File dalle prime ore dell'alba allo sportello edilizia. Perché? Due ragioni semplici semplici.
Ennesima “rivolta” da parte di ingegneri, geometri e architetti. Ultimo (ma solo ultimo di una lunga serie) casus belli la coda all’ufficio edilizia del Comune di Rimini dalle 5,30 del mattino. Scenari ai quali siamo ormai abituati anche noi, ma soprattutto per le massicce dosi di servizi dagli ospedali del Meridione (ma non solo) che ci propina Striscia la notizia ogni sera. Gente che si sveglia di notte per prendere il famoso numerino per poi mendicare un esame. Ecco, cambiamo settore e spostiamoci nella fichissima Rimini, che “se la gioca” (per dirla col sindaco) con le migliori capitali del mondo, ma il risultato è molto simile. Non abbiamo a che fare con la malasanità ma con la cattiva amministrazione che trasforma i cittadini in sudditi col cappello in mano costretti ad elemosinare in via Rosaspina.
I problemi sono di due ordini. Come spiega oggi il presidente degli ingegneri Marco Manfroni, è almeno un decennio che le cose procedono così. Gnassi come Ravaioli e Melucci, insomma. Ma Gnassi si vende come il rottamatore dei mali atavici di Rimini, in primis di quelli che si annidano nella pubblica amministrazione, e come il novello Malatesta che sta facendo rinascere la grande bellezza di Rimini. In realtà sta solo rappresentando interessi politici che non pescano più nell’edilizia e il suo rinascimento guarda allo show. (La bellezza è sinfonica. Recuperare contenitori storico-architettonici in un contesto, quello del centro storico, sempre più deserto di attività economiche, non è armonico).
C’è poi il tema del merito e della produttività dei dipendenti comunali che bisogna avere il coraggio di intavolare. Categoria anche troppo bistrattata ma che bisognerebbe cominciare a “misurare” in concreto, a partire dai dirigenti, che ricevono premi di risultato sempre e comunque per meriti che non sono trasparenti all’opinione pubblica, in mancanza anche di una semplice indagine di customer satisfaction che li riguardi. Non lo si fa per logiche sindacal-elettorali. Bisognerà farlo.
Il calvario che deve salire ogni cittadino alle prese con un progetto edilizio è una grande bruttezza per Rimini. Che si trascina da lungo tempo.
Che si inizi ad investire oggi nella digitalizzazione della consultazione e presentazione delle pratiche, per dare la possibilità ai tecnici di accedere a tutte le informazioni senza recarsi allo sportello, non è proprio un bruciare le tappe.
L’assessore (novella) alla Pianificazione del Comune di Rimini, Roberta Frisoni, dà l’impressione di avere preso in mano i fili del settore più “delicato” del Comune di Rimini. Ma senza scoperchiare il capitolo produttività e premi il suo progetto naufragherà. Come in passato.
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