Il Pd “da spiaggia”: quello di oggi rispetto a quello di ieri

Il Pd “da spiaggia”: quello di oggi rispetto a quello di ieri

Maurizio Melucci racconta cose sulla Bolkestein e dintorni, che noi mortali non riusciamo nemmeno a immaginare. Ma Sandro Baschetti intavola un altro racconto: le posizioni passate e presenti del partito democratico riminese (ma anche della Regione) e dei suoi moschettieri su concessioni e proroghe elastiche. Lettera.

Dopo aver letto attentamente ciò che scrive Maurizio Melucci su Chiamamicittà, a proposito della Bolkestein, la risposta che istintivamente mi sono dato è che per qualcuno la verità è solo questione di raccontarla …come si vuole.
La prima grande assurdità è quella di citare come difensore della “Legge Europea” l’ex presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, colui che per primo in Italia si inventò una legge regionale che dava ai concessionari vent’anni di proroga, ovviamente subito annullata.
Forse però la normativa più ridicola, con protagonista il P.D., la si è avuta quando il Governo giallo-rosso fece la proroga fino al 2033, per dimostrare che era più bravo e più buono del precedente Governo giallo-verde, che aveva limitato la stessa proroga al 2030.
Se queste sono le prove più inconfutabili per stabilire da che parte è sempre stato il P.D., sono tantissime le prese di posizione di questo partito contro la normativa dei bandi, compresa la proposta più recente che ha spiegato dettagliatamente l’assessore regionale Corsini, consistente in tre momenti: riconoscere le famose buonuscite, discriminanti a favore dei bagnini, ed infine che le stesse Regioni devono aggiungere ulteriori regole sempre a favore degli attuali concessionari.
Un vero e proprio pastrocchio normativo che ovviamente l’Europa avrebbe sicuramente annullato nel giro di qualche settimana, ma utile, come rivendica Melucci, per affermare che tutte le colpe sull’attuale situazione sono responsabilità della Destra e dei bagnini riottosi.
Fatti i conti con l’oggettiva realtà, però, appare del tutto evidente che nel P.D. di Rimini è in atto una vera e propria operazione di revisionismo: citare la “giravolta” di Gnassi è perfino banale, mentre più politico è il caso della Giunta di Rimini che sembra comportarsi da “ultimo arrivato”; basta mettere a confronto le posizioni di un mesetto fa con quelle di oggi, dove si è passati dal “facciamo una variante al Piano spiaggia come vogliono i bagnini”, e dove la Bolkestein era comunque una iattura, ad accorpamenti del tutto simili a quelli previsti nell’attuale Piano spiaggia, ma per non perdere la faccia si ripropone l’esigenza di portare avanti una variante giustificata da una teorica riduzione della lunghezza degli accorpamenti (stabilimenti balneari), ma che in realtà hanno la stessa grandezza di quelli previsti attualmente (tre bagni ed un bar).
Più semplice, ma anche giusto, sarebbe stato affermare che il vecchio piano partiva dalle concessioni in essere, mentre oggi con i bandi si può partire da un teorico “foglio bianco”, dove prevedere il meglio comprese le spiagge libere, ma anche un sinergico rapporto con il Parco del mare, strada che forse era da pensare prima di fare questo estemporaneo intervento, vedi anche tutta la connessa questione mobilità.

Sandro Baschetti

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