Cerchi lavoro? Ecco le figure più richieste e dove mandare il curriculum vitae.
Una provincia in cui si cercano soprattutto profili generici oppure specializzati in commercio e servizi. Rimini, dal punto di visto della ricerca di figure professionali, è fortemente dipendente dal settore che più caratterizza la sua economia: il turismo. Così la nostra città offre lavoro, anche nei mesi invernali, ma in gran parte si tratta di personale a tempo determinato da impiegare per coprire picchi di attività o per sostituzioni.
E’ quanto emerge dal rapporto Excelsior del sistema camerale che ha monitorato le richieste di lavoro nel primo trimestre del 2017. Il rapporto stima 2.080 assunzioni di lavoratori dipendenti ma solo il 14% con un contratto in pianta stabile, con l’apprendistato che conquista un risicato 8% (vedi il nostro grafico qui sotto). Le altre forme contrattuali sono tutte a termine, ad eccezione del classico contratto di prova per una eventuale assunzione in pianta stabile, che copre il 16% della richiesta. Insomma: è precario il 78% dei nuovi rapporti lavorativi nella nostra provincia.
Il turismo la fa da padrone (870 assunzioni) e se si aggiunge il commercio (330) rappresenta ben più della metà della richiesta del mercato del lavoro. Il resto è frammentato nell’industria, con nessun settore davvero in grado di conquistare un posto al sole nel panorama provinciale.
Ne consegue che il tasso di specializzazione richiesto non è dei più elevati. Il grafico qui sotto mostra le figure professionali più richieste. Si cercano profili generici nel 21% dei casi e nel 29% professioni da impiegare in commercio e nei servizi. Gli impiegati sono una fetta minoritaria (18%) mentre gli operai specializzati sono appena un punto percentuale più su. Dirigenti, specialisti e tecnici fanalino di coda a quota 13%.
Chiude il rapporto una vasta zona grigia di altre forme di contratti precari (nel grafico in basso). Alle 2.080 assunzioni di dipendenti, infatti, si aggiungono 740 assunzioni interinali e ben 1.420 contratti di collaborazione a progetto e “altre modalità di lavoro indipendente”. In questa sintesi, ci sta la vasta gamma del precariato più estremo, dalle finte partite Iva ai voucher, ora aboliti.
I dati si riferiscono a: primo trimestre 2017
Fonte: sistema Excelsior unioncamere
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