La Verità scomoda sul colosso Italian Exibition Group e l’accordo con Arezzo

La Verità scomoda sul colosso Italian Exibition Group e l’accordo con Arezzo

"La prima esposizione della maxi fiera Pd è quella con le banche".

Il quotidiano di Maurizio Belpietro, "La Verità", dedica oggi un corposo servizio alla "triangolazione" fieristica fra Rimini, Vicenza e Arezzo. Titolo: "La prima esposizione della maxi fiera Pd è quella con le banche".

Il quotidiano di Maurizio Belpietro, La Verità, dedica oggi un corposo servizio di Alessia Pedrielli alla “triangolazione” fieristica fra Rimini, Vicenza e Arezzo. Titolo: “La prima esposizione della maxi fiera Pd è quella con le banche”. E’ una lettura critica nel coro senza sbavature che hanno accompagnato l’operazione.
“Dopo aver incamerato 67 milioni di euro di debiti per portarsi a casa Vicenza Fiera, Italian Exibition Group fa spesa anche ad Arezzo”, attacca l’articolo. “Forzando la mano dei soci pubblici di minoranza e agendo in tutta fretta, il nuovo gigante fieristico targato Pd ha siglato un accordo di collaborazione con l’ente toscano. Anche questo in stress finanziario per le corpose esposizioni economiche. Prosegue così, nelle regioni rosse, il sogno renziano di concentrare i poli fieristici italiani in poche realtà “capaci di competere con le grandi fiere europee”. Senza badare a spese. Si tratta di partecipate pubbliche. Il vero rischio, alla fine, se lo accollano i cittadini”.
“Sulla carta è un gigante: prima in Italia per manifestazioni organizzate, 59 prodotti in portafoglio, 216 tra eventi e congressi e un fatturato che, in previsione, dovrebbe superare i 120 milioni. Ora la Spa punta a quotarsi in Borsa, per concretizzare il progetto, annunciato più volte (dal 2004 in avanti) da Rimini Fiera e mai andato in porto”.
Si legge fra l’altro che “i debiti di Fiera di Vicenza, compresi quelli contratti con Bpvi per la costruzione dei padiglioni fieristici, sono finiti in collo a Ieg Spa. Molto più al sicuro di quanto erano prima, ma a tutto svantaggio dei riminesi, che ne diventano responsabili. Il computo delle rate da pagare, però, per Ieg non è finito: anche Rimini, infatti, non era libera da esposizioni (…). E in futuro potrebbero arrivare anche i debiti di Arezzo. Ieri Ieg Spa e Arezzo Fiere hanno siglato un accordo strategico che dà vita a un’organizzazione unica per le manifestazioni del settore orafo (…) potrebbe essere il primo passo per l’entrata della stessa Arezzo in Ieg Spa. A sperarci sono in tanti, soprattutto in Toscana, visto che Arezzo Fiere, così com’è, non se la passa troppo bene”.
“Comunque sia, Ieg Spa ha fretta di crescere. E lo dimostra bypassando le tipiche lungaggini che spetterebbero a una partecipata”.
“Il Comune di Arezzo (socio all’11% in Arezzo Fiere) in assemblea si è astenuto dal voto sull’operazione di cessione delle manifestazioni a Ieg Spa “in via cautelativa”. Il sindaco, insieme ad altri soci (Provincia, Ascom e Coldiretti) aveva fatto richiesta di una perizia giurata sul valore effettivo degli eventi da cedere, che non gli è mai stata consegnata. A Rimini, invece, a lamentarsi per iscritto era stato l’amministratore unico di Rimini Holding, Paolo Faini (…). Sempre a Rimini, poi, in barba al Testo unico sulle partecipate – parte integrante della riforma Madia – il consiglio comunale è stato escluso da ruoli decisionali, con l’avallo del sindaco Andrea Gnassi, in quanto socio di Rimini Fiera in forma indiretta (attraverso le partecipate pubbliche di Rimini holding e Rimini congressi). Anche per questo l’intera questione è finita in una segnalazione presentata ad Anac e alla Corte dei conti da un consigliere comunale della città romagnola, Luigi Camporesi, che chiede ai due enti “l’adozione di tempestivi provvedimenti per assicurare il rispetto delle norme e la trasparenza in un’operazione di elevato contenuto patrimoniale”.”

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