Il commercio abusivo non è solo un fenomeno estivo

Il commercio abusivo non è solo un fenomeno estivo

L'amministrazione comunale acquista due nuovi quad per contrastare i venditori sull'arenile. Ma il commercio abusivo nei mesi invernali si posta in centro: chi lo combatte?

Chi d’estate frequenta la spiaggia, e immagino siano in tanti, non ha potuto non udire i quotidiani proclami emessi dalla Publiphono in vece dell’amministrazione riminese in proposito della lotta al commercio abusivo. Non può non ricordare come non si debba acquistare da quelle persone e che il cittadino o ospite che sia debba collaborare con le autorità segnalando il fenomeno laddove presente. E’ poi di ieri la notizia che palazzo Garampi ha acquistato due quad per intervenire sull’arenile.
Ma torniamo alla stagione invernale ed alla migrazione di quei “commercianti” verso il centro storico. Più volte è stato segnalato da Rimini 2.0 che nell’area del centro agiscono indisturbati venditori abusivi, ma nessuno si è mai posto il proposito di agire di conseguenza. Chiedere al cittadino di collaborare per poi far finta di nulla, è quantomeno avvilente, se non beffardo.
Sono sempre presenti, specie nei dintorni del mercato coperto vicino alle entrate e nei giorni del mercato settimanale, e sempre negli stessi punti. Facile quindi da perseguire, troppo, ma ciò non accade in un’area in cui il controllo del territorio da tempo non viene attuato.

A questo punto viene logico pensare che il commercio abusivo sia vietato solo nella zona della marina, e non in tutto il territorio riminese; perché mentre nella prima zona una parvenza di contrasto viene attuata, anche se con discutibili successi, nella seconda è ampiamente tollerato.
Sarebbe una domanda da porre all’assessore competente in materia, anzi competentissimo visto che il suo incarico spazia dalla sicurezza e legalità, igiene pubblica, lavori pubblici, attività economiche. Quindi senza tante diluizioni e dispersioni di autorità e responsabilità. Sarebbe inoltre un diritto della cittadinanza sapere se costoro, e ci aggiungo i mendicanti molesti, siano o meno in regola con il permesso di soggiorno, o se organici a qualche organizzazione (e il pensiero va anche al recente impietoso rapporto della DIA su Rimini).
Basterebbe percorrere la città per accorgersi dell’abusivismo commerciale e non solo, come pure della situazione in cui versa il vero commercio riminese, invece di emettere enfatici proclami in cui si asserisce che tutto va bene, e meglio di altrove. Ci si accorgerebbe anche dei tanti locali commerciali sfitti che, dal recentissimo “triste censimento” di neppure un mese fa, sono aumentati – sempre per difetto – di quattro o cinque unità.

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