La malattia non segue i tempi della burocrazia. Proseguiamo l'analisi del problema che affligge la sanità pubblica soprattutto dopo l'emergenza Covid. Il dr. Stefano Giuliano Bianchi nota una "marcata differenza di impostazione" fra le due Ausl in merito all'urgenza di smaltire i ritardi accumulati.
Molto fumo, poco arrosto
Sulla tavola dei riminesi si prospettano mesi infuocati non per il solleone, ma per scadenze certe di affitti (non rinviabili all’infinito), Tasse (Imu/Tasi in primis), cartelle esattoriali, utenze luce, telefono, acqua, rifiuti, Siae, Ires, Irpef, Irap, Iva, Tari, Tassa di soggiorno.
In questo panorama di gioie e dolori non possono mancare anche i dolori veri, quelli legati alla salute, in cui al normale evolversi della vita e delle sue malattie, si aggiunge anche il prolungarsi dei tempi delle liste di attesa.
Nel panorama locale di richiesta di chiarimenti e soluzioni appare lodevole l’iniziativa di parlamentari e amministratori locali di avere chiarimenti in merito, tutti di minoranza purtroppo, perché il Governatore della Regione non ha macchia e quelli della maggioranza fanno come le tre scimmiette “io non vedo, io non sento, io non parlo”.
Appare lodevole anche la ricerca di supplire alle gravi carenze con un rinnovato “imperativo categorico kantiano” da parte dell’AUSL Romagna che mette in mostra tutta la buona volontà nel cercare di dipanare la tela di penelope in cui è avviluppata.
Liste d’attesa
Dal sito ufficiale si apprende che sono in vigore i NUOVI STANDARD DI RIFERIMENTO:
“Una modifica importante introdotta nel sistema dal PNGLA (e ripreso dalle indicazioni della DGR 603/2019), riguarda l’introduzione della TIPOLOGIA DI ACCESSO e relative classi di priorità:
Tipo accesso = 1 (primo accesso):
• U (Urgente) da eseguire nel più breve tempo possibile e, comunque, entro 72 ore
• B (Breve) da eseguire entro 10 gg
• D (Differibile) da eseguire entro 30 gg per le visite o 60 gg per gli accertamenti diagnostici
• P (Programmata) da eseguire entro 120 gg
Tipo accesso = 0 (accesso successivo):
• visita o prestazione di controllo, follow up
• prestazioni prescritte ed erogate dallo specialista nei casi di presa in carico assistenziale Conseguentemente l’offerta aziendale di visite e prestazioni dovrà essere riformulata secondo le nuove indicazioni e tutte le agende CUP entro la fine del corrente anno 2019 dovranno essere riviste e strutturate secondo la tipologia accesso.
Secondo il Programma Attuativo Locale 2019/2021 AUSL Romagna, i nuovi standard di riferimento dovranno essere garantiti secondo gli obiettivi indicati:
• AL 31 DICEMBRE 2019 IPERF >= 90% URGENZE BREVI (B) E DIFFERIBILI (D)
• AL 31 DICEMBRE 2020 E 2021 IPERF >= 90% URGENZE BREVI (B), DIFFERIBILI (D), PROGRAMMATE (P)”.
Nonostante il DGR 603/2019 contempli anche il caso delle emergenze e del modo di uscirne in tempi rapidi, senza se e senza ma, da parte dell’AUSL Romagna non si ottiene né una data certa né tempi certi su come smaltire i ritardi.
Attenzione, però, in quanto i tempi di attesa si applicano solo alle domande di visite e prestazioni di primo accesso e non ai successivi percorsi medici.
E’ come se qualcuno dovesse prenotare un tavolo al ristorante sempre pieno e si sentisse dire “guardi, lei ha ragione, c’è molta fila ma stiamo facendo il possibile”, che assomiglia molto ai cartelli sulle Autostrade “stiamo lavorando per voi” e sappiamo cosa è successo.
La malattia non ha i tempi della burocrazia né le persone devono vivere nell’angosciosa ansia della diagnosi o della chiamata del call center predisposto!
Qualcosa non torna?
Perché non si attua il piano di emergenza previsto?
Perché non si mettono nero su bianco i nuovi tempi di attesa?
Perché la laboriosa macchina per predisporre le liste di attesa non è capace di fornire numeri, cifre, performance precise e circostanziate?
Il margine di errore o altri problemi sono già integrati nel sistema piramidale di predisposizione del piano regionale o vi sono coni d’ombra che è meglio non mettere in luce?
Molto arrosto, poco fumo
Il non detto a volte è peggio del detto ed allora cercando di capire si viene colpiti favorevolmente dal sito ufficiale dell’AUSL Piacenza in cui in poco più di 30 pagine vi sono cifre, costi, tempi, metodi, strutture pubbliche e private interessate alla soluzione del problema.
Ad esempio:
Oppure:
Oppure:
Oppure:
Capitoli non presenti nel medesimo protocollo che ogni singola AUSL predispone per implementare il medesimo DGR 603/2019 regionale.
Il non detto a volte è più esplicito di qualunque altro discorso, tuttavia appare probabile che l’AUSL Romagna rappresenti l’anima assistenzialista tipica del Sud Italia e l’AUSL Piacenza quella efficientista del Nord?
La così marcata differenza di impostazione è riconducibile a metodi diversi dei Direttori Generali o risponde alla necessità per Piacenza di adeguarsi al SSN Lombardia?
Domande assai pertinenti che ancora attendono risposta!
Fotografia: Fernando Zhiminaicela da Pixabay
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