L’aeroporto di Rimini a misura di capitale

L’aeroporto di Rimini a misura di capitale

C'è stato un tempo in cui il "Fellini" figurava tra quelli più importanti d'Italia. Negli ultimi anni ci siamo accontentati del piccolo cabotaggio. Come può tornare ad essere grande? Proposte. E una stoccata al sindaco che nel suo discorso di fine anno ha ipotizzato "una nuova fase" fra il Comune di Rimini e la Repubblica di San Marino. Errore da matita rossa.

Quanto leggo sul futuro del nostro aeroporto mi fa sovvenire in maniera istintiva il pensiero di quando il nostro scalo era l’aeroporto di una vera capitale e quindi tra quelli più importanti d’Italia.
Un fatto che non può e deve essere dimenticato e quindi occorre riconoscere in maniera seria che il “Fellini” e Rimini sono due facce della stessa medaglia, dove l’unica differenza è che sull’aeroporto avendo numeri certi, non puoi giocare con i facili trionfalismi.
Detto questo, non significa che uno scalo che funziona bene non possa essere di aiuto alla città, ed in proposito poco comprendo le ricette di cui sento parlare, che peraltro sono simili a quelle che hanno portato al suo fallimento.
La mia idea di sempre è che l’aiuto vero al decollo dell’aeroporto sia quello indirizzato alla sue infrastrutture, come l’accessibilità pressoché diretta con l’autostrada, un terzo casello utile anche per la mobilità cittadina, tenuto conto che l’ipotesi complanare è sempre più solo propaganda.
Un altro aspetto importantissimo sono i parcheggi da offrire all’utenza dei voli in termini gratuiti, aumentando il loro numero in ragione della domanda, qualcosa che incentiverebbe tantissimo un riferimento “gravitazionale” su Rimini.
Il terzo elemento che ne seguirebbe è che lo scalo riminese diventerebbe assai appetibile anche per l’intera provincia di Pesaro-Urbino sia dal punto di vista turistico che commerciale.
Il quarto punto è quello di sviluppare, partendo sempre dall’aspetto infrastrutturale, il trasporto merci, ben sapendo che le nuove regole della logistica chiedono spazi enormi in quanto le aziende prediligono gli scali dove possono fare direttamente magazzino.
Del tutto evidente che servono milioni, ma per avere risorse sono necessari progetti possibilmente cantierabili e tutto questo va fatto subito, anche perché in questo modo è più facile trovare risorse sia pubbliche che private. Poi se, come credo, lo sviluppo dell’aeroporto dovrà avvenire nella sua parte a monte, si crea l’opportunità di un nuovo tracciato della statale 16, dalle Befane a Riccione, che proseguirà in funzione delle scelte viabilistiche che faranno i riccionesi.
Un quadro viabilistico che si chiude con un collegamento con S.Marino creando l’ipotizzata strada di gronda che dall’incrocio SS72/Grotta Rossa arrivi sulla via Varisco.
So bene che sono discorsi importanti ma se vogliamo tornare Capitale dobbiamo ragionare da Capitale e non solo di giardinetti e piste ciclabili.
Infine, finalmente dopo anni di trascuratezza il nuovo Sindaco in continuità con la precedente amministrazione comunale si è accorto che l’aeroporto di Rimini è utile per il turismo, le fiere, i congressi e l’industria, per fare il salto nella dimensione di una capitale europea.
Il fatto però che affermi “che Rimini deve aprire una nuova fase con la Repubblica di San Marino in ordine allo sviluppo dell’aeroporto” è una enunciazione senza fondamento, perché non può essere certo un Comune, ma lo Stato italiano che deve dialogare con un altro Stato, San Marino, per garantire che quello di Rimini sia l’aeroporto Internazionale RSM in tutte le sue funzioni, quindi anche con una dogana e una sua area autonoma. Questa autonomia creerebbe una opportunità economica per tutta l’area riminese. Senza questo tutto il resto è vacuo. Non sapere tutto questo, che è elementare, fa pensare male per il prosieguo e significa mettercela tutta per far volare via le opportunità che questa infrastruttura può dare al nostro distretto turistico.

Giulio Grillo

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