“In Forza Italia serve una rivoluzione che parta dal basso”

“In Forza Italia serve una rivoluzione che parta dal basso”

Il Bignami della riscossa trova consensi anche a Rimini

Infuocato j'accuse del parlamentare regionale azzurro: "Ci preoccupiamo perché Forza Italia è arrivata al 14%? Ma è un miracolo, noi dobbiamo ringraziare chi ancora oggi ci dà il voto". E ancora: "Quali sono le battaglie che caratterizzano il nostro partito e che lo differenziano dal Pd?". Servono i congressi, "i signori delle tessere ci hanno rotto..." Parole che scuotono anche il centrodestra provinciale, chiamato a misurarsi con le elezioni del 2019 e, due anni dopo, con la sfida di palazzo Garampi.

Sedici comuni in provincia di Rimini al voto il prossimo anno (fra cui Bellaria Igea Marina, Santarcangelo, Misano, Verucchio e San Giovanni in Marignano), poi arriverà il turno di palazzo Garampi nel 2021. Una data che sembra lontana ma che in realtà è dietro l’angolo. Il centrodestra che fa? Quali leader si stanno riscaldando per la sfida delle elezioni amministrative? Tutti i Comuni a guida centrosinistra sono diventati ampiamente contendibili, compreso il capoluogo, ma a fare la differenza saranno i candidati, le alleanze e la capacità di rappresentare un elettorato sempre più fluido e interessato ai temi concreti. Le elezioni politiche di marzo hanno terremotato il panorama politico anche in Romagna e a Rimini in particolare, dove Lega e Forza Italia hanno mandato in parlamento Elena Raffaelli e Antonio Barboni.

In uno scenario completamente a trazione leghista, che i sondaggi danno in continua crescita, in Forza Italia c’è chi prepara la riscossa e infervora anche le truppe riminesi.
“Se qualcuno pensa che basti andare a suonare ad Arcore per essere candidato … non è questo il futuro del partito. Se qualcuno ritiene che oggi sia sufficiente un rinnovamento non ha capito niente… serve una rivoluzione che parta dal basso, dai territori. Chi ha tradito il mandato nel 2013 andando ad allearsi con Renzi e Gentiloni non vogliamo neanche più vederlo in cartolina”. Galeazzo Bignami (nella foto), bolognese, eletto alla Camera sei mesi fa, intervenendo domenica al tradizionale meeting nazionale dei giovani azzurri insieme ai big del partito, ha tuonato come mai prima d’ora e sotto al video che lo vede protagonista ci sono anche i “mi piace” di esponenti riminesi di Forza Italia, come Carlo Rufo Spina e Nicola Marcello.

E’ stato netto Bignami: “Forza Italia non riesce a qualificarsi sui contenuti. Mi dite un elemento che distingua il Pd da Fi?”, ha chiesto rivolto alla platea che lo ha applaudito in continuazione. “Qual è la battaglia che caratterizza Forza Italia? Deve essere il fatto che si iniziano ad attivare dei processi decisionali che partono dal basso”, ha proseguito.
Servono i congressi e non solo gli iscritti, perché i signori delle tessere ci hanno rotto …. Vogliamo l’apertura completa all’elettorato, che possa dire quello sì e quello no, non è concepibile che faccia il coordinatore cittadino solo chi è amico dell’amico di qualcun altro, deve essere coordinatore cittadino chi ha avuto modo di rappresentare i cittadini”.

Consapevole di pronunciare parole scomode (“non credo di farmi tanti amici nel dire questo”) Bignami ha anche ricordato le vicende che hanno caratterizzato la formazione delle liste per le recenti politiche, e che hanno creato vivaci polemiche anche a Rimini, soprattutto nei confronti dell’ex coordinatore regionale Palmizio, alla fine non ricandidato: “Io devo dire grazie ad Anna Maria Bernini che mi ha preso e mi ha collocato, altrimenti sapete chi c’era? Nunzia di Girolamo, una signora rispettabilissima ma che ha governato col centrosinistra e li doveva stare”.

Ci preoccupiamo perché Forza Italia è arrivata al 14%? Ma è un miracolo… noi dobbiamo ringraziare chi ancora oggi ci dà il voto nonostante non abbiamo una battaglia che ci caratterizzi”, sono state ancora le sciabolate di Bignami, “se qualcuno vede delle omogeneità fra noi e il Pd è perché noi non diciamo che sulla famiglia la pensiamo diversamente: l’adozione dei figli da parte delle coppie omosessuali non è accettabile dal centrodestra”.

Alle elezioni del 4 marzo in provincia di Rimini Forza Italia ha racimolato l’11,30% alla Camera, contro quasi il 20% della Lega, e anche sul rapporto col partito di Salvini e col suo attuale alleato al governo, Bignami non si è risparmiato: “La mia identità non teme la Lega e i 5 Stelle perché è più forte, più radicata e guarda al futuro. Il peso politico non si chiede, si conquista e se voi non lavorate nel tentativo di conquistarlo non siete più vittime ma complici”, ha chiuso guardando i suoi interlocutori. “Bisogna organizzarsi, creare una rete e cercare di far sentire a chi comanda che non bisogna percepire come un atto d’ostilità la richiesta dei territori di contare, perché non si tratta di un atto di ostilità ma di un atto d’amore non solo e non tanto nei confronti di Fi ma della nostra patria”.

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