“Inaccettabile il contratto di 18 anni per la questura”. Il Comune tira ancora il freno sul trasferimento in piazzale Bornaccini

“Inaccettabile il contratto di 18 anni per la questura”. Il Comune tira ancora il freno sul trasferimento in piazzale Bornaccini

"Dovrà venire in consiglio comunale la variante per consentire il trasferimento della polizia di Stato nella sede di piazzale Bornaccini, e in quell'occasione discuteremo perché per noi il contratto di 9 anni più 9 è inaccettabile, inaccettabile, una transitorietà di 18 anni è inaccettabile". L'assessore alla sicurezza ieri sera in consiglio comunale ha lasciato intendere che palazzo Garampi intende puntare i piedi. Anche se poche settimane fa il sindaco aveva detto “chi dice che non volevamo il trasferimento in piazzale Bornaccini, mente". E il capogruppo di Forza Italia ha chiesto che sul progetto dell'area stazione vengano coinvolti la città e il consiglio comunale: "Non esiste che una giunta al termine del mandato vincoli per i prossimi 50 anni tutti i piani delle future amministrazioni e senza la minima condivisione".

“Ricordo che dovrà venire in consiglio comunale la variante per consentire il trasferimento della polizia di Stato nella sede di piazzale Bornaccini, e in quell’occasione discuteremo perché per noi il contratto di 9 anni più 9 è inaccettabile, inaccettabile, una transitorietà di 18 anni è inaccettabile”. Inaccettabile ripetuto tre volte. Sono state queste le parole pronunciate ieri sera in consiglio comunale dall’assessore alla sicurezza Jamil Sadegholvaad in risposta ad una interrogazione del capogruppo di Forza Italia, Carlo Rufo Spina, dedicata all’area della stazione, sulla quale l’amministrazione comunale ha da pochi giorni annunciato la sottoscrizione del protocollo d’intesa con Rete Ferroviaria Italiana S.p.A., FS Sistemi Urbani S.r.l. e Regione Emilia-Romagna. L’esternazione dell’assessore va interpretata come una volontà di tirare il freno e di fare marcia indietro rispetto alle enunciazioni del sindaco che risalgono a poche settimane fa? C’è l’intenzione di bloccare l’iter che dovrebbe consentire agli agenti della Ps di dotarsi finalmente di uffici adeguati alla loro attività?

Dopo molte polemiche e dichiarazioni arroventate anche contro il prefetto, il questore Improta e il ministero dell’Interno, Gnassi il 18 marzo aveva sostenuto che “chi dice che non volevamo il trasferimento in piazzale Bornaccini, mente. Noi abbiamo fatto gli atti e messo i soldi, il Comune ha investito 700mila euro per trasferire il Centro per l’impiego in Corso d’Augusto e per i poliziotti che fino ad oggi hanno vissuto in condizioni schifose”. Aggiunse: “Oggi è arrivato dal ministero dell’Interno il contratto di affitto di 9 anni più altri 9 con cui il Comune può concludere l’iter per la concessione in deroga”. Accompagnò queste dichiarazioni con considerazioni molto critiche verso il ministero dell’Interno che “non ha rispettato il Patto per la Sicurezza che ha firmato”, parlò del “bubbone” di via Ugo Bassi (“Mentre noi mettiamo i soldi, altri ci lasciano lo scandalo della nuova questura”) e ribadì che “la Cittadella della sicurezza resta l’unica sede idonea a comprendere polizia di Stato, guardia di finanza e polizia Stradale”.

Ma la giunta Gnassi lo vuole o no il trasferimento della polizia di Stato in piazzale Bornaccini? Quanto affermato ieri sera dall’assessore alla sicurezza (“discuteremo al momento della variante, una transitorietà di 18 anni è inaccettabile”) incalzato da Rufo Spina apre scenari di incertezza. Jamil Sadegholvaad aveva appena accennato ad un tema sollevato dall’esponente di Forza Italia, che suggerisce di “valutare l’idea di acquistare in sede fallimentare l’immobile della questura di via Roma per adibirlo a sede unica degli uffici comunali, evitando nuova inutile edificazione e cementificazione nell’area stazione, oltre al già stabilito motore immobiliare di 15.000 mq nella zona mare-Via Monfalcone quale corrispettivo alle società ex FS, mantenendo l’area rivolta verso il centro unicamente con destinazione di verde attrezzato, nuove piazze, parcheggi, nuova area mercatale e/o polo scolastico-Ceis“. L’assessore ha risposto che “la costruzione di una sede unica del Comune che non può essere secondo noi in viale Ugo Bassi, che deve rimanere la sede della questura in forma definitiva…”.
“Fra vent’anni”, l’ha interrotto Rufo Spina. “Fra vent’anni niente”, ha gridato l’assessore, attaccandoci quindi il ragionamento sul contratto “inaccettabile” e sulla necessità di dotare di una sede anche la Guardia di Finanza, ragion per cui viale Bassi resta l’unica location adeguata per tutte le forze dell’ordine.

L’interrogazione di Rufo Spina ha puntato soprattutto verso l’obiettivo dell’area stazione: “le decisioni su quei 12 ettari vanno prese insieme, la questione deve essere portata in consiglio comunale”. Il capogruppo di Forza Italia ha scandito: “non è accettabile che la destinazione di una zona così fondamentale e strategica della città, tra mare e centro storico, di 125mila mq, in grado di determinare lo sviluppo e l’immagine di Rimini per i prossimi 50 anni, venga decisa dal sindaco e da cinque suoi nominati all’interno delle segrete mura della sala della giunta, senza un aperto dibattito assembleare, senza un passaggio consiliare e senza nemmeno che i rappresentanti dei riminesi, cioè i consiglieri comunali, in particolare quelli di opposizione, possano avanzare proposte e controdeduzioni rispetto ai piani dirigistici e leviatanici del gnassismo, ormai a fine mandato”. Tanto più che, “diversamente da come è stato fatto a Rimini negli ultimi 70 anni, questa volta per l’area stazione non si può sbagliare, e occorre pertanto decidere in modo partecipativo, con una progettualità ed un programma a lungo termine, tenendo conto di tutte le criticità e dei punti dolenti della città, senza prevedere nuova inutile cementificazione in aggiunta al motore immobiliare previsto quale corrispettivo per FS, e cercando di armonizzare gli interventi nell’area stazione alla luce dei “vulnera” urbanistici esistenti, in primo luogo la “nuova-mai nata e mai nascitura” questura di Via Roma, per il quale enorme immobile, giacente in un’asta fallimentare senza potenziali acquirenti, il Comune – prima di ipotecare il destino dell’area stazione – dovrà pure porsi un qualche problema pianificatorio a breve termine”.

L’assessore ha assicurato che, come prevede il protocollo, ci saranno “una serie di passaggi amministrativi e autorizzativi che coinvolgeranno il consiglio comunale, si parlerà di tutto in maniera approfondita”. Ma intanto il comunicato stampa dell’amministrazione comunale (29 marzo) ha già illustrato nel dettaglio precise scelte: “Quella che andremo a realizzare sarà una vera e propria “Città della Città” con la funzione di collegare il centro storico con la nostra marina, ad iniziare già nei prossimi mesi del 2019 con la grande piazza urbana che dai binari si aprirà all’ingresso alla città e che pensiamo di dedicare per una serie di valori simbolici della sua figura e opera proprio a Don Oreste Benzi”. Sono ben delineati “gli interventi di prima fase volti a migliorare l’accessibilità ai servizi ferroviari, l’interconnessione con altre modalità di trasporto e il decoro urbano sia nell’area stazione che lungo il tracciato ferroviario” e concordati con gli altri enti “gli indirizzi e le caratteristiche del programma di rigenerazione da portare avanti nei vari ambiti annessi alla stazione ferroviaria”. E come ha sottolineato l’assessore al territorio Roberta Frisoni l’accordo è frutto di un “confronto con gli altri soggetti istituzionali”. Tutti tranne il consiglio comunale. I lavori della nuova piazza pubblica di accesso alla stazione ferroviaria “sono previsti nel 2019”, ed è tracciata anche la strada “della sede unica del Comune di Rimini, di alcuni edifici ad uso terziario e commerciale e di una piazza, parzialmente coperta, in corrispondenza della fermata del Metromare, che la metta in connessione direttamente con la stazione e i servizi ferroviari fra cui il possibile nuovo collegamento con la Fiera di Rimini”. Così come il “nuovo insediamento a prevalenza residenziale” nell’area sul lato mare, tra la fascia ferroviaria, il parco dell’Ausa e viale Monfalcone”.

Rufo Spina non ci sta. “Trasformo in mozione la mia interrogazione, sul tema ho già raccolto le firme per un consiglio comunale tematico che chiederò di far svolgere giovedì 2 maggio. Non esiste che una giunta al termine del mandato vincoli per i prossimi 50 anni tutti i piani delle future amministrazioni e senza la minima condivisione”.

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