Il presidente Carim replica alle critiche: ecco chi ha inguaiato la Banca

Il presidente Carim replica alle critiche: ecco chi ha inguaiato la Banca

Egregio Signor Forte, ci è stata segnalata la Sua analisi sulle vicende di Banca Carim (‘C’era una volta una banca’) che ha voluto diffondere su un si

Egregio Signor Forte,
ci è stata segnalata la Sua analisi sulle vicende di Banca Carim (‘C’era una volta una banca’) che ha voluto diffondere su un sito di informazione (‘Rimini 2.0’) e su un quotidiano locale (‘La Voce’). Ogni segno di attenzione da parte della stampa ci aiuta a riflettere sul nostro operato; associamo alla libera espressione del diritto di critica i fondamenti del controllo democratico, ne accettiamo le conseguenze reputazionali, ne facciamo oggetto di attenta riflessione per migliorare il nostro lavoro e la qualità dei nostri servizi.

Siamo tuttavia altrettanto fermamente convinti che ogni manifestazione del pensiero, come quella che ci occupa, può essere considerata rientrante nel diritto di critica e di cronaca solo se si basa su affermazioni fondate. Ci pare quindi doveroso chiarire alcuni aspetti, affinché si possa procedere a una più oggettiva lettura dei fatti che Ella rappresenta.

Lei sostiene che il ‘passaggio da una dinamica gestione manageriale’ (che si suppone sia quella ante-commissariamento) ‘ad una burocratica riduzione di ipotetici rischi di concentrazione’ (che si suppone operata dalla gestione commissariale o, ancor peggio, dall’attuale gestione della Banca – visto che il Suo contributo compare a tre anni dalla fine del Commissariamento -) ha in realtà “generato nuovi rischi in quanto riducendo il credito ai settori portanti dell’economia riminese (turismo ed edilizia) ha reso insostenibile la gestione in molte aziende costrette al fallimento o, comunque, alla cessione coattiva dei propri immobili, con effetti negativi cumulativi sulla crisi immobiliare che è esplosa in misura nettamente superiore rispetto alle province limitrofe”.

Poco più avanti sostiene che la Cassa di Risparmio di Rimini “ha subìto crescenti perdite su crediti perché i beni sottratti alle imprese per essere venduti all’asta continuavano a perdere valore proprio per effetto delle decisioni creditizie (?)”.

Ora, ci pare che un concetto escluda l’altro: è proprio in virtù di un ‘reale’ e non ‘ipotetico’ rischio di concentrazione che la Banca si è trovata molto esposta sui due settori economici che più di altri hanno sofferto la crisi. Come del resto viene insegnato anche al più giovane studente in materie economiche, nella gestione bancaria la ‘diversificazione del rischio’ è sinonimo di sana e prudente gestione.

Nel nostro caso, è difficile non condividere il giudizio della Banca d’Italia (sia pure formulato a posteriori, come tutti i giudizi) secondo il quale una politica del credito basata su una maggiore diversificazione sia dei prenditori, sia delle categorie finanziate, avrebbe certamente evitato, o quanto meno contenuto, l’importante deterioramento del portafoglio crediti della Banca.

Quanto alla “dinamicità” delle precedenti gestioni, ci domandiamo se Ella intenda alludere ad ipotesi di finanziamento di iniziative contrassegnate da una oggettiva sproporzione tra sostegno finanziario assicurato dalla Banca, e “mezzi propri” immessi dagli imprenditori finanziati: iniziative il cui insuccesso è inevitabilmente destinato a scaricarsi quasi esclusivamente sulla Banca, dando vita ad un fenomeno che neppure Lei potrà giudicare encomiabile.

Sorprende inoltre che Carim sia accusata di avere ‘sottratto’ beni alle imprese, e non si presti alcuna attenzione alla oggettiva circostanza che sono stati questi Clienti ad essere i primi a venire meno ai propri impegni (di restituire alla Banca quanto ricevuto a prestito): e ciò senza prestare alcuna attenzione alle occasioni (non rare) nelle quali alle oggettive difficoltà provocate dalla crisi si sono accompagnate manovre che i Tribunali hanno individuato come semplicemente distrattive.

L’accusa – se abbiamo capito bene – di avere contribuito al fallimento di molte imprese per avere ridotto il credito loro originariamente concesso, oltre ad essere ingenerosa (ed a nostro avviso immeritata), pecca di due grossolane sviste: non considerare che non è possibile ridurre il credito a chi se l’è preso, e non lo restituisce più; e che Rimini è piena di banche pronte a subentrare nella relazione di clientela ad una banca che se ne ritiri, se il Cliente è “buono”: ma per l’appunto “se” il Cliente è buono!

Alla lamentela sollevata sulla asserita necessità per la nostra Banca di una “alleanza con le imprese per uscire dalla crisi”, non abbiamo obiettato noi, ma un giornalista – su un quotidiano di qualche giorno fa – che “per ora possiamo solo dire che sono state molte aziende “eccellenti” del territorio, con fallimenti e concordati milionari, a inguaiare la banca riminese”.

Noi possiamo se mai aggiungere che i riminesi che sono venuti meno ai loro impegni non hanno soltanto inguaiato la Banca, ma anche i loro concittadini, che hanno rischiato di trovarsi privati di un fondamentale riferimento per le loro imprese e le loro famiglie.

Nonostante il peso, innegabile, delle richiamate strategie “dinamiche” del passato, che non hanno potuto conseguire i risultati attesi, e nonostante un contesto nel quale il sistema bancario nazionale continua a registrare una diminuzione del credito concesso alla clientela, invece del ‘progressivo allentamento della capacità di credito’ che Ella ci imputa – non sappiamo sulla base di quali “numeri” -, la Banca ha registrato, nel solo 1° semestre 2015, l’erogazione di 107,9 mln di nuovi finanziamenti a beneficio di oltre 2.200 clienti, confermandosi punto di riferimento per famiglie e piccole e medie imprese, per garantire supporto finanziario al tessuto imprenditoriale dei territori di insediamento: sono cresciuti i Mutui alle famiglie per acquisto abitazioni del 24,7% (23,5 mln) e i finanziamenti alle Imprese del 49,3% (79,8 mln).

Naturalmente si poteva fare di più: si può quasi sempre fare di più (e relativamente al problema del deprezzamento degli immobili messi all’asta indiscriminatamente la banca sta già facendo “di più”). Il momento resta però difficile, e tutti i contributi che vanno nella direzione di suggerire miglioramenti, anche denunciando difetti, sono benvenuti: purché, però, sorretti da onestà intellettuale e correttezza informativa.

Ringraziamo in anticipo per avere inteso ospitare anche la nostra opinione.

BANCA CARIM

Il Presidente
Prof. Avv. Sido Bonfatti

Rimini, 25 settembre 2015

COMMENTI

DISQUS: 0