La Ministra mette Rimini e Riccione alla gogna in Tv

La Ministra mette Rimini e Riccione alla gogna in Tv

“Vaccini, assolutamente molto al di sotto della soglia di sicurezza”. In Italia c’è di peggio ma la Lorenzin ci paragona al medioevo.

“Rimini e Riccione, situazione allarmante sui vaccini”: parola di Beatrice Lorenzin, ministra della Salute del governo Gentiloni. Giovedì la esponente di Alternativa Popolare, ex Ncd ed ex Forza Italia, intervenendo in tv al riguardo della sua ultima proposta – vaccini obbligatori, altrimenti niente iscrizione a scuola – ha rifilato una scudisciata alla sanità della nostra provincia, quasi fosse il fanalino di coda dello stivale.
Ospite di Annalisa Bruchi nel salotto serale di Rai2, “Night Tabloid”, quando mancavano pochi minuti alla mezzanotte la Lorenzin si è riscaldata parlando di “nuovo medioevo antiscientifico”, quello dei dibattiti sui vaccini nei social network.
Ed ha affondato il colpo così: “si rifiuta l’arma numero uno di prevenzione che da quando è stata inventata e scoperta, pensiamo cosa è stata la scoperta sul vaiolo, ha salvato miliardi di persone. E abbiamo il paradosso che noi italiani veniamo chiamati dai paesi africani per aiutarli a vaccinare i loro bambini contro il morbillo, e noi abbiamo già cominciato da tanto tempo a non vaccinare i nostri figli, e con delle situazioni veramente allarmanti come quella di Rimini, e dell’area di Rimini e Riccione, dove eravamo arrivati assolutamente molto al di sotto della soglia di sicurezza”.
La soglia è del 95% della popolazione vaccinata, incalza la Bruchi, e la Lorenzin ricomincia: “Noi siamo sotto questa soglia, e in alcune aree territoriali – perché l’Italia è fatta a macchia di leopardo – siamo addirittura sotto l’85%. Motivo per il quale, questa è stata una battaglia che ho ingaggiato dal primo giorno del mio dicastero”.
Dunque, l’equazione è chiara: medioevo = no vaccini = peggio dell’Africa = Rimini e Riccione.
Ma quali sono i dati cui si riferisce la ministra?
Che Rimini fosse maglia nera – ma in regione – lo avevamo ribadito con i dati riportati nell’intervista al dottor Maurizio Grossi presidente dell’Ordine provinciale dei medici: dal 2010 al 2015 la percentuale di copertura per i vaccini obbligatori a Rimini è scesa dal 92,9% all’87,5%, al di sotto della media regionale del 93,4%. Però un conto è la media regionale dell’Emilia-Romagna, un altro conto è essere i peggiori d’Italia.
Quali sono le zone d’Italia “sotto l’85%” di cui parla la Lorenzin? E perché ha indicato in tv al pubblico ludibrio Rimini che è all’87,5%, quindi sopra l’85%?
Ben altre parole aveva riservato alla sanità locale la Lorenzin medesima, il 4 maggio scorso dopo una visita al Ceccarini: «L’ospedale di Riccione è un gioiellino. Nella riorganizzazione c’è una collaborazione con Rimini che è l’ospedale di riferimento ma la struttura ospedaliera non è in discussione». Ma si trattava di un tour elettorale, della conferenza stampa e dell’incontro per il sostegno al candidato del pizzolantiano “Patto Civico”, Carlo Conti. In quella occasione la ministra aveva fatto un salto anche a San Patrignano, dove in passato era già stata “per trovare dei miei amici che erano passati da qui, che oggi stanno bene e che si sono costruiti una vita piena”. Aveva lodato la struttura di recupero per i tossicodipendenti, dichiarandosi “assolutamente contraria” alla legalizzazione della cannabis.
Sul tema San Patrignano la ministra è poi tornata, nel corso della trasmissione di giovedì su Rai2, quando era già trascorsa la mezzanotte.
E ha detto: “io sono stata giovedì a San Patrignano, erano tanti anni che non ci andavo, ed è stato molto interessante, a parte i numeri – numeri pazzeschi, c’erano più di 1.500 ragazzi giovanissimi. Uno si immagina che nelle comunità ormai ci siano le persone grandi. Invece, giovanissimi. C’è anche una sezione dedicata a ragazzi e ragazze che hanno 12-13-14 anni. E possiamo dire che grazie al cielo sono in comunità. Tutti hanno avuto esperienze di poliassunzioni di sostanze, quindi cominciando da giovanissimi e arrivando a situazioni di non-controllo totale della propria vita”.
Così la ministra ha restituito indirettamente al territorio riminese un minimo di lustro, venti minuti dopo la scudisciata sui vaccini.

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