Ma i riminesi sono consapevoli di possedere una piccola Stonehenge?

Ma i riminesi sono consapevoli di possedere una piccola Stonehenge?

Per il momento non è ancora patrimonio mondiale dell'umanità, ma solo dell'Ina Casa. Però...

Perché?! Viene da chiedersi di getto guardando il non luogo che ospita questo incomprensibile allestimento. E per quale motivo si spendono risorse economiche in tal modo? Si pensava che imbruttire la città fosse esercizio passato, e dopo i molti tristi esempi del dopoguerra ci si auspicava che il senso estetico della città fosse mutato in meglio; invece continuiamo ad assistere ad opere come queste eseguite, peraltro, con i danari pubblici.
In realtà però non c’è da meravigliarsi più di tanto, dato che il massimo esempio del pessimo gusto risiede in quella che qualcuno forzatamente chiama “Piazza dei sogni”, anche se in realtà trattasi di incubi.
È difficile comprendere ciò che si è voluto esprimere con quell’approntamento allestito all’Ina Casa. Forse una replica di Stonehenge – de’ noantri – o chissà cos’altro, ma in ogni caso sarebbe stato opportuno apporvi un cartello esplicativo, tanto da potere eventualmente fare apprezzare quell’opera ai tanti profani che non comprendono tali espressioni architettoniche (!). In ogni caso però si tratta di un luogo triste, anonimo, privo di un’anima o “genius loci” come si suole dire.
Nel frattempo rassegniamoci, evidentemente il nostro arredamento urbano locale non può esprimere di meglio. Chissà se tra duemila anni gli archeologi scoprendo tali piedritti in circolo, si porranno le stesse domande che si fanno oggi dinnanzi a Stonehenge. Oppure muniti di una conoscenza maggiore conseguente alla ricchezza di informazioni del nostro tempo, si chiederanno semplicemente il perché in quella lontana epoca si sperperavano denari in tal modo.

Fotografia: l’opera si trova all’Ina Casa, nel riquadro il famoso archetipo (forse) preistorico dello Wiltshire.

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