La Novarese «polo del benessere spirituale» e il Talassoterapico resta sul groppone di Riminiterme

La Novarese «polo del benessere spirituale» e il Talassoterapico resta sul groppone di Riminiterme

Conversione "mistica" sulla colonia modello di architettura razionalista: mentre il gruppo immobiliare pesarese pare disponibile a farne un hotel di lusso con centro benessere e spa, più un contenitore per eventi modello Cirque du Soleil, che fine farà il Talassoterapico? La sua riqualificazione spetterà a Riminiterme. Ecco a cosa si sta lavorando mentre hanno cominciato a scorrere i titoli di coda sulla giunta uscente.

E’ una conversione mistica? Dal «villaggio della salute e del benessere» immaginato da Coopsette ma rimasto inattuato, a Miramare con l’apparizione del gruppo Renco i piani sono cambiati. Adesso si parla, e pure si scrive nei documenti ufficiali, di «polo del benessere spirituale» e di «polo del benessere e dello spettacolo». Altro giro di valzer. Altri sogni che vengono caricati di molte aspettative (come succede da più di trent’anni per le colonie), sulle quali il galantuomo sarà, come sempre, solo il tempo. Per ora il traguardo è raggruppato in un concetto filosofico, una sorta di fitness spirituale e salutare, che tiene insieme corpo e mente, e che miscela, musica, arte, benessere fisico e psichico.
Con ordine e con calma, perché la storia è lunga, complicata e ancora aperta. Con una piccola ma sostanziosa annotazione: forse i progetti di maggiore impatto economico stanno scivolando al termine dei dieci anni di mandato della giunta Gnassi. Vale per l’ex questura (e se la stanno contendendo a suon di milioni pur essendoci un piano particolareggiato decaduto e ad oggi è certa solo la destinazione pubblica dell’edificio ormai a pezzi), per la piscina comunale e vale anche per Talassoterapico e Novarese.

Il progetto targato Coopsette che è rimasto sulla carta.

Se Coopsette con l’accordo di programma (qui) con gli enti pubblici, nel 2008 puntava su “health & fitness club”, ovvero
soprattutto al benessere sportivo e alla riabilitazione motoria post-trauma o post- operatoria; su “wellness e beauty farm”, cioè cura del corpo sotto il profilo estetico quindi anche con laboratori di chirurgia estetica, centri massaggi, idromassaggi e saune, arrivando a erboristeria e integratori alimentari; e infine “therme-club” (acque termali, sorgive, minerali e fanghi, alghe, sali, eccetera) e talassoterapia (reparti inalazioni/aerosol, balneoterapie, sabbiature e tanto altro); adesso la proposta dei pesaresi di Renco, l’unica pervenuta a seguito di «avviso per la raccolta di “manifestazione d’interesse” all’acquisto dell’82,67% del capitale sociale di Riminiterme oppure del 100% del capitale sociale di Riminiterme sviluppo», punta sull’hotel extra lusso e sullo spazio eventi. Renco praticamente non prende in considerazione il termale, e in particolare lo stabile Talassoterapico, come invece avrebbe voluto l’amministrazione comunale, ma punta la sua attenzione solo sull’immobiliare, leggasi ex colonia Novarese. Va bene così? A palazzo Garampi paiono contenti lo stesso e sembrano pronti, seppure «in scadenza», ad andare in questa direzione, assecondando la manifestazione d’interesse di un gruppo che ha messo gli occhi anche sul mercato coperto e che ha la proprietà della ex Corderia a Viserba. Una quantità di interessi, insomma.
Sarà per questo, cioè perché Renco ha snobbato il Talassoterapico, che Riminiterme (controllata dal Comune di Rimini), forse per bilanciare la vistosa lacuna, ha elaborato un progetto di rigenerazione per la struttura che sorge in viale Principe di Piemonte a Miramare, ipotizzandone la riqualificazione e il rilancio? In realtà Riminiterme col “piano” già formalizzato ha anche fornito la “cornice” e l’inquadramento di tutto il progetto, cercando di tenere insieme in qualche modo Novarese e Talassoterapico.
Il piano sarebbe questo: Riminiterme dovrebbe vendere la sua partecipazione in Riminiterme sviluppo, che ha nei confronti della prima un debito che supera gli 8 milioni di euro. Per vendere dovrà indire una pubblica gara e chi se la aggiudicherà (diventando socio unico di Riminiterme sviluppo) avrà l’onere e l’onore di fare edificare il «polo del benessere e dello spettacolo», ovviamente dopo avere messo a punto un nuovo accordo di programma con la Provincia e dopo tutti i passaggi dovuti nel consiglio comunale di Rimini. Potrebbe esserci una accelerazione in tal senso da parte della giunta uscente e del cda di Riminiterme, ma si capirà meglio nelle prossime settimane.
Grazie all’incasso derivante dalla vendita della partecipazione in Riminiterme sviluppo, Riminiterme conta di riqualificare il Talassoterapico e di alleggerirsi dei mutui bancari, che sfiorano i 3 milioni di euro, che comportano anche una ipoteca sulla Novarese.
Tutto dovrà incastrarsi alla perfezione, e non è scontato che accada.
Da quello che è dato sapere, la strada allo studio per mandare avanti la pratica Talassoterapico/Novarese sarebbe quella di fare leva su un articolo del Psc che riguarda la «continuità degli strumenti urbanistici attuativi vigenti» e che recita: «Sono considerati conformi al PSC i procedimenti negoziali riferiti ad accordi di programma (art. 40 L.R. 20/2000), accordi con i privati (art. 18 L.R. 20/2000), programmi integrati d’intervento (L. 179/1992) e loro varianti, definitivamente approvati e sottoscritti prima della data di approvazione della presente strumentazione. Gli atti conseguenti alla loro sottoscrizione saranno quindi attuabili entro la validità del PSC. I perimetri e le norme che regolano la loro attuazione sono recepiti nel RUE». Ma per fare ciò occorre però che l’intervento sulla Novarese “assorba” anche il Talassoterapico, e i famosi 5mila mq di ampliamento (dove Renco intende realizzare l’auditorium teatro sul modello Cirque du soleil). Solo così, ragionano i principali attori pubblici dell’operazione, sarebbe sufficiente un semplice “aggiustamento” all’Accordo firmato fra Alberto Ravaioli e Nando Fabbri nel maggio del 2008. Ma sarebbe davvero così lineare passare dal “polo del benessere” al polo che al benessere conta di aggiungere anche lo spettacolo? Probabilmente se ne discuterà.

Coopsette aveva in programma questo progetto per l’area di Miramare attualmente in forte degrado.

Mentre conosciamo i rendering, rimasti tali, diffusi da Coopsette e Riminiterme in passato, sono ancora sconosciuti quelli del nuovo soggetto, esattamente “Renco Valore”, sede a Pesaro, amministratore delegato Giovanni Rubini (romagnolo), presidente del Cda Luca Passeri, capitale sociale 10 milioni di euro (interamente versato), attività prevalente «immobiliare relativamente a investimenti, coordinamenti e gestione nel settore immobiliare ivi incluso il settore alberghiero». Si sa solo che il nuovo «polo del benessere e dello spettacolo» con hotel 4 stelle o 4 stelle superiore per 120 camere (più centro wellness, ristorante tipico e “spa”), oltre al fabbricato auditorium (5mila mq di superficie e alto 8 metri) dovrebbe vedere la luce in tre anni a cura di Riminiterme sviluppo, mentre a Riminiterme toccherebbe il Talassoterapico da rimettere in sesto e ammodernare per una spesa compresa fra mezzo milione e 1 milione di euro.
Sempre dai piani stilati su carta, pare che l’albergo super lusso e annessi (quasi 22 milioni di investimento stimato) lo spazio eventi (investimento stimato 15 milioni di euro) debbano assicurare un fatturato parecchio ricco, si parla di 15 milioni di euro l’anno.

Ricapitolando: secondo l’amministrazione in carica fino al 2011, entro il 2012 avrebbe dovuto vedere la luce il «polo del benessere» alla Novarese, acquistata nel 2003 dalla Regione Emilia Romagna. Obiettivo mancato clamorosamente (così come Bolognese e Murri). Nel 2018 si è chiusa la difficile transazione fra Comune e Coopsette estinguendo il contenzioso connesso all’inadempimento agli obblighi che quest’ultima si era assunta vincendo il bando pubblico per l’acquisizione della maggioranza delle azioni di Riminiterme nel 2005. Come spiegò la giunta Gnassi, la transazione ha stabilito la restituzione al Comune da parte di Coopsette, «in liquidazione coatta amministrativa, di 6.487.694 azioni, corrispondenti al 77,67% del capitale sociale di Riminiterme s.p.a. per l’importo di 4.500.000 euro, un prezzo che corrisponde a circa la metà dell’attuale valore di mercato (stimato in 8.971.000 euro)».
«Suppongo che il curatore fallimentare di Coopsette ancor oggi possa brindare per il regalo fatto al fallimento dal Comune di Rimini che nel 2018 è rientrato in possesso elargendo 8 mln di euro (4,5 in danaro + 3,5 di accollo debito) e cioè quasi la stessa cifra (9,5 mln) alla quale il Comune aveva venduto a Coopsette ai tempi della bolla immobiliare e con un concessione demaniale del Talassoterapico di durata residua pari a circa il doppio», ha detto nei giorni scorsi Alessandro Ravaglioli.
Una recente perizia sulla Novarese sembra le attribuisca un valore di mercato di poco superiore a 4 milioni di euro, che pare sia anche la cifra che Renco sarebbe pronta a mettere sul piatto.

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