Il “Fellini” prova a volare sulla pista di decollo Carim

Il “Fellini” prova a volare sulla pista di decollo Carim

E' ancora piena di punti interrogativi la vicenda Aeradria, nonostante i toni anche troppo ottimistici che trapelano dalle veline istituzionali. E che

E’ ancora piena di punti interrogativi la vicenda Aeradria, nonostante i toni anche troppo ottimistici che trapelano dalle veline istituzionali. E che lasciano intendere che i soci pubblici abbiano ancora potere di condizionamento. La storia della “golden share”, ad esempio, che verrebbe riconosciuta, non si sa bene per quale grazia soprannaturale, ai soci pubblici, che pur senza soldi e con gravi responsabilità sulle spalle, continuerebbero ad avere un peso nei futuri assetti decisionali, è una favola che non avrà lieto fine. Banca Carim e i privati che si stanno faticosamente (molto faticosamente) affacciando sulla scena, non ne vogliono sapere di zavorre. Certe stagioni sono lontane anni luce. “I privati investono soldi propri e non dei contribuenti e sono necessariamente più attenti alla sostenibilità economica e quindi alla qualità della gestione dell’aeroporto”, dichiara oggi Marco Rossi di Fare per Fermare il Declino.
Il presidente e il direttore generale di Cassa di Risparmio Rimini, Sido Bonfatti e Alberto Mocchi, stanno tenendo la barra diritta sulla linea già decisa che prevede una maggioranza privata e un preciso piano industriale di rilancio. La filosofia, come scrivemmo a fine maggio, è un po’ questa: fuori i secondi. Ora cominciano a capirlo anche nei palazzi della politica, dopo che le tensioni sono state alte, anche in giorni recenti, tali da rischiare le scintille con conseguente incendio, evitato solo per un soffio. Così vanno lette le dichiarazioni rilasciate da Massimo Masini, che ha pubblicamente ringraziato Banca Carim. Con lui parlano anche il presidente della Provincia, Stefano Vitali (che oggi ha incontrato le rappresentanze sindacali dei lavoratori dell’aeroporto per informarli degli sviluppi e in particolare della presentazione al Tribunale di Rimini della nuova richiesta di concordato per la società Aeradria, spiegando che “il piano di salvataggio dell’aeroporto prevede tra le sue priorità la tutela occupazionale”) e il sindaco Gnassi, venuti necessariamente a più miti consigli.
Il primo punto interrogativo, grande come un An-225, gigante di fabbricazione russa, giusto per stare su un Paese che ha dato al “Fellini” qualche soddisfazione, è quello dei privati. Ad oggi non ci sono certezze, regna il timore di coinvolgersi, perché la partita è di quelle difficili e rischiose.
Banca Carim sembrerebbe disposta a partecipare all’aumento di capitale coprendo la metà dei 6 milioni di euro, ma gli altri chi li mette? La prossima settimana l’agenda prevede un evento che inciderà sul seguito della storia: il rinnovo del cda della Fondazione Carim. L’aria che tira è che nello sbrogliare la matassa aeroporto, conteranno sempre meno – per ragioni diverse – Comune, Provincia, Camera di Commercio e Fiera, e sempre più la banca che è tornata a giocare da protagonista sulla scena riminese nel momento in cui a guidarla non sono i riminesi.

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