La Murri, un caso dimenticato

La Murri, un caso dimenticato

Cosa ne sarà di questo tesoro? Possibile che un'area con queste potenzialità per Rimini non valga nulla? Proposta per mettere a tema il grande (ma non l'unico) buco nero che il decennio Gnassi ha fatto finta di non vedere. Sullo sfondo una Bellariva che rischia la morte sociale.

La Murri è uno dei venti, trenta buchi neri che Gnassi ha fatto finta di non vedere, poi come tutti i non luoghi è diventata una concentrazione di un po’ tutte le devianze, dove la risposta è stata autorizzare una specie di bazar per tutta l’estate e due-tre giochini per i bimbi.
Il bello è che nessuno sembra andare oltre, nella sostanza un’agonia che continua, vedi per ultimo la chiusura della chiesa, che porterà Bellariva alla morte sociale.
L’ultima volta che si è sentito parlare della ex colonia è stato per un Sindaco che ci ha raccontato di aver ritirato la convenzione alla Società, immagino fallita, Rimini&Rimini, in buona sostanza un atto dovuto.
E’ facile ipotizzare che i creditori in questi anni abbiano cercato di poter cedere la convenzione ad altri, in particolare alle banche creditrici che avranno cercato per mare e per monti soggetti interessati all’operazione a prezzi di realizzo, sapendo bene che sarebbe stato meglio poco piuttosto che riconsegnare la convenzione gratis al Comune.
Una vicenda che ci dice che un’area enorme, direttamente affacciata sul mare con fabbricati in buona parte restaurati e con la destinazione a commerciale, a Rimini non vale niente, ragion per cui serve agire volando basso nel senso di essere concreti.
Un passato che è fatto anche dall’ex area lavaggio che con una variante è diventato urbanisticamente un tutt’uno con l’area Murri, dove non risulta che l’Amministrazione comunale abbia in mente di modificare l’enorme capacità a residenziale prevista a suo tempo come motore immobiliare per l’intervento nella Murri che però, sotto il profilo convenzione, non c’è più.
La soluzione semplice semplice sarebbe questa: che il Comune si facesse promotore di un progetto sulla colonia prevedendo nel piano rialzato una destinazione commerciale, con posa di tavoli all’esterno per potenziali bar, pub e ristornati, e destinando gli altri piani a resort, per poi metterla all’asta.
Con le risorse della vendita del fabbricato bello sarebbe acquisire l’area lavaggio per creare un unico grande parco.
Scontato che, sia questo racconto che la relativa proposta, possano giustamente essere confutati, però va fatto alla luce del sole e vista l’importanza del caso giusto sarebbe che la/e commissione/i consigliare/i si facessero carico di aprire un percorso formale.
La speranza è che siano in primis i consiglieri di minoranza a proporne l’attuazione in termini concreti perchè deve essere prioritario fare uscire Bellariva dallo stato di luogo di paura.

Giulio Grillo

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