Pubblichiamo l'intervento del candidato di LeU sul "Fellini", la società di gestione e alcune domande ad Enac e non solo: "Perché il silenzio delle istituzioni cittadine su questo tema?"
L’attenzione mediatica in queste ore è rivolta all’esposto di Airiminum contro AirDorica, ma la vera notizia è l’arrivo della concessione “totale” trentennale per la gestione dell’aeroporto Fellini di Rimini. Sembra una buona notizia visto che l’aeroporto è la più importante chiave per la internazionalizzazione dell’economia riminese. Ma non sempre l’apparenza aiuta.
Restano in campo molte domande e poche risposte sullo svolgimento dei percorsi amministrativi a sostegno della Concessione. Per di più c’è uno strano, rumoroso, silenzio delle istituzioni cittadine su questo tema, silenzio che non può essere motivato solo dal procedimento giudiziario in corso sul fallimento di Aeradria.
Leggendo le dichiarazioni dei gestori di Airiminum, spesso sopra le righe, si rischia di non capire la reale situazione. Ho sentito la Presidente Fincato dire in tv che non si potevano fare investimenti perché ancora non c’era la concessione “totale”. Ho sentito il dott. Corbucci prefigurare milioni di passeggeri nel 2020, ecc, ecc.
Per capire la situazione bisogna guardare le carte riguardanti l’anticipata occupazione a seguito dell’aggiudicazione di cui al provvedimento Enac del 13/11/2014. Provvedimento che consente la riscossione di tutte le tasse e diritti aeroportuali ai fini della gestione. Si legge che l’occupazione non consente un’attesa “inerte” della concessione trentennale, come sembra sostenere la Fincato; al contrario per mettere alla prova i gestori e le loro reali intenzioni, prevede che venga versato capitale sociale per 3 milioni di euro. Ad oggi il capitale sociale versato è di 1,6 milioni. Primo cartellino giallo.
Prevede poi che si rispetti l’impegno dichiarato di raggiungere 852.000 passeggeri entro il 2017. Obiettivo lontanissimo se a fatica si sono raggiunti 305mila passeggeri. Secondo cartellino giallo.
Un altro vincolo di gara riguarda investimenti per 17 milioni entro il 2019 dei quali non c’è ancora traccia se non nella verniciatura dell’aerostazione. Terzo cartellino giallo.
Le carte prevedono che siano mantenuti al massimo dell’efficienza i sistemi di sicurezza (recinzione, sistemi di controllo imbarco, ecc.). Ma il team ispettivo ENAC sulla security il 19/9/2016 verbalizza l’esistenza di molti problemi in materia. E per favore nessuno dica che bisogna tacere queste cose per carità di patria. E’ per carità di patria che vanno dette. Cartellino arancione.
Accenno soltanto a molte altre questioni relative alla gestione: la perdita di contratti con tour operator, in particolare sul mercato russo, l’espulsione dalla stazione aeroportuale di aziende che vi lavoravano da anni (sostituite con aziende legate all’AD. Non è che per caso ci volessero delle gare?), relazioni sindacali inesistenti, la perdita dei voli dall’Europa centrale, ecc. Sono cose non certamente secondarie per un territorio turistico come il nostro, ma ci sarà modo di affrontarle.
In questa fase della vicenda bisogna portare l’attenzione sulla “fonte” principale, cioè sull’ente statale (l’ENAC) chiamato a verificare che gli impegni contrattuali derivanti dall’aggiudicazione della concessione provvisoria siano rispettati e che ciò avvenga prima della concessione trentennale. E’ chiaro il motivo: la provvisoria ti mette alla prova, se superi la prova ti assegno il bene pubblico (l’aeroporto) per 30 anni. La concessione di 30 anni di un bene dello Stato ha, ovviamente, un alto valore commerciale che cresce ancora quando si tratta di Rimini, per le ottime caratteristiche tecniche della pista e per la forza del brand. Se il gestore vincitore del bando ha investito ingenti risorse proprie, sarà indotto a sfruttare la valorizzazione del bene incrementando il traffico. Se gli investimenti non li ha fatti ed ottiene ugualmente la concessione di 30 anni, sarà indotto a realizzarne il valore commerciale magari vendendo al miglior offerente. Sono due scenari assai diversi. Il nostro turismo è interessato allo sviluppo del Fellini, non alle plusvalenze private realizzate alle spalle della città.
La domanda conclusiva va rivolta perciò a ENAC: “Airiminum ha rispettato tutti gli impegni preventivi al rilascio della concessione trentennale? ENAC ha verificato il pieno rispetto degli impegni assunti?”.
So cosa mi verrà risposto: “Siamo in campagna elettorale, tutto serve a diventare visibili” e si rinvierà tutto ad un indefinito domani. I parlamentari eletti potranno avvalersi della facoltà ispettiva per verificare presso il Ministero dei Trasporti e presso il dottor Riggio, presidente Enac, se sia stato puntualmente controllato il rispetto degli impegni previsti dal bando di gara e dal progetto presentato da AirRimini.
Giuseppe Chicchi di Liberi e Uguali
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