Lo sceriffo

Lo sceriffo

Essi allora eleggevano un loro rappresentante che garantisse l'ordine e la vigilanza: era lo sceriffo, che aveva come distintivo una stella di latta.

La versione di Gnassi

«Ero in giro sabato scorso e avevo mio nipote sulle spalle – tanto a dire la situazione… In via Gambalunga angolo Corso d’Augusto, vengo fermato da un passante che mi dice ‘Fate le multe agli artisti di strada e ai poveri. Intanto qui a due metri sfrecciano auto e camioncini che rischiano di investirci a ogni passo’. Poi vedo un capannello di gente intorno a una persona, non so se un artista di strada o un homeless, che stava facendo un cagnolino di sabbia di 50 cm sulla via. L’uomo stava piangendo mentre c’erano due agenti della Polizia municipale in piedi davanti a lui. Non se se per farlo spostare, identificarlo o multarlo. Qualcuno intorno protestava, si stava creando una situazione di tensione. Mi sono avvicinato ancora con mio nipote sulle spalle e ho chiesto cosa stava succedendo, anche per stemperare il contesto ‘elettrico’. Ho detto che bisognava fare quello che si deve fare, ma ho anche segnalato alle due agenti (come avrebbe fatto qualsiasi cittadino) che proprio in quel momento, lì accanto, in un sabato di mercato tra l’altro, c’era una situazione oggettiva di traffico, macchine e furgoni in transito e di pericolo per i pedoni e famiglie con bambini e passeggini che mi sembrava pericolosa e contingente. Punto. Materialmente non sapevo nemmeno che atto stessero compiendo nei confronti di quell’uomo. E come tutti gli agenti sanno, non ho neanche facoltà di intervenire su atti. Il capannello si è sciolto, e io ho continuato la mia passeggiata sul corso».

La versione delle “vigilesse”, o del comandante della polizia municipale, o dell’assessore alla polizia municipale

Non pervenuta.

Le reazioni dei sindacati

Sulpl. “Apprendiamo che che il primo cittadino di Rimini mentre passeggiava per il centro è intervenuto a chiedere costa stava succedendo a due operatori di polizia locale mentre sembra stessero facendo controllo su artisti di strada.
Ricordiamo che le norme son abbastanza chiare e cioè che il primo cittadino non ha competenze tecniche e giuridiche per intervenire su alcuna situazione di polizia, ricordiamo altresì che tutti i giorni gli operatori vengono mandati anche dall’amministrazione a verificare situazioni di illegalità e di controllo del rispetto delle regole, dei regolamenti, delle ordinanze e delle leggi in generale, e questo molto spesso comporta una difficoltà oggettiva-operativa con il cittadino eventualmente sanzionato, in primis per il numero che spesso ci vede in inferiorità evidente ed in seconda battuta perché a nessuno fa piacere ricevere una sanzione benché corretta.
Quindi chiediamo al primo cittadino di fare in modo che vengano rispettate le relative competenze in modo da avere operatori che svolgano in tranquillità e trasparenza il proprio lavoro per permettere un servizio omogeneo e paritario a tutti i cittadini di una bellissima città quale è Rimini.
In più, se è disponibile, chiediamo al Sindaco Gnassi un incontro per chiarire alcuni aspetti che questa situazione ha evidenziato”.

Silpol. “Massima solidarietà alle due Colleghe impegnate nella giornata del 03.11.2018 nel servizio di antidegrado nel centro storico di Rimini. Occorrerebbe precisare che le due Agenti di Polizia Locale, altro non hanno fatto, che compiere il proprio lavoro, con precisione e alta professionalità, anche in qualità della carica ricoperta di Agenti di Polizia Giudiziaria. Il plauso va fatto anche all’Ispettore in servizio nella giornata del 03.11.2018 che ha ritenuto opportuno inviare tutti gli atti all’Autorità Giudiziaria”.

Uil. “La CST UIL e la UIL FPL di Rimini, vogliono stigmatizzare ciò che è successo a Rimini che coinvolge il Sindaco Gnassi e le due Agenti di Polizia Municipale. Ciò non solo per il fatto in sé stesso, su cui avremo modi e tempi di intervenire, qualora necessario, nelle sedi più opportune, ma per ciò che l’atto rappresenta.
Il Sindaco di Rimini, che aggredisce verbalmente e pubblicamente due Agenti, mentre esercitano le loro funzioni, applicando delle regole contenute in un Dispositivo che lui stesso ha emanato, è emblematico di quale poco rispetto ha dei ruoli e delle regole che, per primo, come primo Cittadino dovrebbe rispettare, dando il buon esempio.
È la stessa e identica cosa che ha compiuto il D.G. dell’AUSL Romagna, Marcello Tonini, quando denunciò Sindacalisti della UIL FPL, nell’esercizio delle loro funzioni, in quanto rivendicavano l’applicazione delle regole regionali per la limitazione dei tempi d’attesa per i Cittadini riminesi.
Questi episodi sono sconcertanti perché, per fortuna isolati, rappresentano la cima di un iceberg, sono perpetuati da rappresentanti che dovrebbero essere attenti a non colpire nella loro dignità i lavoratori e chi rappresenta loro e i Cittadini.
Sono fatti censurabili, perché sono una contraddizione in termini, e sono irrispettosi per le regole che sottendono le relazioni istituzionali e di una Società civile; quel che è più grave è che questi comportamenti sono in aumento.
Se chi rappresenta le istituzioni locali, ai massimi livelli, se ne frega dell’immagine che dà all’esterno, ed anzi in pieno giorno e in pubblico, si arroga il diritto di aggredire due agenti di polizia locale, cosa deve fare chi delinque?
Questo dimostra una scarsa consapevolezza a tutti i livelli istituzionali.
Terminiamo dicendo che c’è un “bon ton” per chi rappresenta lo Stato e la Società, certi atteggiamenti aggressivi, certi linguaggi e certi insulti perpetuati a tutti i livelli non sono sicuramente un bel segnale e, al di là dei giudizi politici e delle cose fatte, non possono essere tollerati, perché sono indice di un evidente imbarbarimento della Società.
Per cui, come UIL, crediamo che l’azione del Sindacato per costruire una Società migliore, in difesa di chi rappresentiamo, passi anche da un azione determinata per “rieducare alla cultura del rispetto” partendo proprio da quei rappresentanti delle Istituzioni che non lo fanno!”.

Ospol CSA. “Si coglie l’occasione per evidenziare che il Personale della Polizia Locale riceve ordini esclusivamente dal Sig. Comandante e fa rispettare le leggi dello Stato, i regolamenti del Consiglio e della Giunta e le ordinanze del Sindaco in vigore. Questa normativa si applica a tutti, indiscriminatamente. Questi sono i principi fondamentali su cui si basa il nostro lavoro. Oltre al fatto che, come tutti sanno, siamo pubblici ufficiali”.

Il punto di vista dell’ex assessore alla polizia municipale Roberto Biagini

Gnassi e le vigilesse. “Sarebbe interessante conoscere come è nata la diffusione della notizia che vede coinvolto il Sindaco Gnassi e le due vigilesse in quanto anche le modalità di approccio potrebbero spostare notevolmente l’impatto (ed il relativo giudizio) che notizie di questo genere hanno sull’opinione pubblica (sono stati i giornali a chiamare l’ Ufficio Comunicazioni – URP del Comune di Rimini o lo stesso Sindaco in quanto sono venuti a conoscenza della relazione di servizio delle due vigilesse, o è stato chi dell’Ufficio di Supporto del Sindaco cura i rapporti con gli organi di informazione o lo stesso Sindaco a chiamare gli organi di informazione per comunicare la notizia anticipando la ricostruzione dell’ accaduto ?). Curiosità, si intende.
Gnassi ha sostenuto che ha agito come “avrebbe fatto un qualsiasi cittadino” e quindi in quel momento si è “spogliato volontariamente” dal suo ruolo. Una semplice sostituzioni di aggettivi: “qualsiasi” al posto di “primo”.
Bene: è fatto notorio che ogni qualvolta “un qualsiasi cittadino” si lamenti pubblicamente (giornali e social network) dell’atteggiamento della Polizia Municipale (in generale è sempre stato più facile, quindi più ipocrita e meschino, attaccare la divisa del “pizzardone” rispetto a quelle indossate da altre forze di polizia) puntualmente interviene a difesa dell’operato dell’agente (se non altro con la dichiarazione canonica che “ha compiuto il proprio dovere in quanto chiamato dai cittadini, in ottemperanza dell’ordine di servizio giornaliero, ecc…” ) in primis l’ assessore alla P.M., alle volte il Comandante autorizzato da quest’ultimo e a seguire in sindacati del ramo ( oggi si sono lette le dichiarazioni del SULPL). Poi, in casi come questo, si aggiungeva sempre nella comunicazione: << A seguito delle reazioni dei cittadini intervenuti, gli agenti nella loro relazione di servizio si riserveranno di valutarne la rilevanza penale ecc…>>. A me è capitato più volte di intervenire, da Assessore alla P.M., con dichiarazioni di questo tipo, alle volte anche senza concordarle, e quindi negligentemente lo riconosco, con l’addetto stampa.
Oppure, se potevano esserci immediati dubbi, riserve sull’operato degli agenti, ed è capitato anche questo, si modulava la dichiarazione all’occorrenza: << gli agenti sono stati chiamati dal Comandante in quanto ci sono aspetti da chiarire …verranno eventualmente valutati in altre sedi i comportamenti di cui sono stati accusati gli agenti. e quindi è inopportuno anticipare considerazioni ecc..>>.
Il silenzio di Jamil sull’episodio (sempre presente, puntuale ed immediato nella difesa dell’operato della Polizia Municipale) è emblematico del suo oggettivo imbarazzo (lo capisco) per l’accaduto così come è stato ricostruito dal Sindaco (rectius: “qualsiasi cittadino”) e così come è stato “divulgato” alla pubblica opinione.
Quindi manca la versione dell’altra “parte” nella ricostruzione dell’episodio (c’è stata effettivamente la multa? È stato chiesto all’artista di strada di spostarsi? Non è dato “ufficialmente”, e cioè dell’amministrazione comunale, a sapersi ), visto che si è sentita solo quella del “qualsiasi cittadino” Andrea Gnassi, che per << stemperare la tensione ha segnalato alle due vigilesse che esisteva lì accanto una situazione oggettiva di traffico, macchine e furgoni in transito ecc… >>.
Restiamo in attesa, perché solo con la ricostruzione unilaterale del cittadino Andrea Gnassi ritengo impossibile formarsi un’opinione ed eventualmente esprimere giudizi pertinenti, almeno così è per me”.

Il commento di Massimo Lugaresi

Il vigile Gnassi. “Sui sempre compiacenti giornali, Gnassi racconta di avere interpretato il ruolo del “normale” cittadino, rimproverando a due vigili che era meglio si occupassero d’altro e non di un povero artista di strada. Nel racconto, agiografico, compare anche un nipote portato sulle spalle potenti, in senso politico. La storia finirebbe qui se il rimprovero fosse arrivato davvero da una semplice persona, cosa quasi impossibile stante il dilagare di questi “artisti” della strada. Se Gnassi nel ruolo incredibile del cittadino ha ragione, da domani o meglio lunedì, per fare partecipare anche i barbieri, ognuno potrà suggerire platealmente a qualsiasi pattuglia di vigili, carabinieri, poliziotti, finanzieri, come fare il loro mestiere” (SalvaRimini).

Il commento di Mario Erbetta

“Ma il nostro sindaco non era contro il populismo? L’ accaduto di ieri, dove il Sindaco Gnassi, aizzato dalla folla, si erge a capo popolo come un Masaniello de no altri, sgridando due vigilesse che nell’eseguire le loro mansioni sanzionavano un artista di strada, ha qualcosa di surreale e totalmente al di fuori del bon ton istituzionale. Ma la propaganda vuole la sua parte e il nostro sindaco su come fare propaganda non ha pari.
Ma cosa evidenzia effettivamente questo evento:
1) il Pd fa regolamenti restrittivi sul degrado del centro storico solo per apparenza ma nella realtà, come dimostra l’accaduto, il buonismo sinistroide che porta alla tolleranza anche estrema del degrado è nel Dna della nostra Giunta. Lo avevo accennato sul nuovo regolamento restrittivo appena approvato sull’uso delle case popolari: non basta fare un regolamento severo, la difficoltà è avere la volontà e il coraggio di farlo rispettare fino in fondo sennò è solo propaganda;
2) il nostro Sindaco ricopre un compito istituzionale importante ed essendo il primo cittadino deve dare l’esempio. Non può permettersi di andare oltre al bon ton istituzionale e deve seguire le regole. Se ha visto comportamenti illegittimi da parte delle due vigilesse deve rivolgere tali critiche al Comandante della Municipale per il rispetto dei ruoli ed eventualmente alla Magistratura in caso di reati. Ma interrompere dei pubblici ufficiali nell’esercizio delle loro funzioni invitandoli a soprassedere e a rivolgersi ad altre funzioni potrebbe rientrare nella fattispecie penale di abuso d’ufficio, pertanto pur nell’ipotesi remota di un reato il Comandante della Municipale come pubblico ufficiale venendo a conoscenza di un ipotetico reato ha il dovere di comunicare l’accaduto alla Procura della Repubblica;
3) a Rimini le Regole non sono uguali per tutti e il nostro Sindaco si ritiene al di sopra di tutto, anche dei regolamenti che anche lui ha votato e approvato. Fatte queste considerazioni non si può non ringraziare le vigilesse, vere vittime in questo increscioso evento, per aver compiuto il loro lavoro applicando le norme del regolamento. Chiediamo tanti nuovi compiti alla Polizia Municipale e dobbiamo portare tutti rispetto, Sindaco compreso, a chi sul campo, giorno dopo giorno, suda e cerca di rendere la nostra città più sicura e vivibile”.

Il commento di Gennaro Mauro, Movimento Nazionale per la Sovranità

“Un sindaco arrogante e irrispettoso, non può interferire sul lavoro dei dipendenti comunali e non può aggredire verbalmente delle donne. Ammetta le sue colpe e chieda scusa.
Il solito Gnassi, ci ricasca sempre. Si sente un piccolo ducetto, e quando non tollera chi non la pensa come lui, aggredisce verbalmente. Non è la prima volta che si scontra con funzionari di polizia giudiziaria interrompendo il loro lavoro, deborda dalle sue competenze. È un talentuoso, un po’ spocchioso, e pieno di sé. Interpreta il ruolo di sindaco a modo suo, sempre in conflitto con dipendenti e dirigenti comunali, e aggressivo con i consiglieri comunali, non accetta essere contrariato. Se il comandante della polizia municipale, da lui nominato, ha trasmesso la denuncia dei due agenti di PM, l’ha fatta, come al solito, davvero grossa”.

Il commento di Nicola Marcello, Forza Italia

“Credo che l’episodio vada ridimensionato e spero che cose simili non accadono più in futuro!! Certo all’interno della Polizia Municipale ci sono molti segnali di sofferenza, specie da parte di chi dopo anni di gavetta non riesce ad arrivare ad un impiego 12 mesi su 12, mantenendo sempre una sorta di part time a vita!! L’episodio in questione andava ed andrebbe risolto a mio avviso con le scusa reciproche di tutti gli attori anche se conosco bene “il peso” di una divisa che ti rende spesso responsabile di azioni e comportamenti non richiesti a persone normali e che i due agenti hanno agito probabilmente nel rispetto delle regole richieste al loro compito d’istituto”.

Il commento di Simone Bertozzi, Pd

“Credo che il sindaco abbia già ricostruito come siano andate le cose, il punto è un altro. Commentare l’episodio, schierandosi con l’una o l’altra parte a seconda delle convenienze politiche, mi pare esercizio abbastanza inutile. Aprirei invece una riflessione seria su quel regolamento di polizia urbana che, com’era prevedibile, difficilmente può essere gestito secondo il buon senso dal singolo agente. Un regolamento dai tratti populisti, restrittivo a parole, ingestibile nella sostanza. Essere vicini alla PM soltanto a parole è troppo facile. Secondo tema, cruciale: bisogna assolutamente rimettere mano ad un regolamento sugli artisti di strada, riprendendo una vecchia bozza fatta dall’ex assessore Sara Visintin. Un’esigenza a prescindere da quanto accaduto, che non conosco nello specifico”.

Lo sceriffo

Essi allora eleggevano un loro rappresentante che garantisse l’ordine e la vigilanza: era lo sceriffo, che aveva come distintivo una stella di latta. (Da: Far West, Enciclopedia Treccani)

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