Lettera: «Porta Galliana, a quando la fine dei lavori?»

Lettera: «Porta Galliana, a quando la fine dei lavori?»

Entro marzo si sarebbe dovuto ultimare tutto. Invece sbirciando nel cantiere ...

Senza fine …, così titolava un noto brano musicale che principiava di una storia, ma che può adattarsi al decorso di diversi cantieri gnassiani che, di fatto, rendono disagi e impraticabili varie parti della città.
Il lungomare più rifatto del mondo, la devastazione della Piazza Malatesta, e la spirata Acquarena in disperata ricerca di un ripiego, hanno fatto dimenticare ai più Porta Galliana, altro fiore all’occhiello della rivisitazione in chiave fantasiosa di questa specializzata amministrazione cittadina.
Era il dicembre del 2019 quando l’enfatico annuncio garampiano, al pari di quelli di cui ormai siamo abituati a subire, così recitava: “Noi oggi rifacciamo (non riscopriamo in quanto creato da altri) un pezzo di Rimini del ‘400″, spiega il sindaco Andrea Gnassi nel presentare il progetto esecutivo per il recupero di tutta l’area. Il bando per i lavori, annuncia la dirigente Chiara Fravisini, sarà indetto entro la fine dell’anno, massimo ai primi di gennaio, in modo di poter aprire il cantiere in primavera e chiuderlo entro l’estate …” (del 2020 si doveva intendere data la successione temporale).
Dopo avere assistito al disboscamento di quell’area, oggi a più di un anno di distanza si transita davanti a quel sito con ogni mezzo e, abituati al cronico disagio reso pure tale dall’attenzione da tenere per la fantasiosa e pericolosa soluzione della viabilità ad opera di validi urbanisti locali, non si fa più neppure caso al cantiere tuttora in essere sapientemente occultato da teli color ruggine.

Guardando il cartello dei lavori, che dovrebbe esserne la fedele carta d’identità, si scopre che questi, iniziati nel giugno del 2020, già in ritardo quindi, dovevano terminarsi nel marzo del 2021. Ora nonostante abituati alle mirabolanti affermazioni, nessuno si aspettava di vedere l’opera finita per l’estate del 2020, ma per lo meno per la data dichiarata o giù di lì come si suole dire.
Guardando all’interno invece, lo stato del cantiere appare ancora alquanto incompatibile con possibili ultimazioni sia a medio che a ragionevole termine. E questo senza che vi sia qualche indicazione della motivazione, perizie suppletive, di variante, ritardi (?) od altro che ne giustifichi la mancata ottemperanza di quella data. Neppure una comunicazione garampiana, pronta come allorquando serva solo a magnificare il proprio operato. Quindi possiamo solo accontentarci dei fantastici renderig, a patto che non ci distraggano transitando in quella zona nella quale, come già detto, serve grande attenzione data la funzionalità di percorrenza non proprio ideale.

Quanto ai predetti, mostrano giardinetti che chissà poi chi li manterrà così bucolici come pittati, e personcine che lì stazionano a bearsi del sito; poi vedremo come andranno le cose, tra mancate manutenzioni e degrado di cui la città fa già bella mostra.
Non credo che storicamente la Porta avesse la funzione di fare stazionare persone, specie all’esterno, né vi erano ammiccanti – sulla carta – giardinetti; ma l’enorme fantasia riservata ai nostri monumenti, come abbiamo visto, non ha limite perché a Rimini tutto si immagina, nonostante invece la realtà sia ben altra cosa.

Salvatore de Vita

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