«Il nuovo Mercato coperto nasce vecchio: irrisolti i problemi principali legati a quello sorto negli anni ’60»

«Il nuovo Mercato coperto nasce vecchio: irrisolti i problemi principali legati a quello sorto negli anni ’60»

«Una struttura di quelle dimensioni e destinazione costruita a ridosso del Tempio Malatestiano e dell'ex convento di San Francesco, era difficile da accettare anche 50 anni fa, ma adesso è del tutto sbagliata. Voluta per andare incontro alle esigenze dei produttori e dei commercianti che giornalmente stazionavano in piazzale Castelfidardo sia in inverno che in estate, ora mi pare che questa storia stia per essere cancellata definitivamente». Lettera.

Ho una memoria storica da cittadino riminese in pensione. Avendo vissuto in centro storico così come i miei genitori, nonni e bisnonni, ho assistito all’evoluzione della città tenendo conto anche dei racconti dei miei familiari.
Ebbene, ho visto nascere il Mercato coperto per andare incontro alle esigenze dei produttori e dei commercianti che giornalmente stazionavano in piazzale Castelfidardo con tende e coperture precarie in estate e inverno. Quindi realizzata la struttura, l’edificio è stato occupato a banchi (circa 2×4 ml – 4x4ml) con delle superfici fisse, separati da corridoi di transito per il pubblico.
Non so come e né in che modo, piano piano lo spazio pubblico in una parte del Mercato coperto è stato delimitato ad uso esclusivo di una entità commerciale facendo scomparire i banchi e i corridoi ed utilizzando la superficie come fosse un unico negozio. Cioè, so bene quando e come è avvenuto dal punto di vista delle trasformazioni che sono apparse ad un certo punto, ma non so in base a quale giustificazione formale. Per questo ho in mente da tempo una domanda: come è stato possibile che in un luogo pubblico sia potuto accadere ciò, snaturando l’impostazione che era stata data inizialmente e realizzata con soldi pubblici, in un luogo di valore storico?
Ora ho letto che addirittura il Mercato coperto dovrà essere demolito e ricostruito, e ancora una volta si sono affollati i pensieri nella mia mente. Negli anni ’60 si era in un periodo di boom economico e vi erano determinate esigenze e priorità, pertanto non si guardava troppo per il sottile, nemmeno si poneva la dovuta attenzione a dove si andava a costruire, al rispetto dei beni monumentali ed altro. Ma oggi viviamo nel 2023, la sensibilità, le conoscenze ed anche le norme si sono evolute e dunque non è necessario un grande urbanista per capire che certi interventi sono da evitare, e mi riferisco al nuovo Mercato coperto nello stesso luogo del vecchio. Occorrerebbe infatti tenere conto che:
1) si è a ridosso del Tempio Malatestiano (di cui tutti decantano il valore assoluto salvo poi lasciare i suoi dintorni in condizioni molto discutibili) e occorrerebbe garantire un certo respiro urbanistico, anche se la Curia ha realizzato a fianco della Cattedrale un intervento che a mio avviso non è tra i più pregevoli e immagino che anche per questa ragione ora taccia e acconsenta davanti al progetto di cui si sta parlando e che se non sbaglio entro il giorno 11 aprile prossimo è prevista la scadenza del bando.
2) A confine c’è un rudere che porta ancora i segni delle bombe della seconda guerra mondiale (l’ex convento di S. Francesco), ma di supremo interesse architettonico e culturale per la storia di Rimini, in quanto è stato la sede della prima Biblioteca Malatestiana, riconosciuta a livello mondiale, che ha bisogno di essere valorizzata e non imbottigliata in un “catafalco”. Se negli anni ’60 non se ne è tenuto conto ora invece si deve farlo, ma farei meglio a scrivere si dovrebbe perché mi pare che chi comanda abbia già deciso tutto e ancora una volta senza quella visione intelligente e lungimirante che da molti anni è latitante.
3) Mettendo mano all’immobile certo occorrerebbe adesso rivedere anche gli standard a parcheggio che in centro vengono sempre più a diminuire e vedo che giustamente voi battete su questo punto.
4) Sarebbe necessario anche avere una visione più ampia tenendo conto dell’area dell’Anfiteatro, ma sono consapevole che sarebbe chiedere troppo a questi amministratori.
5) E poi mi domando: che motivo c’è di collocare all’interno del nuovo immobile una superficie per gli uffici pubblici, per il centro dell’impiego, in un luogo destinato ad attività commerciali (non si sa come utilizzare gli spazi o si vuole pagare un affitto per sostenere la realizzazione del nuovo Mercato a chi gestirà l’operazione?).
6) Perché fare ristoranti all’interno del nuovo Mercato coperto visto che ci sono tanti negozi e attività nel centro che sono in vendita o in affitto e che appaiono in sofferenza?
E infine viene da chiedersi: ma se dovesse arrivare una richiesta di collocarsi in tale struttura da parte di un marchio della grande distribuzione differente da quello attuale, potrebbe essere accolta oppure no? La domanda non mi sembra peregrina e soprattutto non mi è chiaro dove sia l’interesse pubblico in tutta questa operazione, o meglio quanto ci sia di interesse pubblico e quanto di diverso.

Un pensionato che del Mercato coperto conosce la storia

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