTO
Un gruppo vociante di adolescenti dei due sessi segue un professore pensionato in visita all’Arco di Augusto. E’ una mattina di primavera. Il gruppo si è posizionato dalla parte della facciata dell’Arco verso Roma che alla mattina è in piena luce. C’è un gruppo di turisti giapponesi guidati da una cinesina cinguettante. Due studenti stanno vicino al vecchio prof e sembrano i soli ad ascoltarlo. Sono Alessia, una canadesina rossa che si chiama in realtà Mary, e Christian, un riccetto di famiglia napoletana, nato a Berlino, che in realtà si chiama Carmelo.
ALESSIA
Bello eh, prof, che cos’è questo vecchio monumento tutto bianco?
PROF
E’ un antico Arco, un monumento eretto al posto di una porta urbica nel 27 prima di Cristo dal Senato e dal Popolo di Roma per onorare l’imperatore Augusto. Ha duemila e sette anni.
CHRISTIAN
Il Senato di Roma, qui a Rimini? Ma perché?
PROF
Perché Giulio Cesare Ottaviano, da non confondere con il grande Caio Giulio Cesare, proprio in quell’anno dal Senato chiamato Augusto, come dire ‘persona sacra’, aveva fatto riparare a sue spese la via Flaminia che da Roma portava a Rimini. Bè, ormai siete di Rimini, e dovreste sapere che la via Flaminia è stata iniziata da Gaio Flaminio Nepote nel 220 prima di Cristo, duemila e duecento anni fa.
ALESSIA
Mica lo sapevo. E lei come fa a dirci tutto questo e a conoscere persino l’anno?
PROF
Bella domanda, ragazzi venite qui intorno per piacere. Allora, vedete l’epigrafe in alto sopra l’arco? Non è integra ma ne conosciamo ugualmente l’intero testo. S.P.Q.R è un acronimo…
CHRISTIAN
Un cosa?
PROF
Un nome formato con le iniziali delle parole della frase SENATUS POPULUSQUE ROMANUS, il Senato e il Popolo Romano, una sigla che dedica l’arco ad Augusto individuato con i suoi titoli imperiali, io non li vedo, ma voi dovreste distinguerli, c’è scritto CONSOLI SEPTEM DESIGNATO OCTAVOM. Voi sapete certamente che i Romani datavano l’anno col nome del console, e poiché ci è arrivato l’elenco dei consoli con i relativi anni, sappiamo che l’anno del settimo consolato di Augusto, che era stato designato anche per l’ottavo, era il 27 prima di Cristo.
ALESSIA
E quelle facce, il barbuto e la donna dentro quei tondi chi sono?
PROF
Un momento Alessia, intanto vi presento l’Arco…arco è sia il nome della volta semicilindrica e della cornice semicircolare, sia il nome di questo tipo di monumento, che per descriverlo partendo dal basso presenta una singolare base arcaica o podio, quasi etrusca …
I ragazzi fanno segno di non capire. Il prof indica con la mano in basso la base o podio. Poi col dito segue la colonna e punta al capitello alla sinistra del gruppo.
…mentre gli elementi verticali, le due colonne, e quelli orizzontali, la trabeazione sono di stile ellenistico.
La trabeazione, i tre elementi orizzontali sull’arco, vedete? dal basso: architrave, cornice e fregio, e il triangolo superiore o timpano sono stati disegnati secondo l’architettura greca del periodo tardo ellenistico.
Nell’insieme ci sono due caratteri o stili architettonici sovrapposti, uno arcaico etrusco o italico, la base e l’arco, e uno sovrapposto greco classico di moda al tempo di Augusto.
Uno storico locale ha individuato nell’elemento etrusco italico arcaico il simbolo del vecchio potere del Senato e nell’elemento ellenistico il simbolo del superiore e vincente potere di Augusto.
La duplice forma dell’Arco richiamerebbe la famosa diarchia, ossia il condominio o doppio potere senatorio e imperiale su Roma voluto dal primo imperatore…
Adesso veniamo ai ‘tondi’, ossia ai clipei, o scudi con le teste di quattro divinità, due davanti verso Roma, la facciata principale del monumento, e due verso Rimini. Alla nostra sinistra, che è la parte destra dell’arco, ossia la parte principale di un’architettura antropomorfa…
ALESSIA
Prof che vuol dire antropomorfa?
PROF
Si dice di un edificio pensato con le proporzioni di un corpo umano, maschile e femminile…del resto anche il cosmo gli antichi lo pensavano con le proporzioni di un corpo umano e la forma di un cerchio e di una sfera che contengono il corpo umano, simmetrico, diviso in due parti. Qualcuno ha un euro?
I ragazzi si cercano in tasca, viene trovato un euro. Il prof lo prende e fa vedere il verso della moneta con al rappresentazione dell’ HOMO AD CIRCULUM ET AD QUADTRATUM di Vitruvio.
PROF
Vedete ragazzi, questo disegno di Leonardo da Vinci che riproduce il modello dell’universo e del corpo umano degli Antichi? E’ la chiave simbolica dell’universo pensato e rappresentato come un corpo umano virile.
Un architetto romano pensava e progettava un’architettura con simmetria, proporzioni circolari e sferiche come se fosse un corpo umano. Cercava un equilibrio antropomorfo.
Fatevi spiegare dal professore di storia gli ordini architettonici classici, che come dice l’architetto Pier Carlo Bontempi…
CHRISTIAN
L’architetto del Labirinto di bambù della Masone, che abbiamo visitato con la scuola l’anno passato…
PROF
Propio lui, bravo Carmelo, Bontempi e Davide Dutto sono gli autori del Labirinto di bambù; l’architetto Bontempi afferma che l’architettura classica noi Europei l’abbiamo nel nostro dna culturale…torniamo ai “tondi”. Nel pennacchio, nella parte tra l’arco e la colonna, c’è il clipeo o lo scudo più importante con la testa di Giove Capitolino, la principale divinità del pantheon romano, il Dio supremo dello stato romano che aveva un tempio sul Campidoglio, la rocca di Roma.
Intorno al clipeo ci sono le aquile e i fulmini simboli di Giove.
Dall’altra parte, la “donna” è in realtà Apollo, con la cetra e il corvo, simboli del Dio della poesia e della luce, era infatti identificato con Elio, il Sole. Apollo è il dio protettore di Augusto, mentre il Dio del vino e dell’estasi era Dioniso, il protettore dei suoi rivali sconfitti: la regina Cleopatra e Antonio. Entriamo adesso in città, ma mentre passate sotto l’arco concentratevi, perché state attraversando uno spazio sacro, l’Arco è anche un tempio dedicato a cinque Dei.
Ed è uno STARGATE, come capirete tra un momento. Ho un amico olandese, che si chiama Dennis, che fa i tarocchi… dice che quando ha mal di testa fa una passeggiata fin sotto l’arco e gli passa. Nemmeno si trattasse di una scatola orgonica del non dimenticato psicoanalista comunista metafisico Wilhelm Reich. Ragazzi quando passate sotto l’Arco è come se entraste in chiesa, mettetevi dentro la mente di un romano antico, magari vi arriva un omen.
ALESSIA
Cos’è un amen?
PROF
Un omen è un segnale divino che vi comunica un messaggio sul vostro futuro. Se vi piace dite accipio omen se non vi piace dite recuso omen: Sì grazie, oppure no grazie.
Il gruppo si sposta dietro l’Arco dalla parte di Rimini.
PROF
Nella parte destra della facciata verso Rimini, il lato più importante di questa parte, c’è il clipeo di Nettuno, Dio del mare e delle acque, con i simboli del tridente e del delfino. Augusto era grato a Nettuno e si riteneva protetto da lui perché riteneva o voleva che si ritenesse che il Dio del Mare gli aveva fatto vincere la battaglia navale di Azio, nel 31 avanti Cristo, quattro anni prima della costruzione dell’Arco, contro la regina d’Egitto Cleopatra e suo marito Antonio, nemico personale di Augusto.
Dall’altra parte c’è il clipeo della Dea Roma, oppure si tratta della Dea Venus Genitrix come sostiene un mio vecchio amico.
ALESSIA
Lei chi crede che sia?
PROF
I simboli andrebbero bene per entrambe le divinità, Roma e Venere, che poi sono parenti, e abbastanza simili come immagini, ma il mio amico mi pare più convincente.
ALESSIA
perché?
PROF
Perché dice che Venus Genitrix è l’antenata di Augusto, la madre di Enea il cui figlio Iulo ha fondato la famiglia di Cesare e di Augusto, la gens Iulia, e come tale Augusto l’ha inserita nel verso di diverse monete da lui fatte coniare. Ma soprattutto perché Venus Genitrix è la Natura, che genera la Vita. E questa identità richiama il De rerum Natura del filosofo epicureo romano Epicuro, il filosofo materialista del tempo immediato che precede Augusto. C’erano anche atei e materialisti tra i notabili ai tempi del primo imperatore. Luciano Canfora, il nostro migliore storico antichista vivente, ci fa notare che lo stesso Caio Giulio Cesare, che pure aveva la carica di Pontifex Maximus, e a Roma era come il nostro papa, che poi ha ereditato questo titolo politico sacerdotale, era epicureo, non credeva negli Dei, ma solo nella sua Fortuna e nel suo Genio.
ALESSIA
Non capisco.
PROF I quattro Dei: Giove col fulmine ossia col FUOCO, Apollo con il corvo che vola nell’ARIA, Nettuno con l’ACQUA e Venus Genitrix con la TERRA sono anche i simboli delle quattro sostanze materiali degli antichi. I quattro Dei principali di Augusto sono anche il mondo materiale, la Natura. Il messaggio politico è chiaro: Cittadini romani, potete credere in quello che vi piace, negli Dei o nella Natura, ma tenete fermo che sempre miei sudditi siete.
CHRISTIAN
E quella mucca che sta sopra il coso curvo?
PROF
E’ un toro inserito nella cornice sopra il concio di chiave dell’arco ed è simbolo del Dio Dioniso.
Dioniso era il Dio dello sconfitto Antonio, però, con gli Dei non si sa mai, bisogna sempre onorarli tutti. Ma c’è anche un’altra interpretazione materialistica, astrale, il Toro rappresenta il cosmo celeste ossia la costellazione e la stella del Toro che appare nella volta celeste per annunciare la seconda parte della primavera. Anche per questo la luce dell’arco ha la proporzione di un cerchio intero, fino all’altezza del podio, e per il suo riferirsi al Cosmo qualcuno l’ha definito uno Stargate. Per esserne certi, bisognerebbe trovare dei rapporti precisi tra la posizione dell’arco e la nascita della costellazione del Toro, ma nessun astronomo e nessun archeologo finora l’ha fatto.
CHRISTIAN
Prof vuol dire che quella è la porta da cui entrano in Rimini gli Alieni?
PROF
Bè, nel caso, bisogna sperare che siano Alieni buoni, quelli che aiutano a vivere.
CHRISTIAN
Ehi ragazzi guardate, sotto le sporgenze c’è un Alieno che ci mostra la lingua.
PROF
E’ vero, sotto le sporgenze che si chiamano i ‘cieli’ delle cornici nelle due facciate dell’Arco, della trabeazione e del timpano, ci sono delle sculture che rappresentano vegetali, fiori, decorazioni ed esseri fantastici, un ippocampo, un grifone e tre Meduse, se ricordo bene, che ci fanno le boccacce. Purtroppo ragazzi nessuno ancora li ha interpretati. Un altro enigma. Non conosciamo il loro significato, perché hanno certamente un significato, non li possiamo considerare dei semplici ornamenti o ‘divertimenti’ dello scultore, in questo senso i Francesi li chiamerebbero droleries, forme figurate di carattere bizzarro scolpite per alleggerire i significati o simboli seri.
CHRISTIAN
Cos’è il timpano?
PROF
Il timpano è un termine di origine greca che significa, come vi avevo detto, triangolo, in architettura è l’elemento a due displuvi che nei templi greci antichi conclude un edificio. Qui abbiamo un timpano particolare, perché non solo è sotto un attico, cioè sotto la parte rettangolare allungata che comprende l’iscrizione, ma non copre tutta la cornice e la trabeazione come dovrebbe. Sembra quasi un elemento in movimento, sta salendo e quindi nasce dalla trabeazione o forse sta scendendo e quindi sparisce. In quest’ultimo caso si potrebbe vedere espressa la convinzione di un repubblicano nascosto, come Orazio, che ‘spera’ che l’impero appena nato stia subito tramontando, e rinasca la Repubblica…
Bè, vi sto per raccontare un’aneddoto divertente ma da non prendere sul serio. Quel mio amico, mi diceva che gli architetti greci del tempo di Augusto non potevano firmare le costruzioni da loro progettate, e questo è vero, ma una volta i due architetti greci della Porticus Octaviae – del Portico di Ottavia sorella di Augusto -, firmarono la loro produzione edilizia facendo scolpire come elementi ornamentali delle lucertole e delle ranocchie. Si chiamavano Batrachos o Ranocchia e Sauros o Lucertola. Questa storia la racconta Plinio.
Sfruttando l’aneddoto storico, il mio amico, dopo averci fatto notare che i cielo dei due lati del triangolo verso Roma presentano entrambi al quinto posto – quintus – una formella con la testa di un cinghiale – Aper –, una sera che aveva bevuto, ha cercato di farci credere, ma per burla, che l’architetto dell’Arco ci aveva rivelato il suo nome e si chiamava Quintus Aper.
ALESSIA
Da grande voglio fare l’architetto anch’io e studierò l’Arco per identificarne l’autore.
PROF
Auguri cara. Ma c’è chi crede che non sia possibile identificare l’architetto. Si può invece ricavare, dall’esame dei caratteri stilistici dell’Arco, una sorta di identità di scuola o di un preciso momento storico creativo.
Tuttavia non dovete aspettarvi un’identità stilistica augustea del tipo classico o neoclassico attico, che caratterizza l’architettura del suo periodo imperiale avanzato, come vi ho detto. Siamo in un momento che precede il neoclassicismo imperiale, l’Arco è ancora un architettura tardo repubblicana, il suo architetto si prende delle libertà rispetto alla sintassi e alla grammatica architettoniche classiche che poi non saranno permesse. Per esempio cambia la posizione tradizionale del timpano, del triangolo, in cima all’edificio, e lo mette fuori posto, in una posizione che potrebbe definirsi dinamica, per noi interessante, ma per il contemporaneo vecchio Vitruvio, se mai ha visto l’Arco, doveva trattarsi di una trovata folle, di un edificio terremotato.
L’architetto dell’Arco inventa l’architettura come fosse pittura e sembra un artista affascinato dal così detto ‘secondo stile’ pompeano, quasi un manierista ante litteram.
ALESSIA
Fico. Non ho capito una micchia. Ma sopra l’Arco cosa c’era? Sono romani quei merli, a coda di… merlo?
PROF
No, sono medievali e a coda di rondine, del tipo così detto ghibellino, Rimini è rimasta ghibellina fino alla metà del ‘200, e anche oltre, ma sicuramente i merli sono stati riparati e rifatti nei secoli seguenti. La maggior parte degli storici, sulla base di una moneta che mostra il gemello del nostro Arco sul ponte Milvio, che si trovava a Roma all’inizio della via Flaminia, afferma che vi fosse sopra una quadriga con l’immagine di Augusto. Non mi sembra però che vi sia lo spazio di larghezza necessario per una quadriga.
Perché dobbiamo conoscere e valorizzare il nostro patrimonio Culturale e mantenere viva la nostra Identità culturale.
La terza condizione delle quattro per la rinascita dell’Italia secondo la rivista “Limes” 2/2019:
“La terza consiste nel sottovalutato e poco sfruttato (da noi) marchio italiano. Secondo la classifica dei “migliori paesi” compilata annualmente da U.S. News Wordl Report, basata su interviste a oltre 20 mila personalità eminenti in 80 paesi, siamo numero uno mondiale sia per influenza culturale che per patrimonio storico-artistico. L’Italia è per stile di vita, (musica, moda, gusto, lusso, cucina eccetera) modello attraente, ovunque riconosciuto. L’italiano è quarta lingua di studio del mondo, dopo inglese, spagnuolo, cinese e prima del francese. Sommato alla nostra tuttora rispettabile caratura economica e commerciale ma emancipato dall’economicismo per essere infine visto in geopolitica, il marchio aprirebbe all’Italia spazi di influenza e ragioni di scambio estremamente favorevoli…E a scuola ognuno studi la storia del suo territorio…”
Fotografia d’apertura: lo Stargate visibile nella luce dell’arco e nella raffigurazione della costellazione del Toro.
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