Nel 2011 in classifica eravamo al numero 55. Oggi al 61. E quest'anno il dato è ancora più negativo perché otto province su nove dell'Emilia Romagna si piazzano nel gruppo di testa.
L’indagine sulla qualità della vita svolta da Italia Oggi e Università La Sapienza di Roma, in collaborazione con Cattolica Assicurazioni, è particolarmente significativa per il ventaglio di indicatori che prende in esame e dunque per la sua completezza. Merita di essere approfondito cosa è successo alla città di Rimini dal 2011 al 2021.
Gli indicatori di benessere su cui si basa la ricerca sono affari e lavoro, ambiente, disagio sociale e personale, istruzione-formazione e capitale umano, popolazione, reddito e ricchezza, sicurezza, sistema salute e tempo libero.
Dieci anni fa eravamo al 55esimo posto, quest’anno al 61. Il passo del gambero. Sempre nella seconda metà della classifica e senza colpi di reni. Un buon progresso c’era stato fra 2010 (64) e 2011 (55) guadagnando undici posizioni. Ma nel 2009 Rimini si era piazzata alla 26esima posizione con un salto notevole rispetto alla 44esima dell’anno prima. E nel 2007 era a quota 44 in forte miglioramento sul 2006: 58.
Nel 2012 Rimini ha ottenuto la postazione numero 54, nel 2013 la numero 26, 44 nel 2014, 36 nel 2015 e nel 2016, 50 nel 2017, 57 nel 2018, 60 nel 2019, 68 nel 2020 e 61 nel 2021. Dal 2015 ad oggi, tranne l’ultimo anno in leggero miglioramento, è stato un continuo andare indietro.
L’ultima classifica mostra che Rimini compare fra le dieci province del Nord a collocarsi nella metà inferiore, le altre sono Vercelli, Rovigo, Prato, Como, Asti, La Spezia, Imperia, Pistoia e Alessandria. E’ un dato in controtendenza perché le «città del Nord scalano la classifica della qualità della vita 2021. Non a caso al primo posto si posiziona Parma, che guadagna ben 39 posizioni rispetto allo scorso anno. Un importante balzo in avanti lo fanno anche Torino, Milano, Trieste, Bologna (4) e Firenze».
Ma nella parte alta della classifica troviamo anche Modena (15), Reggio Emilia (16), Ferrara (24), Ravenna (29), Forlì Cesena (37), Piacenza (43).
Se 8 su 9 province dell’Emilia Romagna si piazzano nel gruppo di testa e Rimini nel secondo gruppo, il segnale non è incoraggiante. C’è tanto lavoro da fare, sperando di intercettare i fondi del Pnrr e, soprattutto, di saperli ben spendere.
COMMENTI