Il turismo emiliano romagnolo letto attraverso la lente dei club di prodotto e dei progetti di promocommercializzazione. Due terzi di progetti con
Il turismo emiliano romagnolo letto attraverso la lente dei club di prodotto e dei progetti di promocommercializzazione.
Due terzi di progetti con irregolarità. Su 9 progetti presentati dalle aggregazioni di imprese aderenti alle Unioni di Prodotto per l’anno 2014 ed estratti a campione per i controlli previsti dalla legge, ben 6 hanno evidenziato irregolarità. E per la prima volta lo stesso controllo ha portato alla revoca totale del co-finanziamento per un soggetto. Motivo? L’importo del progetto rendicontato e ammissibile a liquidazione è risultato inferiore al 60% dell’importo ammesso a cofinanziamento. Fra i nove esaminati due erano dell’Unione appennino, uno Città d’arte, un altro Terme e i rimanenti della Costa. Le irregolarità hanno comportato tagli di spese non ammissibili, anche se l’importo del progetto rendicontato e ammissibile a liquidazione è comunque risultato superiore al 60% della somma ammessa a cofinanziamento. Le verifiche hanno riguardato anche tutti gli originali delle fatture e dei certificati di pagamento per appurare che le spese rendicontate siano state effettivamente sostenute. Fra le voci di spesa non ammissibili che più di frequente sono state riscontrate, ci sono spese non attinenti alla promocommercializzazione turistica o che riguardano attività non direttamente ricollegabili al progetto cofinanziato, così come spese di gestione ordinaria o relative ad annualità diverse dal 2014, fatture non saldate e spese per imposte. Viene da chiedersi quale sarebbe il risultato se il campione delle imprese prese in esame fosse più alto (attualmente è del 15%).
C’è un altro dato che non passa inosservato: nel 2013 sono raddoppiati (da 8 a 16%) i progetti che in corso d’opera hanno avuto difficoltà a gestire i piani di marketing e che sono stati costretti ad apportare molte variazioni. Non più del 52% delle imprese (dato in leggero miglioramento rispetto al 2012) ha realizzato le azioni di promocommercializzazione nel modo in cui le avevano previste nel progetto iniziale.
L’anno che ha segnato una evidente crisi nel turismo, ovvero il 2013 (dati negativi sia negli investimenti delle imprese, che nei co-finanziamenti), ha visto anche 11 progetti ritirati (erano stati 5 nel 2012), anche se avevano ricevuto una valutazione media. Su 74 progetti che la Regione ha co-finanziato nel 2013, solo 63 hanno realizzato le azioni di marketing previste. Negli ultimi tre anni la Regione ha messo a disposizione, in fase preventiva, sempre la stessa cifra (circa 2,6 milioni di euro) ed in nessuno dei tre anni la cifra è stata utilizzata appieno dal sistema privato che si è fermato a 2.375.272 (2011), 2.249.493 (2012) e 2.039.366 nel 2013, una delle cifre più basse.
Cresce il turismo culturale, va forte il cicloturismo, scomparso quello scolastico. Se si guarda al 2013 (ultimo dato elaborato disponibile) la graduatoria dei prodotti turistici vede il turismo culturale salire al terzo posto (era al quarto nel 2012) per investimenti dei club di prodotto e per numero di progetti. Al primo c’è la “diversificazione del balneare” classico (quasi 2,7 milioni di euro, il 30% del totale degli investimenti) e al secondo il turismo della salute e del benessere. Il turismo sportivo è in quarta posizione (i progetti che lavorano sul turismo sportivo come motivazione principale di vacanza in Emilia Romagna sono in calo anche se questo prodotto rappresenta il 15% del totale degli investimenti) e a scendere si trovano turismo congressuale e Mice (Meeting, Incentive, Congressi ed Eventi), turismo verde, esperienziale, enogastronomico e, in fondo a quota zero, quello scolastico. Se si allarga l’angolo di visuale agli ultimi tre anni si vede che il turismo culturale ha continuato ad aumentare gli investimenti in promozione mentre quello sportivo è precipitato da più di 2 milioni di euro (2011) a 1,3 milioni. Ciò nonostante il turismo sportivo rimane uno dei punti di forza del sistema regionale ed il cicloturismo è il prodotto turistico più forte.
A proposito di turismo culturale, motori e musica catturano molto l’interesse dei mercati stranieri. Il tema dei motori rappresenta oggi una motivazione di vacanza per svariate “tribù” di appassionati: da chi partecipa agli eventi negli autodromi, a chi va in moto, a chi cerca “emozioni” nei marchi locali come Ferrari e Ducati. L’accoppiata musica-enogastronomia macina risultati.
Il turismo sportivo riesce a migliorare gli indicatori relativi a arrivi, presenze e fatturato. Tra gli operatori più soddisfatti quelli che lavorano su bike.
In frenata il turismo congressuale. Emerge sempre dai dati 2013 che i progetti presentati in questo filone, insieme al Mice, sono crollati del 50%, pur avendo investito budget molto alti. Ma complessivamente si mantiene nella percentuale del 9% e vede l’investimento medio più alto fra tutti i prodotti del portafoglio regionale: 174 mila euro in marketing, contro meno di 150 mila della diversificazione del balneare, dello sportivo o della cultura, oppure ai 100 mila euro del turismo verde.
Montagne di denaro investito. Dal 1999 al 2013 le aggregazioni private hanno investito oltre 152 milioni di euro, il co-finanziamento regionale è arrivato a 44 milioni 581 mila euro, per un totale di quasi 200 milioni. Sarebbe interessante incrociare il dato degli investimenti con quello di arrivi e presenze nei 15 anni. L’anno d’oro per gli investimenti fu il 2003 (oltre 20 milioni di euro), per arrivare ad un crollo solo tre anni dopo: 8 milioni di euro (la cifra più bassa mai raggiunta, ma il 2013 non si discosta di molto con poco più di 9 milioni, mentre era stata di 10,7 milioni nel 2012). Dal 99 al 2013 il finanziamento regionale ha inciso sempre meno sugli investimenti totali.
In 15 anni di legge 7 sono nate 80 tipologie di prodotti turistici.
L’Unione Costa fa man bassa di finanziamenti ma procede come il gambero. In questi quindici anni, le imprese che hanno ricevuto la quota maggiore del co-finanziamento regionale sono state naturalmente quelle dell’Unione Costa.
Il 57% dei co-finanziamenti sono serviti a realizzare le azioni di promocommercializzazione degli operatori della Riviera Adriatica, che per numero di progetti e qualità, hanno ricevuto dalla Regione oltre 22 milioni di euro.
La restante parte è stata suddivisa tra le altre 3 Unioni: Città (15%), Terme (16%) e Appennino (12%). Ma se si guarda al 2013 i cambiamenti avvenuti sono rilevanti: la Costa riceve il 47% dei cofinanziamenti della Regione, mentre la Città è passata al 25%.
Dal 99 ad oggi le imprese dell’Appennino sono quelle che hanno sofferto di più: i circa 500.000 euro ricevuti dalla Regione quindici anni fa, sono diventati 177.000 nel 2013. Non va meglio alle Unioni Terme e Costa.
L’unica Unione che ha portato avanti un percorso abbastanza lineare di crescita dei co-finanziamenti è quella delle Città d’Arte.
L’Unione Prodotto Costa ha perso in corso d’opera la maggior parte dei progetti e questo mette in luce la difficoltà del sistema delle imprese nei confronti delle attività di promozione turistica.
Puccio Carlini
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