La "quota variabile" della tassa rifiuti non va applicata alle pertinenze (garage, soffitte, cantine). Invece le amministrazioni comunali, non si sa bene da quando, la conteggiano e così le bollette lievitano.
Consiglio: prendete in mano le bollette della Tari (tassa rifiuti) e scoprite quanto avete pagato più del dovuto, perché la mossa successiva sarà quella di chiedere il rimborso.
Secondo il Sole 24 Ore, che ha esaminato le delibere di numerosi comuni, a sbagliare sarebbe stata anche l’amministrazione comunale di Rimini, insieme a molte altre. Ma ad un primo esame anche diversi Comuni della provincia di Rimini sono in ugual modo “colpevoli”.
Il merito di avere scoperto il “trucco” va ad un deputato pugliese pentastellato, Giuseppe L’Abbate, il quale, messo sull’avviso dal suo commercialista, ha deciso di approfondire e poi presentare una interrogazione parlamentare. La risposta del ministero dell’Economia attraverso il sottosegretario Pierpaolo Baretta, arrivata il 18 ottobre, gli ha dato ragione: “La parte variabile della tariffa va computata solo una volta, considerando l’intera superficie dell’utenza composta sia dalla parte abitativa, sia dalle pertinenze situate nello stesso comune”. Invece il Comune di residenza dell’onorevole, così come tanti altri (Rimini compreso) e non si sa bene da quanti anni, applicava la “quota variabile” anche alle pertinenze (garage, soffitte, cantine), che invece non devono pagarla. E’ accaduto in alcuni casi che la Tari in questo modo sia raddoppiata.
L’Abate interrogò il ministro con cognizione di causa e con un esempio concreto: un appartamento di 100 metri quadrati, dotato di un garage di 30 metri e di una cantina di 20 metri. Cosa aveva fatto il Comune? Aveva applicato i 2 euro della quota fissa ai 100 metri e al 50% della superficie di garage e cantina. Ma aveva anche applicato su ogni singolo cespite catastale i 141 euro della quota variabile, che risultava quindi moltiplicata per tre. Il conto? Ben 673 euro invece dei 391 dovuti.
Fra i Comuni che applicano a ogni unità immobiliare sia la quota fissa sia quella variabile, illegittimamente, ci sarebbe anche quello di Rimini.
Che fare? Armarsi dell’avviso di pagamento della Tari, leggere con attenzione il riepilogo dell’importo da pagare, le istruzioni per il versamento e il dettaglio delle somme. Qui si trovano le unità immobiliari e i relativi dati catastali, la superficie tassata, gli occupanti e la quota fissa e variabile distinta per ogni unità immobiliare. Se la quota variabile è presente anche nelle pertinenze siete stati spennati e potete chiedere il rimborso entro cinque anni dalla data del versamento. Sapendo come vanno le cose della ordinaria burocrazia, non sarà una passeggiata ottenere indietro i soldi. Si preannuncia, come ha scritto il Sole, “una nuova tempesta, fatta di ondate di ricorsi e di nuovi buchi nei conti comunali”. Torneremo sull’argomento con l’approfondimento di un esperto.
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