L’Ausl Romagna replica sulle liste d’attesa

L’Ausl Romagna replica sulle liste d’attesa

"I pazienti urgenti e i pazienti con patologie gravi o oncologiche vengono trattati tempestivamente e nei tempi previsti dalle indicazioni cliniche".

Liste d’attesa per andare sotto i ferri. Al quadro descritto dal consigliere di Forza Italia, Nicola Marcello, che ha messo in luce l’esistenza di oltre 3.500 persone che aspettano di essere sottoposte ad interventi chirurgici negli ospedali di Rimini, Riccione, Cattolica, Santarcangelo e Novafeltria (ne abbiamo riferito nella rassegna stampa del 1° dicembre) risponde l’Ausl Romagna.

Precisa anzitutto che “i pazienti urgenti e i pazienti con patologie gravi o oncologiche vengono trattati tempestivamente e nei tempi previsti dalle indicazioni cliniche” e che “il numero che si ottiene sommando tutte le discipline chirurgiche presenti nei due presidi ospedalieri di Rimini e Riccione è dovuto alla presenza in lista di pazienti essenzialmente con basso livello di priorità e per i quali dunque non solo non sussistono rischi clinici, ma neppure di aggravamento della patologia”. Una precisazione che anche Marcello aveva fornito parlando di interventi non prioritari. Ma l’Ausl aggiunge che “si sta comunque procedendo con una verifica puntuale della situazione dei pazienti, conclusa la quale si stima sicuramente una consistente riduzione dell’effettivo numero delle persone ancora in attesa”.

Viene poi smentito un ridimensionamento dell’attività relativamente alla Chirurgia della spalla dell’Ospedale di Cattolica, e che vi sia intenzione di attuarlo: “avendo questa specifica disciplina una visibilità e apprezzamento anche sovraziendale, ed essendo Cattolica località di confine con le Marche, le persone in lista non sono solo riminesi ma anche pazienti provenienti da altri territori che quindi allungano l’attesa”.

Per quello che riguarda la Chirurgia senologica dell’Ospedale di Santarcangelo, l’Ausl sostiene che “a smentire il “ritornello” del depotenziamento”, c’è che “il numero di 1.298 interventi chirurgici effettuati nel 2017 è già stato superato e la proiezione per il 2018 è di circa 1.500 interventi”. Ciò nonostante si è fatta sentire la protesta del Punto Rosa proprio sul depotenziamento, anzi le parole usate sono state molto più cariche di significato: “Vogliono stroncare un Reparto di Chirurgia per la cura del carcinoma della mammella che è un fiore all’occhiello della nostra Sanità”.

Da ultimo, l’Ausl fa presente che “l’attività chirurgica complessiva dell’ambito territoriale riminese si assesterà a fine 2018, ad oltre 22.700 interventi, contro i 21.695 del 2017, quindi anch’essa in aumento. Il numero dei pazienti in attesa rappresenta, dunque, una percentuale minoritaria rispetto al numero complessivo di pazienti che vengono trattati chirurgicamente ogni anno, e il 60 per cento di questi è in lista per interventi che rientrano in fasce di priorità (definite da leggi e linee guida) per le quali l’intervento può essere erogato in tempi che vanno dai 6 ai 12 mesi”. Ma non ce lo ordina il medico di mantenere le liste d’attesa.

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