E' notizia di questi giorni che dopo il bilancio in perdita di oltre 3 milioni di euro nel 2019, anche il 2020 dovrebbe attestarsi sulla stessa voragine. Nel 2017 palazzo Garampi ha stretto un accordo commerciale con Eataly World pagando poco meno di 25mila euro l'anno per uno stand di 12 mq all'interno del parco agroalimentare di Bologna con finalità di promozione turistica. Accordo rinnovato anche il 3 marzo scorso, in piena pandemia.
L’ultima semestrale della società che gestisce il parco agroalimentare di Bologna (che fa capo Eataly World partecipata al 50% da Eataly e dalla società controllata da Coop Alleanza 3.0) segna una perdita di circa 3 milioni di euro. Ancora superiore il rosso nel bilancio dello scorso anno. Eataly non se la passa bene. Ha ovviamente pesato enormemente il Covid, ma al di là del clamore, e del pubblico, legato alla fase iniziale (nella foto l’inaugurazione avvenuta a fine 2017) e alla assoluta novità dell’offerta – 10 ettari di superficie occupata con le fabbriche contadine, la produzione di carni, pesce, formaggi, eccetera, le botteghe, il mercato, l’attività didattica ed altro – e a un buon 2018, far tornare i conti non è stato facile.
Ora servirà una ricapitalizzazione da «5 milioni di euro per salvare Fico», scrive il Corriere di Bologna che ha anticipato la situazione finanziaria per nulla florida di Farinetti e soci. Il quale dichiara allo stesso quotidiano: «È un’attività, quella di Fico, che non prevederà mai guadagni, non chiediamo e non abbiamo finanziamenti pubblici». Gli enti pubblici però dei soldi li stanno spendendo e nemmeno pochi. Andrea Gnassi nel 2017 ha prima approvato un accordo di collaborazione tra Comune di Rimini, Comune di Bologna, Fondazione Fico e Eataly World srl «per la valorizzazione del territorio e della cultura ad esso collegata» e poi, a seguito dell’accordo commerciale, dal 2018 al 2020 ha stanziato 73.392 euro per utilizzare un piccolo desk promozionale (“Rimini”) all’interno di Fico nel quale «promuovere tutte le opportunità turistiche culturali e storiche che offre il nostro territorio».
Palazzo Garampi ha visto in Fico la gallina dalle uova d’oro per «intercettare nuovi flussi turistici sviluppando le proprie caratteristiche e capacità attrattive». Una occasione ghiotta per la promozione turistica, insomma, «con particolare riferimento all’area della “Via Emilia” che proprio a Rimini ha il suo punto d’inizio, attraverso una serie di azioni di reciproca visibilità delle iniziative/eventi/progetti di educazione alimentare sui rispettivi canali di comunicazione».
Spiegano gli atti ufficiali approvati dal Comune di Rimini che «a seguito dell’adesione all’accordo di collaborazione di cui alla D.G.C. n. 87/2017 è stato chiesto all’Amministrazione Comunale di essere presente all’interno del parco, con un desk promozionale dove promuovere tutte le opportunità turistiche culturali e storiche che offre il nostro territorio». E a quanto pare non è stato necessario insistere troppo per ottenere l’adesione e per mettere mano ai denari dei cittadini. Il Comune di Rimini è convinto che sia «vantaggioso per l’Amministrazione aderire alla proposta», addirittura anche «in un’ottica di destagionalizzazione per l’eventuale incremento di arrivi e presenze, tenuto conto dei collegamenti giornalieri su gomma A/R, in partenza dalla Stazione di Rimini». L’accordo è stato rinnovato di anno in anno, nonostante i bilanci di Fico e l’arrivo della pandemia.
L’ultima determina dirigenziale risale al 3 marzo scorso, quando in regione erano state sospese le attività di asili nido, scuole e università come azione di contenimento del coronavirus e pochi giorni dopo per Rimini scattavano le misure più restrittive a causa della maggiore diffusione del virus.
La durata dell’accordo commerciale di utilizzo dell’area all’interno di Fico è scaduta a fine 2020 e «al termine le parti potranno concordare la prosecuzione del rapporto a condizioni che saranno successivamente stabilite».
Ora Farinetti assicura (intervista di ieri al Corriere di Bologna) che «Fico riaprirà alla grande» e che «è una realtà importante per Bologna». Saranno introdotti aggiustamenti importanti, «un nuovo layout della struttura, divisa su sette aree tematiche, gli animali saranno probabilmente spostati all’ingresso, che diventa a pagamento, si profila un maggiore impegno sull’intrattenimento e un minore spazio dedicato all’anima commerciale del parco». Per Bologna, ma per Rimini? Davvero uno stand di 12 mq al costo di quasi 25mila euro l’anno rappresentava la chance imperdibile per la promozione turistica di Rimini?
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