La Rimini antica restituisce un bellissimo pavimento a mosaico

La Rimini antica restituisce un bellissimo pavimento a mosaico

In via Melozzo da Forlì con uno scavo stratigrafico gli archeologi stanno mano a mano scoprendo qualcosa di importante: tracce di una strada, un pavimento di tesserine bianche e nere, decorato con forme apparentemente geometriche. Forse una villa rurale?

Finalmente ci siamo! Gli scavi archeologici in essere in Via Melozzo da Forlì hanno restituito un aspetto importante che solo si poteva immaginare, ma che ora è ben visibile; e, forse, sebbene dopo qualche mese di lavori, siamo solo all’inizio.
Come riportato in precedenza (qui e qui), l’area è stata ampiamente indagata con uno scavo stratigrafico che ha permesso di rilevare che in quel sito si è succeduta nel tempo la presenza umana e ciò che ne conseguì a livello costruttivo.

Dopo le varie fondazioni a secco, portanti edifici di probabile natura agricola, è stato ritrovato un acciottolato ben disposto, forse una strada di periodo medievale o più tardo, che proveniva dall’attuale Via Saffi. Siamo sempre comunque nelle ipotesi.
Poi tanti e tanti cocci di terracotta smaltati e non, macerie di edifici probabilmente crollati e resti di utensili di uso comune, sempre apparentemente attribuibili a quel periodo.
Oggi, finalmente, nella struttura absidata primariamente scoperta è emerso un pavimento a mosaico. Realizzato con tesserine bianche e nere, decorato con forme apparentemente geometriche, è abbastanza semplice nel suo disegno, ma connota la predetta struttura in un’epoca ben anteriore a quella medievale. Si nota qualche foro forse a causa dell’infissione di pali lignei avvenuta in epoche successive, come spesso accadeva allora. Inoltre emergono altre murature coeve data la stessa quota di profondità della predetta pavimentazione.

Del resto la cosa era auspicabile, dato che la residua muratura limitrofa rappresentava già di per sé l’accenno della elevazione di un muro, il cui zoccolo di fondazione appariva evidente e di larghezza maggiore alla stessa.
Contrariamente a come si può immaginare, non vi sono ancora ipotesi ed è difficile formularle data l’assenza di quegli elementi peculiari che possano suffragarle; potrebbe trattarsi di una villa rurale, o di un edificio in qualche modo pubblico. La cosa però importante è che esso sorgeva al di fuori delle mura urbiche, ma non solo.
Quel ritrovamento, oltre a quelli di epoca successiva, dimostra che quella zona, poi divenuta parte del Foro Boario, era già abitata in remota antichità sebbene limitrofa al Borgo ed al suo asse viario principale. Fra le tante ipotesi, quindi una certezza.

Come già detto, solo pure supposizioni che si potranno poi tradurre in tesi a scavi ultimati; e qui il solito punto dolente. Ritengo ancora una volta che questa, per la sua posizione e peculiarità, sia una importante scoperta per la storia di Rimini, e del Borgo Sant’Andrea o Mazzini come lo si voglia chiamare. Ho cercato di capire se esista ancora o meno un Comitato con il quale realizzare un’iniziativa per rendere noto quest’evento, ma pare di no. Ma anche un appello all’assessorato competente, vista la diversa visione della storia della città rispetto la sua realtà, cadrebbe nel vuoto.
Quindi un’altra occasione persa, come del resto già avvenuto per tante altre.
Sarà comunque piacevole dare conto, per quanto possibile, ai tanti appassionati delle nostre vere radici culturali degli ulteriori ed eventuali sviluppi che questa bella circostanza ci ha riservato. Resta inteso che ben vengano pareri ed interventi di personaggi più competenti in materia, che l’arricchirebbero ulteriormente.

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