Unindustria: la ripresa economica nazionale traina anche Rimini, dove però l’edilizia resta al palo

Unindustria: la ripresa economica nazionale traina anche Rimini, dove però l’edilizia resta al palo

Tutto quello che di positivo si muove nell'economia riminese lo si deve alle politiche nazionali. Sul fronte dell'edilizia, dove Rimini sconta l'immob

Tutto quello che di positivo si muove nell’economia riminese lo si deve alle politiche nazionali. Sul fronte dell’edilizia, dove Rimini sconta l’immobilismo sugli strumenti urbanistici, il quadro resta molto negativo. E’ quanto emerge dai dati di Unindustria che fotografano il primo semestre 2015.
Applausi a Renzi. Le riforme del governo (Jobs Act, riforma della Pubblica Amministrazione e “Sblocca Italia”), il calo del petrolio, la svalutazione dell’euro e il quantitative easing, fanno parlare gli industriali di Rimini di ottimismo, seppure cauto. E con l’annunciato taglio su Imu, Tasi e Ires e la diminuzione della pressione fiscale, le cose andranno ancora meglio. “A livello nazionale sembra esserci la volontà di muoversi nella giusta direzione”, dice il numero uno di Unindustria Rimini, Paolo Maggioli. Ma non lo stesso si può dire del governo territoriale, come vedremo.
“Sembrano manifestarsi segnali d’inversione di tendenza con una ripartenza dei fatturati e degli ordini che per innescare una reale ripresa, dovranno consolidarsi ed incrementarsi anche nei prossimi semestri”.

I numeri parlano di aumento del fatturato del +5,10% (+5% per quello interno e +5,20 per quello estero) per le aziende campione prese in esame. Segno più anche per gli ordini (42,10%), l’occupazione (+1%) e la produzione, in aumento per il 36% delle imprese e stazionaria per il 53,30%. Gli ordini sono in crescita per il 39,50% delle aziende e stazionari per il 48,70%; gli ordini esteri sono previsti in aumento dal 31,50% e stazionari dal 59,30%. L’occupazione è prevista stabile per l’80,60% e in crescita per il 16,70%.
Permane il razionamento del credito, ma per gli ultimi tre mesi, quando si fa riferimento alla propria aziende, le imprese interpellate hanno dichiarato nel 63,64% dei casi che la concessione del credito sembra essere stata meno selettiva. Per quanto riguarda il credito alle famiglie e in particolare la situazione dei mutui, da informazioni pervenute da FIAIP, risulta che sia le richieste sia l’erogazione di mutui sono in crescita.
“La stagione estiva chiusa con segno positivo, il dinamismo del comune di Rimini che sembra indirizzato a dare un nuovo volto alla città nel segno della cultura, di infrastrutture efficienti, del risanamento ambientale e di quello del centro storico. La pubblicazione del bando del “Parco del Mare” per il tratto piazzale Boscovich-Miramare, è un segnale molto positivo che auspichiamo possa essere colto dagli operatori economici. Da parte nostra sottolineiamo che, come abbiamo detto in altre occasioni, questo possa consentire di realizzare iniziative che abbiano un margine economico positivo”.
Note dolenti per l’edilizia: “Dall’inizio della crisi ad oggi le aziende iscritte ad Ance Rimini sono passate da circa 60 a 41. Di queste, secondo la Cassa Mutua Edile di Rimini, quelle attive con cantieri aperti sono 23. Prendendo in esame il trimestre aprile-giugno dal 2014 al 2015 le aziende iscritte alla Cassa Mutua Edile di Rimini, sono passate da 325 a 291 (-10,5%). Dal 2008, quando erano 630, il calo è stato del 53,1%. I lavoratori sono passati dai 1.595 del 2014 ai 1.282 del 2015 (-19,6%). Dai 3.267 del 2008 il calo è stato del 60,8%”.
Unindustria ribadisce che “la ripresa dell’edilizia ha come premessa una riduzione della tassazione sul bene casa che dall’abolizione dell’Ici, con l’introduzione di Imu, Tasi e Tari, a livello nazionale è quasi raddoppiata”. E si augura “che Rimini giunga alla chiusura dell’iter per l’approvazione di PSC e RUE entro la fine dell’anno. Infatti, l’edilizia a livello locale, dopo più di quattro anni di incertezze normative sommate alla crisi più generale, ha necessità di potersi riferire a strumenti urbanistici definitivi per mettere in atto i propri progetti e partire dalle ristrutturazioni con particolare riguardo alla riduzione dei consumi energetici, al consolidamento strutturale antisismico, ma anche a nuove iniziative per rispondere ai bisogni del territorio nel rispetto di uno sviluppo ecosostenibile”.

Preoccupa la situazione dell’aeroporto Fellini e l’auspicio è che “il ricorso al Consiglio di Stato possa risolvere le incertezze in tempi brevi per non perdere tutte le occasioni di crescita dello scalo la cui operatività è determinante per lo sviluppo dell’economia riminese.
Da parte nostra continueremo a sostenerlo come fatto fino ad oggi: la presenza di alcuni imprenditori nella compagine sociale e le nostre numerose prese di posizione ne sono una conferma. In questo senso, è determinante che tutte le categorie economiche, le istituzioni, la Fiera e il Palacongressi di Rimini, continuino a sostenerlo”.

Unindustria alleggerisce la posizione sulla Fondazione Carim e nonostante il trattamento ricevuto in occasione del rinnovo del cda della Banca, si dice disponibile al confronto sul futuro dell’Istituto di credito di piazza Ferrari, ma lancia un messaggio chiaro: “Serve condivisione con il mondo imprenditoriale altrimenti sarà difficile andare avanti”. Forse prevedendo che d’ora in poi gli industriali saranno indispensabili per garantire quella ricapitalizzazione di cui Carim ha assoluta necessità e stavolta sarà impossibile lasciarli fuori dalla porta.

L’indagine congiunturale di Unindustria Rimini nel dettaglio
(Consuntivi Primo Semestre 2015 – Previsioni Secondo Semestre 2015)

L’Indagine Congiunturale sulla situazione economica della provincia di Rimini, effettuata dall’Ufficio Economico di Unindustria Rimini, e relativa ai dati consuntivi del primo semestre 2015 e alle previsioni per il secondo semestre 2015, è riferita ad un campione di aziende del comparto manifatturiero e dei servizi, e non comprende il settore delle costruzioni.
Inoltre, i dati elaborati sono stati raccolti prima che a livello macroeconomico uscissero i dati sulla crescita mondiale (più lenta del passato e delle attese), sulle perplessità di crescita dei paesi emergenti (in particolare con l’aggravamento della recessione in Brasile) e si manifestasse la violenta correzione di borsa in Cina.
L’indagine conferma i segnali di miglioramento che si erano manifestati nella precedente rilevazione. Si è ancora lontani dai livelli pre-crisi, ma intanto è importante riuscire a consolidare i risultati positivi che si cominciano a manifestare in tutti gli indicatori significativi.

SITUAZIONE PRIMO SEMESTRE 2015
I dati consuntivi del primo semestre 2015 sono sostanzialmente positivi nei principali indicatori.

Fatturato totale: +5,10%, rispetto al primo semestre 2014, per il campione preso in esame. Fatturato interno (+5%), estero (+5,20%).
Con riferimento alla classe dimensionale delle imprese, la performance migliore nel fatturato totale la registrano le piccole imprese (+8,40%), che sono però anche quelle che hanno visto un calo nel fatturato estero (-3,4%).
Nelle medie imprese il fatturato totale è aumentato del 6,40% e, in questo caso, è stato il fatturato estero ad essere trainante (+12,60%).
Le grandi imprese hanno registrato un aumento del fatturato totale del 3,20%, di quello interno del 5,70% e di quello estero dello 0,60%.
Il grado di internazionalizzazione delle imprese, inteso come percentuale di fatturato estero sul totale, si attesta in media al 51% con una percentuale del 61,30% nelle grandi aziende, del 42,70% nelle aziende comprese fra 50 e 249 addetti e del 35,40% nelle aziende con meno di 50 dipendenti.
Produzione: +0,30% rispetto al stesso periodo del 2014. Incremento determinato dalle piccole imprese (+3,30%) e dalle grandi (+1,10%), mentre quelle con un numero di dipendenti compreso fra 50 e 249 hanno registrato un calo (-1,1%).
Occupazione nel primo semestre 2015 è aumentata (+1%).
Ordini totali: per il 42,10% in aumento, per il 23,70% in diminuzione e per il 34,20% stazionari. Gli ordini esteri sono in aumento per il 44,20% del campione, stazionari per il 40,40% e in diminuzione per il 15,40%.
Giacenze: in aumento per l’11,10% del campione, stabili per il 73% e in diminuzione nel 15,90% dei casi.
Costo delle materie prime: in aumento per il 40% delle imprese, stazionario per il 57,10%, in calo per i il 2,90% delle aziende (fra cui nessuna grande impresa).
Difficoltà nel reperimento del personale solo il 2,70% delle aziende la considera molto elevata, l’11% elevata, mentre il 34,20% del campione non riscontra alcuna difficoltà, il 20,50% bassa e il 31,50% media difficoltà.

Analizzando i principali settori merceologici si può vedere che il metalmeccanico e l’agroalimentare sono quelli che hanno i dati complessivamente migliori, mentre il settore legno è quello che soffre maggiormente

Confronto con semestri precedenti
Si vanno consolidando i recuperi in termini di fatturato, produzione ed occupazione e per quel che riguarda gli ordini esteri si registra il miglior dato degli ultimi anni.
Anche il dato riferito agli ordini totali si attesta su livelli decisamente positivi: il saldo fra le imprese che li hanno visti in aumento e quelle che li hanno avuti in diminuzione è positivo di quasi 20 punti percentuali.
Rimane bassa la percentuale di aziende che hanno visto un aumento delle giacenze, dato coerente con il minor incremento della produzione rispetto alla variazione del fatturato.

PREVISIONI SECONDO SEMESTRE 2015
Le attese degli imprenditori, relative al secondo semestre 2015 confermano, ritoccandole, le sensazioni positive già evidenziate nella precedente rilevazione.

Produzione: in aumento dal 36% delle imprese, stazionaria per il 53,30% e in diminuzione per 10,70% delle aziende campione.
Ordini totali: il 39,50% degli imprenditori prevede una crescita, il 48,70% stazionarietà e l’11,80% una diminuzione. Gli ordini esteri sono previsti in aumento dal 31,50% del campione, per il 59,30% saranno stazionari e per il 9,30% in diminuzione.
Giacenze: stazionarie per l’80,60% del campione, in aumento per il 6,90% e in diminuzione per il 12,50%.
Occupazione: previsioni stazionarie per l’80,60% delle imprese, in crescita per il 16,70% e in calo per il 2,80%.
Ricorso alla cassa integrazione il 63,90% delle aziende del campione lo esclude. Il 13,90% lo considera poco probabile e il 22,20% lo considera probabile (il 15,30% probabile ma limitato e il 6,90% probabile e consistente).

Confronto con semestri precedenti
Il dato relativo alle previsioni sulla produzione fa emergere un aumento della percentuale di imprese che la prevede in aumento rispetto alle ultime rilevazioni e un calo di quelle che la prevedono in diminuzione. Il saldo è positivo di oltre il 25%.
Stessa dinamica negli ordini totali e in quelli esteri: aumento delle imprese che prevedono ordini in aumento e diminuzione delle imprese che si aspettano un calo degli stessi, con un saldo positivo che è decisamente migliore rispetto a tutte le rilevazioni degli ultimi 18 mesi.
Anche per quel che riguarda il dato relativo all’occupazione ci sono segnali incoraggianti: nonostante la percentuale di imprese che prevede un aumento sia leggermente inferiore rispetto a sei mesi fa, il saldo positivo fra chi le presume in aumento e che se le aspetta in diminuzione, cresce (rispettivamente 13,9% contro 6,5% di sei mesi fa), perché sono molto poche le aziende che pensano che l’occupazione si ridurrà. Se pensiamo che la rilevazione 18 mesi fa aveva aspettative con saldo negativo, si può cominciare ad intravedere un cambio di prospettiva.
Le giacenze continuano a rimanere perlopiù stazionarie con una diminuzione rispetto alle precedenti rilevazioni sia di chi le prevede in aumento, sia di chi le prevede in diminuzione.

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