L’allarme del primario di rianimazione dell’Infermi: tempismo perfetto, sospetta invasione di campo

L’allarme del primario di rianimazione dell’Infermi: tempismo perfetto, sospetta invasione di campo

I toni utilizzati ieri, a ridosso dell'ingresso nella fase 2, il Dr. Giuseppe Nardi non li aveva usati nemmeno un mese fa. Perché proprio adesso? Il videomessaggio contiene riferimenti diretti alla querelle Bonaccini-Tosi. E una cosa va detta con chiarezza: il nostro ordinamento non prevede ancora la figura del primario che "norma" i comportamenti dei cittadini e, tanto meno, che indirizza quello dei politici. Ma non mancano nemmeno le conseguenze sul fronte turistico.

Nel pomeriggio della antivigilia dell’avvio della “fase 2”, attesa come una grande solennità, una specie di ritorno alla vita per molti, il Comune di Rimini (nota bene: quello che avrebbe voluto aprire le spiagge da domani e poi con la coda fra le gambe ha obbedito al governatorissimo) esce con un video. Hashtag: #Rimini #Covid19. Sul sito dello stesso Comune il titolo è “Stiamo cercando di domare un mostro”. Intervista al Dott. Giuseppe Nardi eccetera eccetera. Il titolo è allarmante (e pure il contenuto come vedremo) ma viene presentato come una ulteriore intervista, “un interessante video intervento, registrato questa mattina, al dottor Giuseppe Nardi, Direttore dell’Unità Operativa Anestesia e Rianimazione dell’ospedale Infermi di Rimini. Al dottor Nardi, ai medici, agli infermieri, a tutto il personale sanitario va ancora una volta il ringraziamento dell’intera comunità riminese”. Sembra quasi qualcosa di scontato. Invece ci vuole poco a capire che scontato non è. Ascoltando dalla viva voce del primario sembriamo essere ripiombati nei giorni più bui della “fase 1”, quelli della guerra più dura, condotta corpo a corpo col virus infame, bastardo e assassino.
Il primo video della serie usciva l’11 marzo e il dr. Stefano Busetti lanciava un messaggio fermo ma rassicurante, con un invito a prevenire la diffusione del contagio e ad attenersi ai vari provvedimenti di quei giorni, restare il più possibile a casa e osservare la quarantena. Niente mostri. Diciamo che di quel videomessaggio si poteva cogliere molto bene – e condividere con facilità – la preoccupazione di fondo che poteva spingere un direttore sanitario ed una amministrazione comunale a diffonderlo. Stavolta molto meno.

Confesso che davanti al videomessaggio del Dr. Nardi, giratomi subito da un amico, la mia prima risposta è stata: “di quand’è? Che data ha?”. Pensavo sinceramente di essermelo perso nei giorni del fronte. “Di adesso”, mi fulmina l’amico.
Il tempismo è tutto. Lo riascolto.
Eccolo, parola per parola, quel che ha detto il Dr. Nardi ieri, 2 maggio 2020:

“Bisogna intanto dire che la situazione fortunatamente è migliorata rispetto alla fine di marzo, ma nonostante questo è una situazione ancora drammatica e sicuramente siamo ancora lontani da avere superato il problema dell’epidemia e da avere domato questo vero e proprio mostro. In questo momento nella rianimazione di Rimini ci sono ancora 20 pazienti di cui la maggior parte, 18 su 20, è ancora intubato e ventilato. Il dato è importante perché la rianimazione di Rimini normalmente ha 15 posti letto, che vuol dire che noi stiamo ancora occupando più posti letto solo per pazienti covid di quanto sia la possibilità di ricovero normale in rianimazione. Va detta anche un’altra cosa perché fino adesso la popolazione è stata risparmiata dalle cattive notizie: l’altro giorno sono usciti dati di New York relativi alla mortalità dei pazienti sottoposti a ventilazione artificiale: 88%. Sono morti praticamente tutti. Fortunatamente la situazione a Rimini pur essendo grave non è arrivata a questa drammaticità, la nostra mortalità è largamente inferiore ma si tratta comunque di una malattia terribile, una malattia che in 40 anni che io faccio questo tipo di lavoro non avevo mai visto in questa drammaticità. La popolazione deve sapere che noi stiamo ancora cercando di domare un mostro e se ci sfugge di mano sarà una strage. E’ per questo che è importante mantenere tutte le misure che sono state prese, che sono state le uniche misure che si sono rivelate efficaci nel ridurre i contagi e di conseguenza nel limitare la mortalità. All’Ospedale di Rimini ad oggi abbiamo avuto oltre 100 morti da covid e siamo stati uno degli ospedali più fortunati d’Italia perché rispetto al numero di ammessi i nostri dati sono stati dei dati buoni. In altri ospedali è stata una strage. Ricordiamoci che ad oggi, in tutto il mondo, ci sono stati 240mila morti, un numero spaventoso, solo negli Stati Uniti ci sono stati il doppio dei morti del Vietnam, solo in Italia ci sono stati 15 volte i morti della strage del Vajont. E’ di questo che stiamo parlando, le persone devono avere la consapevolezza, nel prendere delle decisioni di allargare i limiti finora imposti, che non abbiamo ancora domato il mostro; prendere decisioni sbagliate in questo momento sarebbe la peggiore delle cose possibili. Io voglio fare un appello a tutti, popolazione in primis e politici a nome di tutti gli infermieri e i medici che hanno partecipato a questa battaglia. Ci avete chiamati angeli, eroi, ci avete applaudito, adesso abbiamo noi una cosa da chiedervi, dovete crederci e questa volta vi preghiamo fate quello che vi chiediamo noi; se volete che vi aiutiamo dovete tener conto che noi siamo ridotti allo stremo, abbiamo lottato per la vostra salute ma adesso siete voi che dovete aiutarci: non dovete ancora uscire, dovete mantenere le disposizioni che vi sono state date, tutti abbiamo voglia di uscire, di andare a correre, di andare al mare, non si può ancora fare. In Italia ci sono stati a oggi 150 morti tra i medici e un altissimo numero di decessi anche tra gli infermieri; noi ci siamo battuti per voi, adesso abbiamo bisogno del vostro sacrificio perché altrimenti tutte queste morti, di cui alcune purtroppo anche di medici della zona di Rimini e di Riccione, ricordiamocelo, onoriamo i nostri caduti, rispettiamoli e per farlo vi preghiamo, vi preghiamo di cuore vi preghiamo tutti, rimanete a casa, non fatevi portare da aperture che a volte hanno solo un significato pubblicistico, il mostro non è stato domato, abbiamo bisogno ancora di tempo per domarlo e lo possiamo domare soltanto insieme se ognuno farà i suoi sacrifici. Noi facciamo i nostri, voi purtroppo ancora per almeno 15 giorni dovrete fare i sacrifici che vi sono stati chiesti comprendendone la ragione e avendo pazienza. Grazie”.

Ci sarebbe da fare un’analisi approfondita di questo accorato appello uscito nel bel mezzo di un confronto politico acceso, ma più che legittimo, che contrappone soprattutto il sindaco di Riccione e il presidente della Regione Emilia Romagna. Ma ognuno è in grado farlo da sé. Però ci sono tre passaggi clamorosi nel videomessaggio che non possono non essere evidenziati con la matita rossa.

Primo: “voglio fare un appello a tutti, popolazione in primis e politici” e “non fatevi portare da aperture che a volte hanno solo un significato pubblicistico”.
Secondo: “questa volta vi preghiamo, fate quello che vi chiediamo noi”; “non dovete ancora uscire, dovete mantenere le disposizioni che vi sono state date, tutti abbiamo voglia di uscire, di andare a correre, di andare al mare, non si può ancora fare”.
Terzo (strettamente connesso al secondo): “voi purtroppo ancora per almeno 15 giorni dovrete fare i sacrifici che vi sono stati chiesti”.

Col massimo rispetto che si deve al generale di un esercito, quello del personale sanitario a tutti i livelli, che paga un prezzo carissimo al mostro, bisogna che qualcuno faccia notare al Dr. Nardi che:

1) ha debordato dalle sue funzioni: il nostro ordinamento non prevede ancora la figura del primario che “norma” i comportamenti dei cittadini e, tanto meno, che indirizza quello dei politici. Nelle scorse settimane tutti gli italiani, politici compresi, davanti ai camion militari che trasportavano bare, e agli appelli drammatici di medici e infermieri dalle corsie degli ospedali, hanno abbassato la testa e obbedito. Ora però siamo alla fase 2: le regole da osservare sono quelle note, tutti abbiamo il dovere di rispettarle alla lettera e non ha nemmeno senso lanciare il generico avvertimento “non dovete ancora uscire”. Perché da domani 4,4 milioni di italiani torneranno al lavoro. Ha senso insistere sulle regole, sulle mascherine, sui guanti, su come utilizzare i mezzi pubblici, eccetera eccetera. Ma dire “non dovete ancora uscire” perché c’è il mostro, che senso ha?

2) ha fatto un riferimento sospetto alla querelle Tosi-Bonaccini: andare al mare ancora non si può e “voi purtroppo ancora per almeno 15 giorni dovrete fare i sacrifici che vi sono stati chiesti”. Si potrebbe tradurre (traduzione non autorizzata): aspettate sereni il 18 maggio, quando Bonaccini vi farà tornare al mare. Doppiamente sospetto, perché una ragione per la quale il sindaco di Riccione ha annunciato di voler impugnare l’ordinanza di Bonaccini è che l’atto “non è stato motivato da comprovate esigenze sanitarie”. Ora, se il 2 maggio prende la parola il primario della Rianimazione e identifica ancora sul territorio la presenza di un mostro tremendo che costringe a non uscire di casa, beh, si potrebbe pensare che a sbagliarsi non sia stato Bonaccini ma Renata Tosi.

Non tocca al Dr. Nardi, che fa benissimo un altro mestiere, scendere su questo terreno di gioco.
Anche perché quel che dice adesso non lo sosteneva, in maniera tanto spinta, nemmeno un mese fa. Intervista al Corriere di Rimini del 4 aprile scorso (qui): domanda, qual è la situazione nel suo reparto? Risposta: «Rispetto a 15 giorni fa è radicalmente cambiata. Eravamo disperati, vedevamo montare la marea e non sapevamo se e quando si sarebbe arrestata. Ora, senza lasciarsi andare troppo all’ottimismo che sarebbe ingiustificato se poi la gente non continuasse a seguire l’isolamento, proprio grazie a queste misure prese posso dire che il contagio si è molto ridotto. In pronto soccorso gli accessi quotidiani sono diminuiti ed è calato il numero dei pazienti ricoverati in ospedale. In Rianimazione la situazione è diversa perché mediamente i pazienti rimangono da 2 a 3 settimane quindi ci sono ancora tanti ricoverati in gravi condizioni anche se qualcuno è già stato estubato e a breve lo saranno altri pazienti». Spiegava che le cose erano migliorate, anche se «non dobbiamo assolutamente allentare la presa». Giustamente, come ripetono tutti. Il personale, aggiungeva, è stanchissimo, «c’è chi dal 1° marzo non ha fatto un giorno di riposo ma l’umore è alto, vedono i risultati dei loro sforzi, sono contenti di lavorare per un obiettivo e a favore della collettività».

C’è una notevole differenza rispetto ai toni usati ieri. Perché, quando tutti guardano con maggiore positività alla fase 2 e i dati lo confermano?

Ma la presa di posizione del primario ha anche una conseguenza che rischia di pesare. Com’è noto fra gli indicatori che bisognerà rispettare anche per le vacanze estive ci sono la curva epidemica misurata attraverso il R0, l’indice di contagio, e la capacità di accoglienza delle strutture sanitarie a partire dalle terapie intensive, la prima linea. Solo davanti a questi parametri ottimali le autorità alle quali spetta la decisione (e fra queste non c’è il primario di Rimini), si dice potranno autorizzare gli spostamenti fra regioni, sui quali si basa ovviamente anche il turismo (ne sa qualcosa l’assessore Corsini). Però il Dr. Nardi ha deciso proprio ieri di non risparmiarci più le “cattive notizie”. Ma con i dati forniti per la rianimazione di Rimini e con quel mostro che sembra avere ancora in pugno la situazione, è una intera economia che rischia.

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