La grande rotatoria e le prospettive

La grande rotatoria e le prospettive

Visti i flussi di traffico degli incroci sulla circonvallazione in molte ore di punta, le rotatorie poco migliorano rispetto ai semafori. Scontiamo l'errore di fondo di aver rinunciato alla realizzazione dei quattro cavalcavia già progettati e finanziati.

Ho letto piacevolmente l’articolo del Carlino che fa il quadro sulla situazione del cantiere rotatorie sulla circonvallazione, denunciando l’assenza di teste pensanti, ma purtroppo l’assenza di teste pensanti a Rimini è una vera pandemia che investe ogni settore dell’amministrare. Rimanendo alla sola  mobilità, partirei da quel genio che pensava di risolvere il traffico di trasferimento della città inventandosi dieci totem, dichiarando per decreto che la via Roma diventava “il fila dritto di Rimini”.
Poi, scoperta l’assurdità di questa strategia, si sono ricordati di avere nei cassetti da ben dieci anni la questione Complanare, raccontando che sarebbe stata questione di qualche anno e tutto sarebbe stato pronto, fregandosene del fatto che lo stesso presidente della Provincia Santi diceva che non c’era ancora neppure il tracciato di massima.
La cosa ancor più buffa era che il primo lotto da realizzare consisteva nel congiungere all’altezza di Bellaria le due statali, che per quanto importante, è cosa risibile rispetto alla situazione della circonvallazione/statali.
Ormai anche i sassi sanno che la Complanare è cosa che, se va bene, ne riparleremo tra vent’anni, e anche lo stesso Cagnoni che chiede una rampa di collegamento all’autostrada sembra dello stesso avviso.
Il ridicolo sta nella circostanza che la stessa amministrazione si dice d’accordo con il Presidente della Fiera, facendo finta di non capire che trattasi di soluzione alternativa e non complementare alla Complanare. Va pure sottolineato che tutta questa grande proposta dell’uscita autostradale si regge su una letterina che l’assessora Frisoni mandò alla Soc. Autostrade sei anni fa, dov’è evidente che se non si parla mai della risposta si potrebbe azzardare – semplice deduzione logica – che sia stata cestinata.
Chi mastica un pò di politica sa bene che per fare cose di questa portata devi lavorare a stretto contato con Roma coinvolgendo politici e istituzioni, ma anche il rapporto con gli altri comuni interessati alla Complanare, per decidere sia dell’archiviazione Complanare sia delle soluzioni per gli altri territori, onde evitare che le richieste di nuovi caselli autostradali diventino più di una.
Fatto questo triste quadro, occorre dire chiaramente che l’errore di fondo fu quando i due “colonnelli” di Ravaioli, Melucci ed Arlotti, rinunciarono alla realizzazione dei quattro cavalcavia già progettati e finanziati da Anas (per conferma chiedere allo Studio di Rimini che li progettò), dove la trovata furbesca fu quella di declassare la circonvallazione a strada urbana, in quanto la nuova statale sarebbe stata la Complanare, giochino utile per fare le rotatorie al posto dei cavalcavia.
Dico questo perché se parlate con tecnici che s’intendono di mobilità vi diranno in coro che visti i flussi di traffico degli incroci sulla circonvallazione in molte ore di punta, poco cambia rispetto ai semafori, dove il muoversi a medie sotto i 20 km l’ora fa sì che la circonvallazione invece di drenare traffico cittadino, “esporta” macchine nei percorsi interni.
L’unico piccolo rimedio vista questa situazione sarebbe di scaricare gli incroci su altre arterie, tipo la realizzazione di una arteria di gronda da realizzarsi a partire dall’incrocio del TOIS per poi raggiungere prima la zona artigianale e proseguire verso Rimini sud sfociando sulla via  Varisco, ma ancora più in piccolo serve anche togliere i semafori sulla Consolare per far sì che il traffico arrivi alla circonvallazione in modo fluidificato e non a blocchi, ma anche su questo tema l’unica cosa fatta dall’amministrazione è la solita letterina, questa volta ad Anas.

Giulio Grillo

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