"Le forti piogge di lunedì hanno provocato una repentina erosione". Così la Provincia spiega la decisione improvvisa di limitare il transito sul ponte. Solo due settimane fa l'allarme sul "crollo", subito smentito dal presidente Santi. I problemi non nascono oggi, sono gli interventi che arrivano tardi.
“Gli intensi eventi atmosferici di lunedì notte hanno provocato una forte e repentina erosione del letto del fiume che ha determinato una situazione tale da richiedere un approfondimento sulla stabilità del Ponte Verucchio. Per garantire il massimo livello di sicurezza si è stabilito di limitare precauzionalmente da subito il transito mediante la regolamentazione a senso unico alternato e limitazione di peso a 40 tonnellate”. La Provincia di Rimini dà l’annuncio delle necessarie precauzioni adottate e comincia col limitare la viabilità. Solo due settimane fa l’ente presieduto da Riziero Santi smentiva l’audio circolato che se da una parte esagerava il “rischio crollo da un momento all’altro”, si concludeva con le parole “penso che lo facciano chiudere” (il ponte). Nessuna chiusura totale, ma da oggi senso unico alternato e vietato superare le 40 tonnellate.
“Ho seguito e sto seguendo personalmente il fenomeno erosivo e fino al sopralluogo che avevamo svolto venerdì scorso la situazione era regolare. Le forti piogge di lunedì e l’erosione conseguente rendono ora necessario svolgere ulteriori approfondimenti a tutela della sicurezza. Continuerò a seguire di persona, insieme ai tecnici, l’evolversi di una situazione che comunque non deve suscitare inutili allarmismi”, commenta il presidente della Provincia Riziero Santi. “Nel frattempo i tecnici di Provincia, Agenzia per la sicurezza territoriale e la Protezione Civile e Consorzio di Bonifica stanno svolgendo le analisi e le verifiche più approfondite per poter decidere come procedere nell’immediato con interventi provvisori a carattere d’urgenza per ripristinare il traffico regolare nelle more della progettazione e della realizzazione di interventi definitivi. A tal proposito e al fine da monitorare la situazione e assumere decisioni ponderate e condivise è stato istituito un Tavolo presso la Prefettura di Rimini con la presenza di Provincia, Comuni coinvolti, Enti e Autorità competenti. Tutto il sistema è allertato e attento agli eventi per garantire la sicurezza dei cittadini ed eventualmente assumere ulteriori limitazioni qualora la situazione lo rendesse necessario”, informa la Provincia.
Che le forti piogge abbiano dato il colpo decisivo è ovviamente credibile. Ma sono anni che il ponte versa in condizioni “critiche” e c’è da chiedersi se Regione ed enti territoriali abbiano investito il dovuto per evitare di arrivare a questa situazione. Il Consorzio di Bonifica ha già eseguito, e in parte deve ancora completare, i lavori alla nuova traversa che ha anche l’obiettivo di fissare una quota dell’alveo al di sopra del piano delle fondazioni del ponte in modo da garantirne il ricoprimento grazie al trasporto solido del fiume, proprio per rimediare ai problemi di staticità del ponte.
Ponte Verucchio: un altro milione di euro per rimediare al crollo della briglia
Le avverse condizioni meteo non chiedono il permesso né alla Provincia, né alla Regione e né al Consorzio di Bonifica per impattare su quel tratto assai vulnerabile del fiume Marecchia.
Ma perché si è aspettato tanto per correre ai ripari? La Regione ben conosce, e non da oggi, lo stato dell’arte del ponte. Leggiamo da una delibera della giunta regionale che risale al 2014 e che si riferisce ad interventi di mitigazione del rischio idraulico e contrasto di fenomeni franosi (per un importo di 350mila euro): “Verso valle, ormai poco lontano dal ponte, si registra un fenomeno erosivo dell’alveo fluviale in corso da anni a causa di una scriteriata asportazione dei depositi alluvionali (materasso di ghiaia) che ha provocato un abbassamento del livello di base di oltre 10 metri e la formazione di un classico canyon”. E ancora: “Tutto il versante è diffusamente interessato da fenomeni franosi in stretta relazione con le litologie affioranti: crolli e ribaltamenti in corrispondenza di pendi ripidi e rocciosi, colate e scivolamenti di terra nei terreni argillosi. A questa tipologia comune di movimenti franosi si sovrappone un fenomeno che coinvolge tutto il versante attraverso un movimento profondo e piuttosto lento noto in letteratura con il termine di deformazione gravitativa profonda. Evidenze di questo movimento che interessa tutto il versante si riscontrano nel ponte che in zona attraversa il Marecchia (ponte Verucchio) caratterizzato da deformazioni compressive, indice di un ravvicinamento in atto delle due sponde. La presenza di rocce calcaree alla base del versante dove sorge l’abitato di Ponte Verucchio è senz’altro legata a movimenti importanti che in epoche passate si sono registrati lungo il versante. E’ probabile che nella determinazione di movimenti di versante a grande scala il fiume Marecchia possa avere giocato un ruolo importante; lo stesso dicasi per i movimenti gravitativi profondi che sono ritenuti responsabili di un movimento lentissimo di tutto il versante. Il quadro geomorfologico appena descritto da un’idea di come il dissesto idrogeologico sia particolarmente presente in contesto che offre elementi di forte predisposizione”.
C’è da aggiungere che il responsabile del Servizio Infrastrutture Viarie della Provincia di Rimini ha appena pubblicato l’atto di affidamento del servizio di monitoraggio al ponte ad una impresa di Bolzano: “il ponte in oggetto, in località Ponte Verucchio a confine tra i comuni di Verucchio e Poggio-Torriana, è stato costruito nell’anno 1974, dall’allora Provincia di Forlì, ed è composto da n. 5 campate con una lunghezza complessiva è di circa 170 metri ed un dislivello sul fiume sottostante di circa 20 metri; sul lato monte del ponte è posto il tubo acquedotto di Romagna Acque spa, sostenuto da una trave reticolare metallica ancorata alle pile”, si legge; “negli anni passati si sono avuti segnali del particolare stato di sollecitazione a cui è sottoposta l’intera struttura, derivante dai lenti movimenti che hanno i due opposti versanti, in quanto caratterizzati da una diversa conformazione geologica che, induce un loro “scivolamento reciproco”. Questo fenomeno geologico sta generando delle azioni che, portano allo scorrimento delle travi fino alla chiusura dei giunti tra gli impalcati, nonché deformazione del muro paraghiaia della spalla lato Torriana e conseguentemente anche dei parapetti e marciapiedi”.
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