Albergo "Io", a due passi da piazzale Kennedy e dalla spiaggia.
A malincuore, torniamo a mostrarvi le foto di una struttura conficcata nel cuore di Marina Centro. Superfluo ricordare che in teoria stiamo parlando dell’area, anche dal punto di vista economico, più pregiata della città.
L’albergo Io, a due passi da Piazzale Kennedy e dalla spiaggia, si trova all’incrocio di viale Pola con viale Cittadella. Potrebbe essere il luogo ideale dove trascorrere una vacanza a Rimini.
Le strade, pur essendo molto centrali, non subiscono la ressa della prima linea, il traffico e l’inevitabile caos estivo. Inoltre, considerando che in questi piccoli viali interni normalmente non ci sono molte possibilità di parcheggio, notiamo che a soli cinque metri c’è quello dell’omonimo piazzale sopra citato. E anche questo è un elemento positivo da mettere in conto.
Sembra quasi impossibile che un piccolo albergo di agile gestione, in area interessante, abbia chiuso i battenti da una decina di anni almeno, a dire di un residente che abita in loco.
Quale malefico sortilegio abbia colpito l’albergo Io, per ridurlo nel miserevole stato in cui si trova, non riusciamo a immaginarlo. Che la causa sia una malìa legata al nome Io, la mitologica sacerdotessa concupita da Zeus?
Una moderna trasposizione del mito greco, potrebbe vedere l’hotel preda di un incantesimo dardeggiato dal dio greco.
La teoria sarebbe anche affascinante, ma dobbiamo attenerci alla rude realtà che avvolge il tristo Albergo Io.
No, qui la mitologia greca purtroppo non c’entra per nulla. L’unica trasformazione prodigiosa è quella dei rampicanti: da sempreverdi sono mutati in sempresecchi. Anche senza la divina mano di Zeus.
Questa rubrica nasce per porre l’attenzione sulle piccole e grandi brutture, gli sfregi al patrimonio ambientale, i molti edifici trascurati (talvolta totalmente abbandonati) della nostra città. Spesso si trovano in pieno centro o nella “vetrina” turistica di Rimini. Non è disfattismo, è amore per la città bella, perché solo accendendo i riflettori sulle brutture c’è la speranza che si possano sanare le “ferite” inferte sia per mano pubblica che privata. Allinearsi al ribasso, giustificare il brutto e arrendersi all’incuria e al degrado urbano, equivarrebbe ad una sconfitta. E se ha perso la città, per dirla con Niccolò Fabi, abbiamo perso un po’ tutti noi. Ci occuperemo anche del bello, di tutto quello che merita di essere segnalato. Coinvolgeremo molto volentieri quanti vorranno inviarci materiale fotografico interessante sull’argomento: redazione@riminiduepuntozero.it
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