«La variante alla statale 16 senza gettare cemento e asfalto su terreni coltivati»

«La variante alla statale 16 senza gettare cemento e asfalto su terreni coltivati»

L'intervento del consigliere della Lega, Andrea Pari.

Nel primo tratto nord, tra il confine con Igea Marina e Santa Giustina, il tracciato della Complanare mostra enormi criticità. Un territorio vocato all’agricoltura orticola e punteggiato di molte imprese che riforniscono la riviera e parte della regione di prodotti di prima qualità, verrebbe irrimediabilmente compromesso. Il Comune di Rimini non può lavarsene le mani. Esiste un progetto alternativo, meno impattante e costoso, indicato dalle associazioni di categoria, che deve trovare tutto l'ascolto che merita.

Andrea Pari.

Giovedì 21 aprile si è tenuto un partecipato e delicatissimo consiglio comunale tematico riguardante la Variante alla statale 16.
In apertura sono intervenuti il presidente della Provincia, i sindaci ed i rappresentanti dei Comuni interessati dall’opera, insieme ai rappresentanti delle associazioni di categoria che non hanno mancato, pur nelle diverse sfumature, di far notare all’amministrazione come la Variante metta in serio pericolo la tenuta del comparto agricolo del comune di Rimini, particolarmente nel tratto 1.
Infatti, se da un lato è evidente che siamo di fronte ad un’opera certamente importante di cui la provincia e soprattutto la città di Rimini hanno bisogno, specie in corrispondenza di nodi viari, caselli autostradali e intersezioni problematiche, nel consiglio tematico era più che mai necessario che la maggioranza e la Giunta si prendessero in carico le criticità che la variante, così come è pensata, pone nel tratto nord, per la precisione tra il confine con Igea Marina e Santa Giustina.
In questa zona, infatti, la Variante abbandona la sua sede naturale, di fianco alla A14, e va a ricongiungersi alla statale 16, là dove oggi iniziano le quattro corsie (inizio di Igea Marina), disegnando una spessa diagonale in mezzo ai campi coltivati.

Il primo tratto della variante, che parte dal comune di Bellaria Igea Marina e attraversa i campi coltivati.

Quella porzione di territorio è vocata all’agricoltura orticola e conta la presenza di molte imprese agricole che forniscono la riviera e parte della regione di prodotti di prima qualità. Il terreno si presenta infatti con ottime caratteristiche chimico fisiche e fino a pochi anni fa era l’unica zona agricola speciale nel comune di Rimini. A questo proposito peraltro sarebbe interessante capire quali indicatori la fecero retrocedere.
Guardando il progetto definitivo, si può facilmente immaginare la diagonale di asfalto larga circa 25 metri, senza contare ovviamente gli svincoli, tagliare gli appezzamenti e le aziende trasversalmente rispetto ai confini naturali delle stesse. Molte aziende agricole saranno costrette a ridimensionarsi, rischieranno di chiudere. Qualcuno è addirittura già certo che chiuderà.
Anche quei fortunati le cui proprietà sono toccate solo tangenzialmente dalla variante, ne avranno comunque un grave danno, in quanto l’aggiunta di una strada a scorrimento veloce in quella posizione renderà certamente molto più inquinati anche i terreni e di conseguenza gli eccellenti prodotti agricoli!
Mi fa sorridere pensare come nel secolo scorso, solo alcuni decenni fa, la sinistra gridasse: “la terra ai contadini!”; ora questa nuova sinistra pare volerla togliere la terra ai contadini! È bene che l’amministrazione rammenti che queste terre non sono di proprietari lontani che affittano e ricavano un profitto. Parliamo di piccole imprese per lo più a conduzione familiare, di persone che su quelle terre ci sono nate, ci lavorano e le coltivano per vivere!
Discorso a parte, ma molto importante e delicato, riguarda tutti gli edifici pertinenziali per l’uso agricolo che dovranno essere abbattuti! È logico e naturale che si debba dare la possibilità di ricostruire in loco con la stessa cubatura. Sappiamo bene infatti che una azienda agricola non può “delocalizzare” attrezzi e rimessaggio in località troppo lontana dal terreno da coltivare. Il lavoro agricolo risulterebbe impossibile a tali condizioni. A onor del vero, su questo tema l’assessore Frisoni ha fatto delle aperture, almeno a parole. La speranza è che alle parole seguano i fatti.
C’è un altro dato da tenere presente: questo progetto nacque, almeno per quanto riguarda il tratto “incriminato”, anche e soprattutto per servire tre grandi progetti quali il “Transit Point” e il “Triangolone”, ai quali si doveva aggiungere un grande progetto di una azienda del nostro territorio. Tutti questi interventi, per diversi motivi, non sono andati in porto!
Tanto basterebbe all’amministrazione per farsi qualche domanda in più e mettere in crisi il progetto così com’è!
A proposito di questo, esiste un progetto che sarebbe assai meno impattante e costoso, già portato dalle associazioni alla conoscenza di alcuni consiglieri di maggioranza e assessori: ampliando la Via Tolemaide, tra la rotonda dell’attuale SS 16 e l’A14, si potrebbe avere un collegamento analogo a quello del progetto con un risultato migliore, minori costi e un minimo impatto ambientale. Si andrebbe ad ampliare una strada già presente invece che gettare cemento e asfalto su terreni coltivati!

In giallo, il percorso considerato meno impattante.

Il sindaco, nella sua replica, ha affermato che il progetto di rettifica sarebbe stato rigettato in toto, scaricando quindi le responsabilità sugli enti sovraordinati e promettendo nel contempo un imprecisato impegno a rendere comunque il progetto il meno invasivo possibile. Non è dato capire in quali termini.
Mi chiedo se il sindaco di Rimini, su impulso del consiglio comunale, non possa veramente avere voce in capitolo riguardo al tracciato. Se questo fosse vero (ma nutro dubbi), si metterebbe in forte dubbio l’autorevolezza del sindaco, della giunta e anche di tutto il consiglio comunale: sarebbe inaccettabile!
In ultimo vorrei ricordare che circa un mese fa la Provincia di Rimini con la Regione Emilia Romagna, i Comuni e grazie al contributo di innumerevoli enti del territorio, si è fatta promotrice del progetto pilota provinciale del patto per il lavoro e per il clima i cui pilastri sono transizione ecologica, innovazione economica e coesione sociale, come ha affermato anche il presidente Bonaccini. Le nostre istituzioni paiono operare dimentiche di quel protocollo: nel progetto di variante i tre pilastri sembrano disattesi su tutta la linea.
La maggioranza ha votato compatta l’ordine del giorno a sostegno del progetto, salvo qualche assenza giustificata. La richiesta mia e di tutta la minoranza è stata quella di ascoltare ed accogliere le istanze degli agricoltori, la risposta, come già riportato, un indefinito impegno. La mia speranza, come detto nel mio intervento in consiglio, è che la giunta cambi passo e si metta in ascolto fattivo dei cittadini, per la difesa dell’ambiente e del nostro importantissimo comparto agricolo, altrimenti non accetteremo più le lunghe paternali ambientaliste a cui ci hanno abituato, perché saremo certi che vengono sostenute dalla maggioranza senza alcuna convinzione.
Anche in Regione si è parlato di variante alla SS16: il consigliere della Lega Matteo Montevecchi, con le firme di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Rete Civica, ha aperto le danze con una interrogazione che chiede la rettifica del tracciato, seguito a ruota da un “question time” in assemblea legislativa della consigliera Silvia Zamboni di Europa Verde e una risoluzione del movimento 5 stelle con finalità simili. Chissà che almeno in Regione la voce degli agricoltori possa trovare ascolto.

Andrea Pari, consigliere comunale Lega Salvini Premier

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