"Un trionfo di banalità e la brutta sensazione di mettersi in un angolo da sé stessi, di rilegarsi alla marginalità di un’offerta mono-prodotto che po
“Un trionfo di banalità e la brutta sensazione di mettersi in un angolo da sé stessi, di rilegarsi alla marginalità di un’offerta mono-prodotto che poteva funzionare negli anni ’60 e ’70, non oltre”. Lo scrive il giornale che fa capo al Pd bellariese in articoli che Nando Fabbri posta su facebook.
Le penne che fanno capo al Pd di Bellaria, radunate nella redazione del giornale online Ottopagine, fanno a pezzi in ben due articoli la campagna promozionale promossa da Apt, Unione Prodotto Costa e Comuni della riviera romagnola, che va sotto il nome di “Meine Romagna”. Costata 1 milione di euro, spesi malissimo. L’intento è buono, scrivono, ma è “un modo vecchio, inaspettatamente vecchio, di raccontare la Romagna”. Tiè. Ad essere stroncata è “la semiotica balneare tradizionale”, un “trionfo di banalità, e la brutta sensazione di mettersi in un angolo da sé stessi, di rilegarsi alla marginalità di un’offerta mono-prodotto che poteva funzionare negli anni ’60 e ’70, non oltre”.
Un 4 meno meno, quindi, all’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini, al presidente di Upc Enzo Ceccarelli, ai vari attori del sistema turistico emiliano romagnolo e alle amministrazioni comunali. Non si salva nessuno. La critica diventa ancora più spigolosa se si considera che il giornale online è anche una creatura dell’ex presidente della Provincia Nando Fabbri, che nei giorni scorsi ha postato sulla sua pagina facebook gli articoli in questione, dal titolo “Meine Romagna … trionfo di banalità” e “Ciao mamma, sono in Romagna… trionfo di banalità 2”.
Si allarga il tiro anche alla nuova legge regionale sul turismo: “Le tante possibilità che offre una vacanza dalle nostre parti e il “carattere” dell’ospitalità romagnola non trovano spazio. Mi pare un’occasione persa rispetto ad un’idea di valorizzazione dell’intero territorio romagnolo, anche di quella parte che ancora non ha espresso il proprio potenziale, legata in una logica accessoria e subalterna al prodotto balneare, una logica che non si riesce a cambiare. La nuova legge regionale sul turismo rischia di perpetuare l’idea che la Romagna sia quella cosa lì: il secchiello e la paletta, il cappellino di paglia e la pistola ad acqua, sorrisi e selfie di una famiglia che più tradizionale non si può in un unico scenario possibile; come se non ne avessimo altri; come se questi altri non avesse un loro potenziale turistico”. Il giudizio finale è che con campagne di questo tipo “rischiamo di perdere il turismo del futuro ed accorgerci solo quando abbiamo esaurito il resto. Stiamo guardando indietro, nella volontà – forse – di ottenere qualche rapido ed effimero risultato (dubito di mercato, certo di clima interno agli operatori), ma non riusciamo a qualificare l’idea che abbiamo di noi stessi e delle cose che possiamo offrire ai nostri ospiti”. Immaginare di fare breccia nel mercato tedesco nell’anno 2016 con questi metodi, è la morale, risulta una pia illusione, figlia di “un limite culturale nostro accompagnato da un senso di sufficienza forse ancora un po’ figlio del motto du vot chi vaga”. La prossima volta, è il consiglio, raccontate “tutta” la Romagna “con un diverso coraggio, una diversa immagine e messaggio e l’idea di guardare avanti e lungo”.
Il secondo affondo è anche più tranchant del primo: “gli amici d’oltralpe non hanno idea di cosa sia la Romagna (al massimo può venirgli in mente la Romania) e chiunque si occupi minimamente di turismo sa benissimo – e a maggior ragione dovrebbe saperlo APT – che la riviera e le sue località di vacanza per loro sono “Adria”, le immagini e il claim utilizzato ci riportano dritto dritto agli anni sessanta. Una famiglia giovane che si fa un selfie (perchè siamo moderni, eh!) con alle spalle il mare e saluta così la mamma rimasta a casa. Abbiamo quindi famiglia, sole, mare e mamma. Qual è la narrazione? Cosa raccontiamo? Dov’è il riposizionamento? Si coglie al volo il sottotesto “amici tedeschi tornate a trovarci, vedete? Siamo rimasti tali e quali a 50 anni fa”. E gli amici tedeschi, si suppone, sceglieranno ancora – forse anche per questo – di andare in Croazia”.
Si diceva di Nando Fabbri e del Pd bellariese. Ottopagine è uno strumento informativo dell’associazione “Amici di Bellaria Igea Marina” il cui presidente è anche un Cagnoni boys, Marco Borroni.
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