La statua di Cesare ha la colpa di essere stata donata a Rimini da Mussolini

La statua di Cesare ha la colpa di essere stata donata a Rimini da Mussolini

La giunta Gnassi colora di significati ideologici il bronzo regalato (e inaugurato) alla città dal capo del Governo il 10 settembre 1933. Ne fa una questione politica, del tutto fuori luogo. Non si spiega diversamente la decisione di relegarlo nel Museo: «Non si può sfrattare a vita la statua dalla Piazza, che merita di sostituire per ragioni storiche e artistiche la sua copia recente del 1996», dice Gioenzo Renzi.

di Gioenzo Renzi*

L’Amministrazione Comunale ha annunciato il trasferimento della statua di Giulio Cesare, dall’omonima Caserma al Lapidario, nel cortile del Museo della città.
Continuano le peripezie della statua, iniziate il 20 Giugno 1945, quando venne smantellata dal sito sotto la Torre dell’Orologio, rimossa dalla Piazza Giulio Cesare, trasportata dai Vigili del Fuoco in un capannone di Via Dario Campana e sepolta nel greto del Fiume Marecchia.
Dopo 8 anni, nel 1953, la statua casualmente riesumata, fu concessa dal Sindaco Ceccaroni, al Reggimento di Artiglieria di Rimini e installata all’ingresso della Caserma.
Sono 76 anni che la statua continua ad essere perseguitata dalla “damnatio memoriae”, per essere stata donata alla città di Rimini, dal Capo del Governo Benito Mussolini e da lui inaugurata il 10 Settembre 1933.
L’Amministrazione Comunale ha ignorato completamente la richiesta di cittadini, associazioni, da noi ripetuta con mozioni e interrogazioni consigliari, dal 1987 fino all’ultima di giovedì sera, di porre veramente fine alla via Crucis della statua con il suo ritorno nella piazza originaria, per rispetto verso la storia della nostra città.
Infatti, la statua era stata installata al centro di Piazza Giulio Cesare, proprio per rievocare l’eccezionale fatto storico qui avvenuto, nel 49 A.C.: nell’allora Foro di Rimini, Giulio Cesare tenne il discorso ai suoi legionari, dopo aver varcato il Rubicone e pronunciato la storica frase “il dado è tratto-alea iacta est”, per marciare alla conquista di Roma e fondare l’Impero romano.
Una pagina importante ed unica della storia della nostra città che non è stata valorizzata del dopoguerra.
L’unico momento di attenzione è stato quello del Sindaco Giuseppe Chicchi che deliberò il 27/02/1996 di collocare la statua di Giulio Cesare, copia di quella nella Caserma, in Piazza Tre Martiri, davanti al Credito Italiano, grazie all’iniziativa del Rotary Club di Rimini e della Cassa Rurale San Gaudenzo, che sostennero le spese della Fonderia.
L’Amministrazione Gnassi, in dieci anni, nonostante le nostre continue richieste, a dimostrazione del poco interesse, non ha neppure restaurato il basamento di bronzo della copia della statua, con le lamiere distaccate e rattoppate dai cittadini con “scotch” e tanto meno ha attuato la sua collocazione in un luogo più adeguato della piazza.
Ora, la stessa Amministrazione, con l’alibi della Soprintendenza, annuncia il trasferimento della statua di Giulio Cesare dalla Caserma omonima al Lapidario romano, nella Corte interna del Museo Comunale, per non riportare la statua di Giulio Cesare, in Piazza Tre Martiri.
Non si può continuare a sottrarre alla vista dei cittadini la statua di Giulio Cesare, dopo che è stata 8 anni sepolta nel fango sottoterra, 68 anni segregata nella Caserma, per poi nasconderla nel cortile del Museo.
Non è in questo modo che può avvenire la riconsegna alla città della statua; non vengono valorizzate: l’importanza del monumento, le radici della storia millenaria e la nostra identità.
Non si può sfrattare a vita dalla Piazza la statua storica del 1933, che merita di sostituire per ragioni storiche e artistiche la sua copia recente del 1996.
Poiché l’Amministrazione Comunale ha coinvolto la Soprintendenza per lo spostamento della statua, ho chiesto con urgenza copia della corrispondenza intercorsa, per conoscere le richieste e le valutazioni formulate.
Continua la nostra battaglia per il ritorno della statua storica di Giulio Cesare in Piazza Tre Martiri!

*Capogruppo Consigliare di Fratelli d’Italia

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