La chimera dell’accordo regionale sugli aeroporti dell’Emilia Romagna

La chimera dell’accordo regionale sugli aeroporti dell’Emilia Romagna

Era il 1995 quando il presidente della Regione insieme ai quattro rappresentanti delle società di gestione degli altrettanti scali siglarono l’accordo che stabiliva la mission di ciascun aeroporto. Nel 2020 siamo punto e a capo.

E’ trascorso un quarto di secolo dalla riunione del 30 gennaio 1995, quando il presidente della Giunta regionale e i quattro presidenti delle società di gestione dei quattro aeroporti siglarono l’accordo che prevedeva il ruolo operativo di ciascuno scalo.

PARMA: oltre alle attività già esistenti, quelle relative all’aviazione generale, con particolare riguardo ai servizi di aerotaxi ed “executive”.

BOLOGNA: polo aeroportuale principale dell’Emilia-Romagna, di livello internazionale, deve essere posto in condizione di sviluppar appieno le proprie potenzialità che lo candidano, in prospettiva, ad assumere il ruolo di 2° polo dell’Italia settentrionale.

FORLI: servizi di supporto quale alternato agli altri aeroporti, i settori relativi al trasporto delle merci, alla formazione professionale e alle manutenzioni.

RIMINI: quale aeroporto charter internazionale della Regione, il settore turistico, ricuperando e ampliando le quote di mercato (con particolare riguardo ai Paesi dell’est europeo) anche in relazione al già indicato trasferimento delle attività militari. Pertanto è indispensabile legare l’attività operativa aeroportuale alle politiche di incentivazione nel settore turistico che la Regione adotterà annualmente nei piani promozionali per l’esteoi. Vanno inoltre valorizzate le potenzialità di trasporto legate agli accordi con la Repubblica di S. Marino.

Negli anni successivi l’accordo non trovò alcuna applicazione, e il traffico sui quattro aeroporti assunse sviluppi e caratteristiche sostanzialmente diverse da quelle indicate, dando luogo negli scali regionali ad una insana concorrenza a tutto vantaggio dei vettori aerei.

Sviluppo del traffico aereo regionale 1995-2019
In regione nei quattro scali il movimento totale dei passeggeri nel periodo 1995-2019 è aumentato del 363%: da 1.669.820 a 9.921.965; quello merci del 187%: da 13.276 a 38.055 tonnellate, che rappresentano il 3,58% sul totale nazionale di 1.060.802 tonnellate.

L’andamento degli aeroporti

(1) Forlì: chiuso dal 01/04/2013 al 29/10/2020

Dal 1995 al 2019 l’incremento medio annuale nei quattro aeroporti è stato il seguente:
Parma: 9,16% (anno di maggior traffico 2011: movimento passeggeri 268.618).
Bologna: 23,08% (anno di maggior traffico 2019: movimento passeggeri 9.452.808).
Forlì (1995-2012): 91% (anno di maggior traffico 2008: movimento passeggeri 772.078).
Rimini: 4,7% (anno di maggior traffico 2011: movimento passeggeri 916.289).
Regione Emilia Romagna: 20,29% (anno di maggior traffico 2019: movimento passeggeri 9.921.565).
Sul territorio nazionale, dal 1995 al 2019, il movimento passeggeri è aumentato del 226%: da 58.566.619 a 191.207.014.
Complessivamente i quattro aeroporti della regione Emilia-Romagna nei due anni presi in esame hanno rispettivamente rappresentato il 2,85% e il 5,1% sul dato nazionale.

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