La politica dell’acqua in Romagna e a Rimini: il punto di vista degli ambientalisti

La politica dell’acqua in Romagna e a Rimini: il punto di vista degli ambientalisti

A margine dei due eventi promossi da Amir e Romagna Acque, il Coordinamento delle associazioni ambientaliste riminesi (ANPANA Rimini, dnA Rimini, Fondazione Cetacea, Italia Nostra, Legambiente, L'Umana Dimora e WWF Rimini) prende posizione e parla di "occasione mancata per porre la necessità di avviare il riuso della risorsa idrica a livello locale e regionale".

A distanza di una settimana uno dall’altro si sono tenuti due eventi di diverso spessore, ma entrambi utili per comprendere la politica dell’acqua nella Romagna e nella nostra città.
Il convegno di Amir “Il valore dell’acqua” e la presentazione del libro “Il nuovo corso dell’acqua” su Romagna Acque. Entrambi gli appuntamenti sono stati per gli ambientalisti un’occasione mancata per porre la necessità di avviare il riuso della risorsa idrica a livello locale e regionale.
In entrambe le occasioni si conferma una visione del futuro in continuità col passato. Approvvigionamenti idrici basati sul solo prelievo dall’ambiente. Il risultato è e sarà di lunghi periodi di emergenza idrica e di sfruttamento dell’ambiente oltre le sue capacità di rigenerazione.
Il convegno di Amir in particolare è stato ricco di spunti.
I dati presentati mostrano che le previsioni per l’immediato futuro vedranno periodi più caldi e siccitosi, con fenomeni meteorici estremi e rari. Il prelievo di acqua per ogni abitante nel nostro paese è di 419 litri. Di questi complessivi 9 miliardi di metri cubi di acqua prelevata dall’ambiente un quarto viene distribuito alle nostre case e città attraverso i tubi e le strutture del SII.
Se si analizzano le proposte di investimento presentate si evidenzia come le linee individuate sono sempre e solo quelle del prelievo dall’ambiente: canali, bacini, estrazione da falda, potabilizzazione. Molto interesse si è mostrato per le risorse che potranno arrivare dall’Europa con il Next Generation EU, ma nessuna ipotesi di utilizzo per progetti di riuso, neppure per impianti sperimentali.
Oggi la situazione è caratterizzata da un grave impoverimento dell’ambiente, privato in gran parte dell’acqua necessaria per la sua sopravvivenza. Nei periodi di siccità i corsi d’acqua sono asciutti, le falde sovrasfruttate; la flora e la fauna ne risentono gravemente. E frequenti sono state nell’entroterra le situazioni di razionamento idrico non solo agricolo ma anche ad uso civile, mentre ingenti risorse idriche depurate sono ogni giorno disperse in mare, con rischio di danni per l’ambiente.
Riteniamo perciò urgente avviare concreti progetti di riuso che consentano di recuperare le ingenti risorse idriche che già utilizziamo e di chiudere il ciclo del nostro servizio idrico. E in questo senso abbiamo inviato proposte alla Regione, anche attraverso il tavolo di confronto avviato con il Piano Strategico di Rimini, e rinnoviamo l’appello alle Istituzioni a porsi concretamente il problema.
Il riutilizzo consentirebbe immediatamente di alleviare l’ambiente da un eccessivo prelievo idrico, o in alternativa di rendere immediatamente disponibile ricorsa idrica con un incremento netto del 25%.
Non comprendiamo invece le strategie espresse nel convegno. Sembra che si voglia continuare su posizioni di rendita che di innovativo non hanno nulla se non un potenziamento all’infinito degli strumenti per il prelievo dell’acqua residua presente in natura.
Amir ha in passato apprezzato e dato disponibilità per la realizzazione di un impianto riminese di riuso che le associazioni ambientaliste hanno individuato da lungo tempo come opportuno, ci saremmo aspettati parole conseguenti in questa occasione. L’invito che ci ha rivolto per la partecipazione al convegno mostra considerazione e apertura ai temi dell’ambiente. Vorremmo che al pari del mondo agricolo e industriale ai tavoli di programmazione fosse presente anche il mondo ambientalista; siamo sicuri che potremmo al pari delle altre organizzazioni e insieme a loro dare un fattivo contributo per una crescita che sia anche sviluppo davvero sostenibile.

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