«J’accuse il sindaco che ha voluto imporci il suo paese dei balocchi»

«J’accuse il sindaco che ha voluto imporci il suo paese dei balocchi»

«Al Ceis evidentemente non ti avevano fatto leggere Pinocchio e riflettere sui pericoli mortali del Paese dei Balocchi, soprattutto per i giovani». Giovanni Rimondini dell'Associazione Rimini Città d'Arte "Renata Tebaldi", lancia la sua denuncia più forte non solo sul progetto del museo Fellini a discapito del castello e di piazza Malatesta, ma sull'intero decennio, all'insegna del «narcisismo che in politica si chiama dispotismo, la pretesa di potere amministrare decidendo tutto per tutti con la tua sola testa». Ne ha anche per il «clone Jamil».

DIECI ANNI DI NARCISISMO DISPOTICO

Andrea sei stato un pessimo sindaco, soprattutto per il tuo solitario narcisismo, un’autoreferenza dai tratti infantili mai vista prima come appare, per fare un esempio significativo tra i tanti, dal parcheggio della motocicletta nell’atrio di palazzo Garampi. Esibizione di un privilegio che ti sei dato da solo. Narcisismo che in politica si chiama dispotismo, la pretesa di potere amministrare decidendo tutto per tutti con la tua sola testa, e con l’odio, il risentimento e la vendetta per chi non è d’accordo con le tue povere idee.
Hai osato definire l’opera documentata del Brunelleschi, Castel Sismondo, come “cenere” e “ruderi”, tu che non hai la cultura della Chiara Bellini che nella tua stessa consorteria politica ti ha sputtanato e ha tolto valore e credibilità ai tuoi sproloqui culturali.

CONSIGLIO COMUNALE COME PLATEA

Hai governato per dieci anni su una giunta passiva terrorizzata senza il necessario dialogo democratico nel Consiglio Comunale, chiamato dopo gli eventi a ratificare le tue opere.
Il tuo centralismo gnassiano è quanto rimane del “centralismo democratico”, che ha disabituato le masse comuniste alla vera prassi democratica, al ragionare con la propria testa, dopo lo sfascio del partito comunista italiano e della sua direzione centrale. Al posto di un segretario generale e di un comitato centrale, sono sorti come vermi tanti piccoli dittatori delle banane.

RIMINI TRASFORMATA NEL PAESE DEI BALOCCHI

Hai esibito come opera tua il teatro e le fogne, che sono invece frutto delle decisioni del sindaco Alberto Ravaioli. Tu al Serpieri appartenevi alle prime generazioni di studenti ludici ed edonisti; al Ceis evidentemente non ti avevano fatto leggere Pinocchio e riflettere sui pericoli mortali del Paese dei Balocchi, soprattutto per i giovani. E proprio in un Paese dei Balocchi hai cercato di trasformare Rimini, moltiplicando le occasioni di sballo con le Notti Rosa e altri simili manifestazioni.
Hai messo un po’ d’erba qua e là sull’asfalto del lungomare e qualche pianta sparuta nella sabbia, poveri esiti di velleità onnipotenti, estemporanee e straccione.

OSSESSIONE SUPERFICIALE PER FELLINI

Andandotene, hai inferto una grave ferita a questa bimillenaria città, la cui storia e la cui arte ignori completamente, perché non ti salva un superficiale entusiasmo privo di fondamenti critici per il regista Fellini, cementando un “parco tematico Fellini” sul centro storico, sul fossato e riducendo a “contenitore” del tuo lussuoso, costoso, ma superficiale e banale Fellini Museum, Castel Sismondo, opera documentata di Filippo Brunelleschi; nome che tu non conosci perché se lo conoscessi sapresti che non bastano cento, mille Fellini, uno delle decine di registi italiani di pari valore del secolo passato, per fare un Brunelleschi, l’inventore del Rinascimento italiano ed europeo, e non ti saresti esposto alla critica unanime delle associazioni culturali storiche riminesi e di uomini di cultura del valore di Tomaso Montanari, Vittorio Emiliani, Giovanni Losavio di Italia Nostra, che ti ha denunciato alla procura. Perché tu, non contento di degradare il castello, hai “fatto bypassare” ai tuoi tecnici i decreti di rispetto dell’area del castello e del suo terreno archeologico. Così ad essere condannati saranno eventualmente i tecnici comunali e non tu responsabile/irresponsabile politico.

CASTEL SISMONDO OPERA DOCUMENTATA DI FILIPPO BRUNELLESCHI

Lo so di sembrare noioso e di ripetermi, ma è necessario; mi ripeto perché noto che molti Riminesi sono ancora incerti e mi chiedono: ma il Castello è proprio opera dell’immenso architetto Filippo Brunelleschi, quello della Cupola di Santa Maria del Fiore?
Sì, il nostro castello è opera documentata di Filippo Brunelleschi. A Firenze lo sapevano, come attesta una biografia di Antonio di Tuccio Manetti: “Fece [il Brunelleschi] un castello, fortezza mirabile, al signor Gismondo di Rimino”.
E un registro dell’archivio dell’opera del Duomo di Firenze, il II, 4, 14 cc.38v., 45 v. attesta il viaggio del Brunelleschi a Rimini e nel territorio malatestiano dal 28 agosto al 20 ottobre 1438.
E Roberto Valturio nella descrizione di Castel Sismondo nel De re militari, a proposito del fossato, lo dice “magnae mentis te perillustris ingenii opua”, opera di una grande mente e di un ingegno famosissimo.

LA POLITICA FASCISTA DELLE GRANDI OPERE

La Politica delle Grandi Opere non l’avete certo inventata voi veterocomunisti riminesi, ha radici storiche antiche e sempre ha nascosto delle diminuzioni di potere popolare – Augusto riempì Roma di monumenti e nello stesso tempo abolì il potere elettivo dei cittadini romani –. Il narcisismo esibizionista del balcone di Mussolini è ben noto e tragico, e sotto al balcone urlava il proprio dissennato consenso un popolo ingannato e castrato della propria intelligenza.
Così questa sera avrai la tua massa di gente dissennata e castrata nella testa a stupirsi nello spettacolo dei Sons et Lumieres: che bello, che bello… Pataca, cosa c’è dietro a questo lusso vuoto e ipnotico? C’è il degrado di un’opera del più grande architetto italiano mai esistito. Anticipato da giorni dalle esibizioni nella pozzanghera della nebbia di poveri bambini, comparse innocenti, portai lì da madri con poca testa che ignorano che l’acqua riciclata di continuo delle pozzanghere diventa un ricettacolo di infezioni. Ho visto un ragazzino berla.

IL CASTELLO TRATTATO COME “CONTENITORE”

Perché non hai ascoltato Manlio Masini e il sottoscritto quando ti dicevamo che il castello non era un “contenitore” – brutta parola usata dagli architetti di infima cultura – ma il museo di sé stesso. Non l’hai capito. Come ci ha detto, nell’ultimo incontro con le associazioni culturali, perfino il tuo assessore alla cultura Giampiero Piscaglia. Ma tu, per principio, non ascolti nessuno. Il tuo Fellini Museum è tecnologicamente costoso, ma c’è chi dice che la sua tecnologia è già obsoleta, e comunque lo sarà tra poco… Quanto ai contenuti, la presentazione delle opere di Fellini vuole solo stupire, non vuole far riflettere chi lo visita sui temi del regista, per esempio sul problematico e ambivalente rapporto del regista Fellini con le donne e con Rimini.

LA FUTURA DISTRUZIONE DI UN DELIRIO

Questa sera all’Arco i Riminesi che amano il Patrimonio storico artistico della loro bimillenaria città e la sua identità storico culturale si riuniranno per giurare la distruzione nel futuro delle tue cementate e l’espulsione del Fellini Museum dal castello di Filippo Brunelleschi. Le cose che inauguri nascono già morte.

JAMIL PARLA COME UN CLONE DEL CESSATO GNASSI

Jamil che delusione, mi aspettavo da te, dopo le esibizioni di una primadonna tanto ingombrante, un minimo di autonomia politica, un minimo di furbizia politica, che almeno mettessi un qualche tramezzo tra le tue posizioni politiche culturali e quelle del cessato Gnassi, unanimemente esecrate da associazioni e personaggi culturali riminesi e nazionali. Come puoi far tue le panzane da santone di sogni e magie e, peggior menzogna, affermare che il museo Fellini valorizzerà Castel Sismondo? – non c’è nemmeno un cartellino che dia ai visitatori del Fellini Museum informazioni sul luogo dove si trovano -. Ma tu lo sai chi è Filippo Brunelleschi? Hai vicino una persona, Chiara Bellini, che ti supera in cultura e supera di gran lunga anche il cessato Gnassi, che si è espressa più volte contro questa ridicola esibizione ignorante e narcisistica, perché prima di sputtanarti non hai discusso con lei la politica culturale narcisistica del cessato Gnassi?

DELENDA CARTHAGO

Marco Porcio Catone ha inventato il metodo politico del battere il chiodo per ottenere dei risultati. Saluto i componenti superstiti di Rimini Città d’Arte Renata Tebaldi, che si troveranno questa sera all’Arco, che saluto con commozione, siamo stati noi ad ottenere la ricostruzione filologica del teatro di Luigi Poletti e proprio anche usando i due Decreti Ministeriali che speriamo vengano difesi dalla magistratura di Rimini.

AGGIUNTA PER UN CANDIDATO SINDACO (21/08/2021)

JAMIL, odio considerarti un clone del cessato Gnassi. Non ripetere i suoi discorsi DELIRANTI. Fatti guidare in politica culturale da Chiara, che ne sa più di tutti noi. Per l’amor di Dio, pensa ai tuoi figli, i SOGNI e la MAGIA sono il fine dichiarato umano e politico di chi vuole lo sballo.
Abbiamo bisogno di giovani e politici CHE NON DORMANO e che siano CONCRETI E REALISTICI.
I NARCISI affogano nell’acqua della propria immagine.

Giovanni Rimondini dell’Associazione Rimini Città d’Arte “Renata Tebaldi”

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