L’Ausl Romagna spende 6,3 milioni di euro per le mascherine cinesi. Il fornitore? Da non credere

L’Ausl Romagna spende 6,3 milioni di euro per le mascherine cinesi. Il fornitore? Da non credere

Indizio: è un ex parlamentare romagnolo, uscito dalla scuderia del Carroccio. Che poi si è messo a fare l'imprenditore del settore alimentare (fonte Wikipedia). Ma a quanto pare fa anche altro. Ha firmato un contratto con l'azienda sanitaria di Marcello Tonini per rifornire di mascherine il personale impegnato nelle attività di assistenza e soccorso. I dispositivi di protezione da dove provengono? Dal paese di Xi Jinping. Chiamiamolo JinPini.

Cosa manca al personale sanitario? Ma-sche-rine-ne. Non c’è carenza solo per chi combatte nelle trincee degli ospedali, ma per costoro la mancanza di protezioni è un delitto. Non si va al fronte senza equipaggiamento ed armi. Eppure Stato, Regioni, Aziende sanitarie adesso cercano di accaparrarsene quante più possibili. E’ una corsa contro il tempo perché l’onda lunga della pandemia avanza inesorabile. Magari ci si fosse attrezzati subito dopo la dichiarazione di guerra, avvenuta il 31 gennaio scorso, quasi tre mesi fa, quando il Consiglio dei ministri deliberò lo stato di emergenza sanitaria per l’epidemia da coronavirus (pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 1° febbraio), a seguito dell’emergenza internazionale di sanità pubblica dichiarata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Invece così non è stato. Il virus ha ampiamente circolato in Italia prima che le autorità centrali mettessero a fuoco il problema e si rendessero conto della forza del nemico. Le dichiarazioni di figure di spicco della sanità nazionale, contraddittorie fra loro (“niente di letale, è un’infezione appena più seria di un’influenza”, “no non è una influenza, affermarlo significa paragonare un petardo ad una bomba a mano”), hanno fatto il resto.

L’Ausl Romagna (che, non bisogna dimenticarlo, in ultima istanza fa capo al presidente Bonaccini) ha deciso di comperare un quantitativo consistente di mascherine il 18 marzo, una settimana fa. Ha deciso di spendere fino a 6,3 milioni di euro in una sola partita, ma non è l’unica. Il giorno dopo con un altro fornitore ha impegnato altri 325mila euro, e a distanza di ulteriori 4 giorni altri 370mila euro. Ma il colpo grosso è il primo, non solo per l’importo, ma anche per il fornitore. Chi si aspettava che un ex parlamentare della Lega si fosse messo in affari per rifornire di mascherine la sanità pubblica romagnola?

L’atto ufficiale firmato dal responsabile degli acquisti aziendali dell’Ausl Romagna spiega che riuscire a mettere la mani sulle mascherine facciali, “rappresenta attualmente un problema avente rilevanza di carattere mondiale, anche a causa della chiusura da parte di molti stati esteri dell’esportazione di dispositivi di protezione e medicali”. Il 14 marzo il responsabile del magazzino unico di Pievesestina ha fatto presente “l’esigenza di stipulare con l’Operatore Economico “Codice S.r.l.” in estrema urgenza un contratto per l’acquisto di mascherine facciali, al fine di impegnare con immediatezza il fornitore ad assicurare l’approvvigionamento all’Azienda USL nel contesto emergenziale in atto, a tutela dell’incolumità pubblica e del personale impegnato nelle attività di assistenza e soccorso“. Il fornitore ha posto due condizioni “per poter attivare con immediatezza i canali di importazione necessari a garantire la fornitura all’Azienda USL, a fronte delle innumerevoli richieste di approvvigionamento dal medesimo ricevute in questo particolare frangente”. Sottoscrivere il contratto entro il 16 marzo e la “corresponsione anticipata del prezzo per ogni ordine di fornitura emesso”.

Ma chi è questo fornitore di “comprovata esperienza nel reperire sui mercati esteri prodotti di difficile approvvigionamento, stante le sue note esperienze e professionalità maturate in anni di relazione internazionali legate al commercio estero” e con “comprovate esperienze, conoscenze, idonee capacità professionali e know-how tecnici e cognizioni necessarie per prestare al committente la fornitura richiesta”? Codice srl ha un capitale sociale di 10mila euro (versati 2.500 euro), un consiglio di amministrazione formato da tre persone e fra queste c’è il presidente: Gianluca Pini (che detiene 7mila, versati 1.750, dei 10mila euro). Il rappresentante dell’impresa è proprio l’ex parlamentare della Lega, nominato consigliere e presidente del cda il 15 ottobre dello scorso anno. Deputato per tre legislature, fino al 2018, capogruppo del Carroccio alla Camera, segretario della Lega Nord Romagna dal 1999 al 2015, della corrente di Roberto Maroni e invece nemico acerrimo di Matteo Salvini. Fra i suoi incarichi  da parlamentare ha fatto parte del “Comitato permanente sulla politica estera e relazioni esterne dell’Unione europea” e della commissione “Affari esteri e comunitari”.

Cosa c’azzecca con la sanità pubblica e con le mascherine facciali a protezione di medici e infermieri questo ex politico che su Wikipedia alla voce professione viene definito “imprenditore del settore alimentare”? A Codice srl fanno capo in effetti tre attività a Forlì, tipologia ristorante, osteria, bar. L’attività prevalente di Codice srl è quella di “commercio all’ingrosso di bevande e alimenti in genere”, ma nell’oggetto sociale rientrano anche la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie e tecniche di fornitura di servizi alle imprese e ai privati, l’organizzazione e gestione dei mezzi per l’esercizio dell’attività di assistenza e consulenza (legale, commerciale, tributaria ecc.) nel campo strategico e della comunicazione, il monitoraggio delle attività istituzionali ed altro.

E’ a questa società che l’Ausl Romagna di Marcello Tonini si è affidata per reperire le mascherine (di livello 3 di protezione), stipulando un accordo quadro del valore di 6 milioni 336mila euro: l’importo minimo garantito è di 3 milioni 168mila euro, e il fornitore si impegna “a consegnare settimanalmente un minimo di 500mila unità di prodotto salvo maggiorazioni nelle quantità settimanali richieste dall’Azienda USL della Romagna”. Il “contratto” (che decorre dal 16 marzo e fino al 31 dicembre prossimo) prevede che la prima consegna di 500mila pezzi debba avvenire entro 12 giorni dall’accredito del pagamento e naturalmente è anche prevista una penale per ogni giorno di ritardo. Ah, le mascherine sono di produzione cinese, con certificazione CE rilasciata da un laboratorio del Regno Unito. Pini si rifornisce da Xi Jinping.

In questi giorni si sono lette dure reprimende dei sindacati, degli Ordini dei medici e di tanti altri sull’importanza di proteggere adeguatamente le prime linee, ovvero il personale sanitario. Saranno felici tutti costoro nell’apprendere che negli atti formali che servono a giustificare l’acquisto urgente di mascherine (derogando quindi dalle procedure normalmente contemplate, per accorciare i tempi dettati da una pandemia) l’Ausl Romagna si prende a cuore e fa propri gli appelli di coloro che chiedono di assicurare nel più breve tempo possibile i dispostivi di protezione individuale: e così nella determina del dirigente vengono citati la richiesta di una cooperativa che chiede “di poter essere rifornita di mascherine, gel idroalcolico, camici monouso e ossigeno, a causa dell’irreperibilità sul mercato tradizionale delle forniture di tali prodotti”; il comunicato dell’Associazione Nazionale delle Imprese di Pulizia e Servizi Integrati e dell’Alleanza delle Cooperative italiane (“Seriamente a rischio le condizioni igieniche e di sicurezza negli ambienti sanitari, ospedalieri e non solo, a causa dell’impossibilità per le imprese che svolgono servizi di pulizia e sanificazione di reperire gli adeguati Dispositivi di Protezione Individuale (quali mascherine, calzari, guanti, camici, occhiali, ecc.), con conseguente impossibilità di garantire la sicurezza dei propri dipendenti e collaboratori e quindi di conseguenza di esercitare un servizio pubblico essenziale, indispensabile per combattere la diffusione del COVID-19″); un’altra cooperativa che si è rivolta alla prefettura di Ravenna per manifestare l’intenzione di astenersi dal lavoro in mancanza delle opportune protezioni. Insomma, l’Ausl Romagna lo sa quel che serve. Sono già tanti i sanitari positivi, ha detto ieri il commissario regionale Venturi. Arriva Super Pini per dare risposte all’emergenza.

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