In centro spariscono i già scarsi posti auto per far posto alle colonnine di ricarica elettrica

In centro spariscono i già scarsi posti auto per far posto alle colonnine di ricarica elettrica

Nel caso specifico ne hanno fatto le spese alcuni residenti di via Clementini, che si sono preoccupati di avanzare una proposta alternativa per recuperare qualche stallo, ma dal Comune hanno ricevuto una risposta negativa e non motivata.

Alcuni abitanti del Centro, segnatamente nella zona compresa tra le vie Cesare Clementini e limitrofe, hanno segnalato al Comune la situazione di disagio che si è venuta a creare a seguito della soppressione di alcuni posti auto riservati ai residenti, spariti per far posto a due stazioni di ricarica per vetture elettriche. Questo accade a Rimini sedicente città “green”, anche se poi non importa ad alcuno che l’energia elettrica si produce ancora per lo più tramite la combustione di carbone e petrolio, e se le suddette colonnine potevano essere meglio collocate nel vicino parcheggio a ridosso della stazione ferroviaria; ma questa è storia a parte.
Gli stalli sono quattro, pochi per alcuni, ma in una città che soffre enormemente per la mancanza di parcheggi, risultano un numero considerevole; tanti. Soprattutto in Centro, laddove non furono in passato previsti posti auto o autorimesse quando sono state costruite – o fatte costruire – le abitazioni del dopoguerra. Anche se i nostri fini amministratori si adoperano per loro missione a rassicurarci che il problema è inesistente.

I cittadini hanno inoltrato un’istanza al competente ufficio del Comune di Rimini segnalando l’inconveniente, ma anche proponendo una soluzione fattibile per rimpiazzare gli stalli eliminati.
“Il numero dei posti auto era già di per sé limitato, ma attualmente è estremamente difficile trovare un parcheggio riservato ai residenti, costretti ad allontanarsi eccessivamente dalle proprie abitazioni, ricorrendo anche al servizio a pagamento e con ciò vanificando le autorizzazioni ottenute”, hanno scritto. “Pur comprendendo la necessità delle installazioni di cui sopra”, cioè delle colonnine per le ricariche delle auto elettriche, “peraltro allo stato poco utilizzate, si ritiene che ciò non debba comportare un sacrificio inadeguato per i residenti”. La loro ragionevole proposta agli amministratori pubblici, accompagnata dalle firme, è stata quella di “valutare la possibilità di recuperare i posti auto soppressi utilizzando alcuni spazi attigui ai contenitori per i rifiuti solidi urbani, collocati dal lato opposto della strada, ed altri in prossimità dell’incrocio con Via Aponia, prima dell’attraversamento pedonale. Il tutto come da foto che si allega nella quale sono evidenziate le zone che potrebbero essere utilizzate, senza alcuna pretesa di indicare le soluzioni che potrete comunque trovare per conciliare le opposte esigenze”.
Un modo di porsi rispettoso, costruttivo, propositivo e dialogico ma, per contro, hanno ricevuto dai preposti una risposta carente, generica e priva di motivazioni soprattutto tecniche; in sostanza nel perfetto copione riminese di ciò che avviene tra le locali istituzioni e i sudditi – pardon – cittadini amministrati: “Con riferimento all’istanza si comunica che questa Amministrazione Comunale purtroppo, nonostante abbia proceduto alla verifica della situazione della sosta nell’area in oggetto, attualmente non può accogliere la richiesta di incrementare gli stalli di sosta residenti presso via Clementini e la proposta progettuale avanzata. Si rimane a disposizione per eventuali chiarimenti”. Come si può notare, non è stata indicata la ragione per la quale la richiesta non è stata accolta.

Se questi cittadini, perché così sono per chi scrive, avessero chiesto uno spazio per installare un dehors, o una piattaforma conviviale che sia, per allestire tavolini e sedie spesso alla bell’e meglio, c’è da scommettere che non avrebbero avuto alcun problema. A Rimini una richiesta del genere non si nega a nessuno, anche in posizioni improbabili, ma un parcheggio sì perché, come si narra, la carenza non sussiste. E a riprova di ciò basta recarsi in zona mare, e non solo, laddove, nonostante sia stata eliminata la quasi totalità dei parcheggi, anche gli sparuti residui vengono concessi in uso alle attività di ristorazione.
In sostanza costoro hanno solo chiesto di ripristinare alcuni stalli destinati a diversi scopi, peraltro – come già detto – con motivazione di fattibilità, ma siccome a Rimini ci si comporta come se il problema dei parcheggi non esistesse, la loro domanda non solo non è stata accolta ma nemmeno motivato il diniego. Forse il “torto” di questi cittadini è quello di non avere bisogno di un dehors, e non è poco.
Che dire: non disturbiamo questi amministratori con tali inezie, non creiamo loro inesistenti problemi, non distogliamoli dalla visione virtuale della città ma soprattutto non distraiamoli dall’attuale impegno per propagandare gli eventi musicali che ci raggiungeranno, o per far diventare Rimini capitale della (q)ultura 2026 con modelli del tutto discutibili e contraddizioni lampanti che investono il patrimonio culturale. “Gli dei vivono in un intermundia” (Epicuro). Ma se volessero scendere sulla terra, questi dei, e riconsiderare la concreta e quotidiana esigenza di comuni mortali alle prese con una città senza parcheggi (e a farsene carico sono chiamati coloro che hanno la responsabilità di amministrare la città), beh, sarebbe una bella svolta… culturale.

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