La notizia è che la chiesa genovese lascia andare con dolore mons. Anselmi

La notizia è che la chiesa genovese lascia andare con dolore mons. Anselmi

L'arcivescovo di Genova l'ha detto senza mezzi termini: «Un momento di grande gioia, ma anche doloroso perché umanamente il momento del distacco è doloroso e per la nostra Chiesa genovese è un momento di fatica», aggiungendo che quella di Rimini «oggi riceve una grande grazia». Al suono delle campane, due comunità che si affacciano sul mare hanno vissuto oggi una data storica.

Mentre il “bollettino della Santa Sede” pubblicava la «rinuncia e nomina del Vescovo di Rimini», in Cattedrale mons. Lambiasi annunciava il suo successore, e nell’Arcidiocesi di Genova una conferenza stampa era sta convocata con lo stesso obiettivo. Triangolazione perfetta. Ma bisogna partire da Genova per capire l’avvenimento storico di questa giornata, ancora velato – in attesa che il cristallino dell’esperienza, cioè della conoscenza diretta del nuovo vescovo, permetta una migliore messa a fuoco – ma già percepibile. L’arcivescovo di Genova, mons. Marco Tasca, ha utilizzato queste parole: «Un momento di grande gioia, ma anche doloroso perché umanamente il momento del distacco è doloroso e per la nostra Chiesa genovese è un momento di fatica, che però ci deve far sentire uniti e ci deve far crescere. Restiamo uniti a Mons. Nicolò e alla sua famiglia e preghiamo per la sua nuova missione nella Chiesa di Rimini, che oggi riceve una grande grazia. Continuiamo a pregare per queste due Chiese che si affacciano sul mare e che da oggi si sentiranno ancora più unite». Il vescovo che a breve sarà a Rimini, il 112esimo della diocesi, ha utilizzato il medesimo registro: «La Chiesa animata dallo Spirito Santo, mi invia altrove a servire il corpo mistico di Cristo. Questo per me è un momento bello, ma anche un po’ doloroso per il distacco dalla mia Diocesi».
La chiesa genovese lascia partire la sua punta di diamante perché così ha voluto Papa Francesco, ma nel momento del distacco dice senza mezzi termini il proprio dolore e, contemporaneamente, fa sapere ai riminesi che hanno ottenuto una grande grazia. Le due chiese che si affacciano sul mare, un dato di realtà ma anche un paradigma biblico molto significativo, era stato anche l’incipit del nostro articolo pubblicato questa mattina: «Mons. Nicolò Anselmi è genovese genovese. E da una grande città portuale sbarcherà in una diocesi “di mare”, presumibilmente in tempi abbastanza brevi».

Un vescovo tra i giovani: chi è mons. Anselmi

La conferenza stampa che si è svolta nel Seminario di Genova questa mattina: al microfono mons. Anselmi.

Ore tempestose: si prepara il dopo Lambiasi, ma il successore ancora non c’è

Poche settimane fa il nome del nuovo vescovo di Rimini ancora non c’era. Un po’ perché i vescovi scarseggiano, un po’ perché i tasselli da mettere al loro posto per riempire le caselle delle diocesi in attesa di un vescovo sono numerose. Ma molto anche perché la “scelta” di mons. Anselmi è stata ben calibrata da chi l’ha pensata, preparata e compiuta, da ultimo il papa. Ben meditata, insomma, nella piena consapevolezza dei punti di forza e di debolezza della diocesi di Rimini. E di conseguenza è stato cercato il pastore con la caratura migliore per irrorare una nuova stagione missionaria, di cui la cattolicità riminese ha grande sete. Arriva un vescovo giovane, pieno di energia, cresciuto a contatto con i giovani, figlio di una Chiesa che ha espresso il card. Siri e che è cresciuto accanto a figure che hanno segnato la Chiesa italiana come il card. Bagnasco, il card. Canestri, il card. Tettamanzi e il card. Bertone.
«Ora la Chiesa, animata dallo Spirito Santo, mi invia altrove a servire il corpo mistico di Cristo», sono state le prime parole di mons. Anselmi. «Prima di questo doloroso distacco mi permetto di esprimere due desideri», ha detto. E il primo, rivolto alla comunità genovese, è altamente significativo: «di continuare a mantenere l’unità, la comunione, nella pace, intorno all’arcivescovo, cominciando da noi preti; l’unità è ciò che Gesù desidera. Le divisioni fanno male e non vengono mai da Dio bensì dal Maligno». Il secondo desiderio, ha aggiunto, «è quello che la chiesa che è in Genova continui a servire chi soffre, i più fragili, chi è solo, disperato, chi sta attraversando un momento di difficoltà».
Mons. Anselmi e i giovani si diceva, e il tema l’ha messo bene in luce proprio lui anche questa mattina: «Spesso, durante questi anni, mi sono chiesto che cosa la Chiesa potesse fare per i giovani; oggi sono convinto che siano i ragazzi e i giovani a poter fare molto per la chiesa e la società; impegnarsi per il bene, di tutti, dimenticando la carriera e il proprio interesse, è la strada della felicità».
Ma ha chiesto anche «perdono per tutto ciò che posso aver sbagliato e per ciò che avrei potuto fare meglio». Con un accento di umanità ulteriore quando ha fatto riferimento ai propri affetti familiari: «Il mio cuore è preoccupato per la mia famiglia, per mia sorella a cui voglio tanto bene; da poco tempo nostra mamma è salita in cielo; sono certo che la Provvidenza ci aiuterà a restare vicini». Quindi le prime parole per la Chiesa di Rimini «che andrò a servire: so che è una chiesa vivace ed operosa; in questi ultimi anni ha avuto in mons. Francesco Lambiasi un pastore sapiente e capace. Con l’aiuto dello Spirito spero di riuscire a camminare lungo la strada da lui tracciata; mi metto a disposizione per quello che sono, capacità e difetti. Rimarrò a Genova ancora un po’ di tempo e spero di salutare più persone possibili. Partendo dal mar Adriatico, penso che ogni tanto farò qualche capatina sul mar Ligure, per salutare famiglia a amici; forse con qualcuno non avremo più occasione di vederci. Fra non molti anni ci incontreremo in Paradiso per vivere insieme la gioia che non tramonta, nell’amore di Dio. Restiamo uniti nella preghiera».

Mons. Lambiasi questa mattina in Duomo raccolto in un momento di preghiera.

L’ufficialità sul nome di mons. Anselmi, il vescovo di Rimini l’ha avuta l’altro ieri, come ha spiegato lui stesso in una cattedrale gremita di fedeli: «Rallegriamoci e facciamo festa per il dono della tua persona, Fratello amatissimo e caro don Nicolò. È da tempo che ti stavamo aspettando, soprattutto dal 14 ottobre scorso, Festa del nostro Patrono, san Gaudenzo, quando in tutte le nostre chiese abbiamo incominciato a pregare per il nuovo Vescovo, perché il Signore, tramite Papa Francesco ci donasse un Pastore mite e forte, vigile e premuroso nella cura del suo Popolo. E proprio a un mese di distanza dall’inizio di quella “crociata di preghiera”, con lettera datata il 14 ottobre 2022 e comunicata sotto segreto pontificio l’altro ieri, mi giungeva l’attesa e gradita notizia del tuo nome, come mio Successore nella guida di questa bella e cara Diocesi di Rimini». Lambiasi non ha trattenuto l’emozione questa mattina in Duomo e a più riprese la sua voce è parsa tremolante, sostenuta da lunghi applausi dei presenti. «Auguri, Fratello mio!», ha concluso. «A nome dell’intera Diocesi di Rimini, ti dico: “Ti vogliamo bene. Preghiamo per te e ti auguriamo di illuminare il ‘nostro’ popolo con la verità del Vangelo e di edificarlo con la testimonianza della vita.” Tuo di cuore, con sincera stima, con viva gratitudine, e fraterno, intenso affetto».
Nel suo messaggio alla Diocesi per la nomina del nuovo vescovo, Lambiasi ha salutato «tutti, a cuore aperto e a braccia spalancate».
Come previsto dal Codice di Diritto Canonico, mons. Lambiasi rimane amministratore apostolico fino all’arrivo del suo successore e si attende adesso solo di conoscere la data di insediamento di mons. Anselmi.

Cara Chiesa di Rimini

Carissima Chiesa di Rimini, ringrazio il Signore per le belle cose che sento dire di tutti voi, presbiteri, diaconi, consacrati e consacrate, laici, per la vostra vivacità e intraprendenza per il Vangelo. Per un buon numero di anni siete stati guidati da un pastore, a detta di tutti ed anche per mia conoscenza personale, saggio e preparato; grazie monsignor Francesco per il tuo ministero fedele e fecondo.
Vengo a voi, inviato dal Papa, con un po’ di ragionevole timore ma con tanta fiducia nell’assistenza dello Spirito Santo. Spero di essere accolto con benevolenza; vorrei riuscire ad essere, prima di tutto, al servizio dell’unità, della comunione, della pace primo dono del Risorto.
Affido tutti, in particolare il presbiterio di Rimini, alla Beata Vergine Maria; la Madonna ci accompagni e ci protegga.
Con affetto nel Signore

+ Nicolò Anselmi

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