L'ultimo assalto alla eccellenza di Santarcangelo nella cura del cancro alla mammella è la costruzione di un "ospedale di comunità": saranno due reparti attaccati. Ma il primo è una chirurgia "pulita" e il secondo ospiterà persone affette da patologie croniche. Ancora una volta la sindaca della città clementina non fa scudo a difesa di un fiore all'occhiello che si ritrova per grazia ricevuta. L'Associazione Punto Rosa si mobilita e chiede aiuto ai sindaci.
La decisione, ancora una volta presa passando sopra i diretti interessati e le donne del “Punto Rosa”, era già stata ampiamente ventilata. Adesso è una certezza. Partono i lavori. Attaccato al reparto di chirurgia senologica del Franchini, quella eccellenza di cui si parla e si scrive da anni (e di cui ci siamo occupati anche noi di recente), sorgerà l’Osco, che sta per ospedale di comunità.
Anzitutto, cos’è un Osco? E’ una struttura di degenza rivolta a soggetti che si trovano nella fase post acuta di dimissione dall’ospedale, oppure riacutizzati di malattie croniche che per ragioni diverse non possono essere trattati a domicilio, che hanno bisogno di terapie intensive, affetti da patologie cronico-degenerative, che hanno bisogno di una sorveglianza continua. Cosa c’azzecca un reparto di questo genere attaccato alla chirurgia senologica? Nulla. Eppure l’Asl Romagna è questo che è riuscita a confezionare. Come se non fosse bastata la decisione di premiare Forlì come sede della unità operativa complessa e penalizzare Santarcangelo.
Ancora una volta il Comune di Santarcangelo, invece di opporsi ad un progetto a dir poco incredibile, l’ha avallato. La sindaca, Alice Parma, non riesce proprio a difendere come si dovrebbe quella esperienza che si è ritrovata “in casa” e attorno alla quale avrebbe dovuto stendere un cordone invalicabile verso chiunque pensasse anche solo di sfiorare la chirurgia senologica. L’avrebbe dovuta tutelare anche a costo di indossare l’armatura e scagliarsi contro il sistema politico di cui fa parte. Invece nei giorni scorsi, dopo avere “incontrato i vertici dell’Asl Romagna”, dal Comune hanno spiegato che i lavori di cui si sta parlando “qualificano ulteriormente l’offerta di servizi a favore della popolazione del distretto di Rimini”.
Ripetiamolo: viene creato un ospedale di comunità attaccato alla chirurgia senologica, che avrà più posti (12) del reparto che cura il carcinoma della mammella.
L’Associazione “Il Punto Rosa Onlus” non ci sta. Si rivolge “a tutti i sindaci del territorio” e chiede loro di bloccare “il progetto di riduzione dei posti letto ed il progetto dell’Os.Co dentro alla Chirurgia Senologica dell’Ospedale Franchini di Santarcangelo”, che equivalgono “al depotenziamento di questa pluriaffermata eccellenza”.
“Abbiamo bisogno del vostro appoggio per comunicare a tutti, alle donne, alle pazienti, alle loro famiglie, cosa sta succedendo. Nonostante le 45.000 mila firme raccolte due anni fa dalla nostra associazione, espressione della volontà non di pochi, ma di un popolo, si continua a colpire l’eccellenza, chi fa bene: la nostra Chirurgia Senologica è una perla rara trattata ancora una volta a pesci in faccia e trasformata in un Ospedale di Comunità“. L’Associazione non ha dubbi: “Vogliono davvero stroncare un Reparto di Chirurgia per la cura del carcinoma della mammella che è un fiore all’occhiello della nostra Sanità. Stanno passando sopra a tutte le donne operate di tumore al seno che urleranno a tutti, ma proprio a tutti, questo scempio. Ecco perché chiediamo aiuto a tutti i sindaci del territorio”.
La sensazione che sta crescendo sempre di più fra coloro che si battono da anni per salvaguardare la chirurgia senologica di Santarcangelo, è che ci sia il progetto di spegnerla. Di staccare lentamente la spina finendo col toglierla di mezzo. Nonostante abbia i primati a tutti noti (sui numeri e sulle liste d’attesa), i servizi interni che altri non hanno (radioterapia intraoperaoria, eccetera eccetera), nonostante sia percepita e vissuta dalle pazienti come una famiglia accogliente, oltre che efficiente, la chirurgia senologica continua ad essere sacrificata. L’ultima trovata, per ora, è quella dell’Osco, che “confinerà” le donne operate al seno in un reparto che sarà “in continuità”, nello stesso piano, con persone affette da patologie croniche. “Saranno fisicamente separati”, replica l’Asl. E ci mancherebbe che non fossero neanche fisicamente separati. A questo vanno aggiunti i lavori di ristrutturazione, che non saranno una passeggiata e creeranno, poco o tanto, anche disagi. Un altro “assalto” alla chirurgia senologica di Santarcangelo.
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