Il vuoto dopo il Beato Marvelli

Il vuoto dopo il Beato Marvelli

Certo che di fenomeni in giro ce ne sono tanti! Non solo a Roma, nei Palazzi del vero potere, ma anche in zona Rimini, oltre che a Miramare Airport. F

Certo che di fenomeni in giro ce ne sono tanti! Non solo a Roma, nei Palazzi del vero potere, ma anche in zona Rimini, oltre che a Miramare Airport.
Fenomeni, nel senso di chi sa adattarsi a ogni situazione, a ogni compromesso, a ogni condizione politica e partitica, però a scapito della coerenza.
I fatti sono noti, almeno a coloro che leggono i giornali, purtroppo sempre più reticenti e compromessi dalla pubblicità. E pure a coloro che sono attenti alle mosse di chi dovrebbe rappresentare un alto riferimento istituzionale.
Il Sindaco di Rimini, per esempio, pochi giorni fa, in occasione del X anniversario dalla Beatificazione di Alberto Marvelli, sottoscrive pubblicamente la “Carta Marvelli”. Lo fa insieme al Vescovo che ne diventa il garante pubblico di fronte ai tanti onesti cristiani che, nell’occasione, hanno storto il naso dubitando di una così facile, repentina e pelosa conversione del primo cittadino.
Un decalogo di solo otto punti che però diventano un pesante fardello morale e comportamentale, che può agevolmente denunciare le trasgressioni, le convenienze e ogni incoerenza.
Nella specchiata vita del Beato Marvelli una parte importante è rappresentata dalla famiglia. Di certo quella “tradizionale”, cioè quella che si compone dall’unione di una donna con un uomo. La famiglia come caposaldo della società, della solidarietà, della pacifica convivenza, dell’esempio, dei figli da crescere con chiari riferimenti alla dottrina sociale della Chiesa. Nulla a che vedere con le unioni gay o con il registro per i matrimoni fra persone dello stesso sesso!
E qui viene il bello.
Con lo stesso ruolo istituzionale, con lo stesso superficiale atteggiamento e con un’incoerenza da primato, il Sindaco di recente si pronuncia per riconoscere “pubblicamente” il matrimonio contratto all’estero tra due signore italiane.
La discussione aperta nell’ultimo Sinodo della Chiesa, e per nulla conclusa, non ha determinato alcuna apertura alla registrazione dei matrimoni tra persone dello stesso genere, che non ha alcun riferimento giuridico o costituzionale e perciò diventa superflua, effimera, inutile. In realtà utile solo a farsi notare, a mettersi in bella mostra nei confronti di quelle rispettabilissime fasce sociali che hanno a cuore questo particolare problema. Com’è avvenuto in altre grandi Città del Paese, tutte condotte da Sindaci di Sinistra, ma con effetti nulli.
Per tornare al Beato Marvelli e alla “sua” Carta, c’è da credere che se dal Paradiso gli consentissero una qualche forma di breve trasferta a Rimini, sarebbe assai probabile di vederlo prendere a calci nel sedere quanti predicano bene e razzolano male. E, con più vigore, quanti, in maniera interessata e spregiudicata, lo hanno descritto come un precursore delle Giunte di centro-sinistra!
Non solo quelli che idealmente sarebbero stati “dall’altra parte” del suo schieramento politico, ma anche tutti quegli “amici” che pur di riscaldare una poltroncina, si sono adagiati nel conformismo attuale, nelle convenienze personali e si sono dimenticati del dovere di rappresentanza dei principi e dei valori cristiani. Cioè del discernimento dei cristiani impegnati in politica verso esigenze fondamentali e irrinunciabili sui temi della vita, sull’indissolubilità del matrimonio e sulla promozione primaria della famiglia fondata sul matrimonio monogamico tra persone di diverso genere.
Chissà che quegli “amici” non se ne ricordino, anche se tardivamente, magari a seguito di qualche convincente telefonata dai numeri della curia riminese o dopo una furtiva chiacchierata nei pressi di qualche buio confessionale. Chissà che ricordandosi dell’esemplare figura di Alberto Marvelli non abbiano un sussulto di orgoglio, di dignità o di pena. E, nella maturata considerazione della propria inadeguatezza, non decidano di uscire mestamente di scena!

M.S.

COMMENTI

DISQUS: 0