Il presidente Enac fa il tifo per l’accorpamento dell’aeroporto di Rimini con Bologna, Firenze e Pisa

Il presidente Enac fa il tifo per l’accorpamento dell’aeroporto di Rimini con Bologna, Firenze e Pisa

Vito Riggio immagina il futuro del Fellini dentro il sistema dell'Italia centrale. "Gli aeroporti effettivi non sono più di 25, gli altri 10-12 hanno una funzione sociale perché servono territori isolati o turistici, ma sono in difficoltà. Molti sono falliti e hanno portato i libri in tribunale come Rimini. Quando riescono a rimettersi in piedi, con nuovi capitali, durano davvero poco".

“Firenze e Bologna dovrebbero accorparsi in un unico sistema, unendo anche Pisa e Rimini”. Parola di Vito Riggio, presidente di Enac. Ragiona per poli il numero uno dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile e sostiene che solo in questo modo si potrebbero creare sinergie, sfruttando al meglio le potenzialità sul mercato degli scali. Oltre al sistema veneto, a quello lombardo (al quale per Riggio andrebbe aggiunto Torino), e al sistema di Roma (che andrebbe integrato con Napoli), vedrebbe bene quello dell’Italia centrale, dunque, nel quale inserire anche Rimini. “Sono a un’ora di treno, cosa vuole che sia per un turista che arriva dalla Cina”.
Tesse le lodi del Marconi, che “da sempre funziona bene, in particolare da quando lo scalo è stato privatizzato. C’è stato il boom di traffico e connettività ed è uno degli aeroporti meglio organizzati e gestiti in Italia”.
Riggio spiega che in Italia gli aeroporti effettivi non sono più di 25. “Poi ci sono altri 10-12 che hanno una funzione sociale perché servono territori isolati o turistici, ma sono in difficoltà. Molti sono falliti e hanno portato i libri in tribunale come Rimini, Crotone, Reggio Calabria e Parma. Quando riescono a rimettersi in piedi, con nuovi capitali, durano davvero poco”.
E fra i primi 25 non c’è sicuramente Rimini che in termini di passeggeri ha chiuso il 2017 al 29esimo posto con 300 mila passeggeri.
Dietro ce ne sono pochi: Lampedusa, Perugia, Parma, Cuneo, Pantelleria, Bolzano, Brescia, Grosseto, Salerno, Foggia e Taranto.
Significativo quel che dice Riggio sul che fare dei piccoli aeroporti: “Bisogna prendere una decisione. Se governo e Regioni vogliono tenerli aperti, bisogna finanziarli. Un finanziamento a breve, massimo tre anni. Se non ce la fanno vanno chiusi. E basta anche con i contributi alle low cost e con le cosiddette ‘rotte sociali’ dalla Sardegna. Serve il libero mercato”.
Il 16 aprile scade il termine per la presentazione delle offerte per la gestione dell’aeroporto di Forlì, ma ad oggi l’incertezza regna sovrana. Non si sa se la cordata di imprenditori forlivesi parteciperò al bando Enac.
La gestione dello scalo di Rimini, da molti considerata insoddisfacente, non è stata al centro del dibattito politico della campagna elettorale, fatta eccezione per un duro scambio fra il candidato di LeU, Giuseppe Chicchi, e Antonio Barboni, che gli ha risposto per le rime: “Ricordo all’ex sindaco Giuseppe Chicchi che solo un vetero comunista candidato a dispetto, senza nessuna possibilità di elezione, può umiliare anche la propria storia personale e cincischiare sul futuro dell’aeroporto riminese. Noi tifiamo per il pieno successo dell’attuale società di gestione come tiferemo per la prossima, se ci sarà. Prima vengono gli interessi del territorio poi l’analisi semantica del gestore dell’aeroporto, questo vale anche per gli interessi legittimi degli ex dipendenti; prima lavoriamo e tifiamo per il successo di chi gestisce oggi l’aeroporto e poi difenderemo il difendibile ma mai il superfluo”. Per il resto vaghi riferimenti alla priorità dell’aeroporto e alla “concorrenza sleale di Ancona” nei confronti di Rimini. Ben poca cosa per ridare centralità ad uno scalo che in passato era andato vicino al milione di passeggeri e che resta fondamentale per la crescita del turismo e più in generale dell’economia riminese.

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